Sulla complanare i soliti “no” dai soliti noti

Eccoci di nuovo con il “faciolo secondo” per cercare di bloccare l’opera pubblica più importante degli ultimi sessant’anni. Non sfugge a nessuno che le ragioni della contrarietà siano principalmente politiche, anche perché dietro a “le faciolette” ci sono politici ed ex politici di sinistra che hanno avuto ruoli politici ed istituzionali molto importanti nei decenni passati, sia in città che in Regione. Adesso che l’Amministrazione Tardani ha avuto la capacità di incrementare il finanziamento pubblico – riuscendo a passare da otto a tredici milioni di euro per il secondo stralcio – i soliti noti tornano a sbandierare la loro contrarietà.

A differenza di quanto affermano i sostenitori del no (ormai a sinistra è sempre no a tutto), la complanare è una infrastruttura fondamentale per Orvieto e per l’intero territorio perché è attesa dai cittadini dello Scalo e di Sferracavallo per liberare i loro quartieri dall’inquinamento acustico ed atmosferico, oltre che dal traffico pesante; perché la aspettano i cittadini per accorciare i tempi di percorrenza; perché la aspettano le attività imprenditoriali per abbattere i tempi ed i costi di trasporto delle merci; perché potrà dare una spinta allo sviluppo dell’area industriale di Fontanelle di Bardano. Motivare la contrarietà alla complanare denunciando la scomparsa del “faciolo secondo” altro non è che un mix tra le solite panzane da decrescita felice e la volontà, neanche tanto velata, di cercare di bloccare l’azione dell’Amministrazione: ma forse potrebbe esserci anche un qualcosina in più, visto che per effettuare l’opera si dovrà procedere agli espropri di alcuni terreni. Non sarà mica  che dietro alla difesa del “faciolo secondo” si possano nascondere meri interessi economici? Non sarà mica che questa contrarietà possa riguardare il valore di esproprio dei terreni? Sono domande assolutamente legittime che ne richiamano un’altra: per quale ragione un nutrito numero di esponenti della sinistra siano diventati strenui difensori del facioletto e dei terreni lungo il fiume? Quando questi stessi signori. ai tempi in cui avevano “pieni poteri” sulla città, facevano cavare ettari ed ettari lungo la valle del Paglia, fregandosene totalmente della difesa del “facioletto”. Il solito doppiopesismo della sinistra.

Adesso, per piccolissimi interessi di parte, si vorrebbe bloccare un’opera pubblica che i residenti dello Scalo e di Sferracavallo attendono da troppi anni, così come la attendono  gli imprenditori ed in generale tutti i cittadini.