Stefano Olimpieri, “non abbiamo perso 6 milioni per la case popolari, deprimente improvvisazione del PD”

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dei gruppi consiliari di Lega, Civitas, Forza Italia e Misto relativamente alla questione del finanziamento da 6 milioni di euro per la residenzialità popolare a Orvieto

Dopo più di un anno è improvvisamente e “casualmente” riemersa sulla stampa la questione delle realizzazione di case popolari all’ex caserma Piave sulla quale la posizione del Comune di Orvieto e gli atti della Regione erano noti e resi pubblici da tempo anche in consiglio comunale. E’ veramente deprimente constatare l’improvvisazione del Partito Democratico di Orvieto che ormai basa la propria sterile azione politica su articoli di stampa privi di fondamento su argomenti quantomeno datati, e a partire da questi elabora visioni totalmente distorte di quella che è la realtà. Silente da anni, il PD cerca di sentirsi vivo proponendo, di fatto, le case popolari alla ex caserma Piave, proponendo un ghetto per le persone più deboli. D’altronde è lo stesso modello culturale degli anni settanta quando in città importanti vennero progettati dormitori in stile sovietico.

Il Comune di Orvieto non ha perso alcun finanziamento. Quella di realizzare un intervento di edilizia residenziale pubblica da parte di Ater in una porzione dell’ex caserma Piave era una semplice ipotesi. Se anche questa volta si fosse fatto riferimento agli atti, si sarebbe infatti potuto constatare che non c’era alcuna indicazione formale sull’ex caserma e che gli eventuali finanziamenti erano comunque subordinati alla realizzazione di interventi più urgenti in altre zone della regione a più alta tensione abitativa e con una sismicità elevata. La riqualificazione dello stabile dell’ex Inapli, di proprietà della Regione stessa, resta per noi ancora la soluzione più valida e assolutamente percorribile per un intervento di edilizia residenziale pubblica e su questa ipotesi continuano le interlocuzioni con l’assessorato regionale competente.

La capacità di programmazione e progettazione, ma soprattutto la concretezza dell’operato dell’amministrazione comunale, si riflette anche nei 43 milioni di euro di fondi Pnrr che in questi anni la città è stata in grado di intercettare in tutti i settori di finanziamento. Di questi oltre 10 milioni di euro sono relativi a progetti presentati direttamente dal Comune, tra i quali il Centro per le politiche sociali e della famiglia di Orvieto scalo e la costruzione della nuova scuola dell’Infanzia di Sferracavallo. Oltre 20 milioni di euro sono invece gli investimenti della Regione Umbria sulla sanità che, grazie all’azione dell’amministrazione comunale, sono stati indirizzati in particolare alla rifunzionalizzazione dell’ex ospedale di Piazza Duomo, che ospiterà la Casa e l’ospedale di comunità, e all’ampliamento dei reparti e delle attività del “Santa Maria della Stella”.

Sanità, sociale, scuola, in una parola servizi essenziali per i cittadini, capaci anche di generare quella economia quotidiana che serve per rendere vivi e attrattivi il centro storico e i quartieri della città.

E’ evidente, da qualche tempo a questa parte e con l’approssimarsi della scadenza elettorale, il maldestro tentativo di mettere in contrapposizione la città dei residenti e la città turistica. E’ più facile dividere e distruggere, più difficile lavorare, come sta facendo questa amministrazione comunale, per costruire e mantenere un corretto equilibrio tra queste componenti, necessario per città come la nostra che dal turismo traggono risorse fondamentali anche per finanziare i servizi per i cittadini. E’ singolare che oggi il Pd si dica preoccupato degli spazi della città e dei suoi asset strategici dopo non essersene occupato quando ne ha avuto la responsabilità. Spazi per anni vuoti o svuotati di contenuti che questa amministrazione ha invece riempito di idee e progetti reperendo le risorse economiche per dargli concretezza. Dell’ex ospedale è stato già detto, ma parliamo anche della biblioteca comunale rivitalizzata, del Centro studi come polo dell’alta formazione che ingloba l’Archivio Maoloni e il Fab Lab, del Centro Rodari di nuovo attivo, di Palazzo Simoncelli che sarà il Museo della Ceramica, del Palazzo del Territorio al complesso di San Giovanni, del Palazzo dei Sette che diventerà la casa del corteo storico, della futura Casa della cultura, o ancora del Teatro Mancinelli, del Palazzo del Popolo e della Torre del Moro che oggi hanno una gestione diretta, integrata e finalmente sostenibile ed efficiente.

Abbiamo assolutamente a cuore le questioni dello sviluppo economico e demografico della città sapendo bene che la denatalità è il problema di un intero Paese e che ci sono delle dinamiche che superano le competenze e i margini di.azione di un’amministrazione locale. In questi anni abbiamo puntato sulle vocazioni del territorio per farne fattori di sviluppo economico, abbiamo promosso Orvieto a ogni livello per promuovere la qualità di vita e la città stessa come luogo dove vivere.

Vediamo che c’è chi si riempie la bocca di luoghi comuni e promesse elettorali o addirittura in maniera ingenua lega l’arrivo di nuovi residenti alla costruzione di case popolari denotando totale ignoranza dei regolamenti comunali in base ai quali per essere assegnatari occorre essere già residenti. Questa amministrazione sta invece lavorando per elaborare soluzioni concrete e fattibili per incentivare la residenzialità, esplorando anche ipotesi che possano interessare l’ex caserma Piave nell’ambito però di un piano complessivo di riqualificazione.  

Fonte: Gruppi consiliari Lega, Forza Italia, Civitas e Misto