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Sospetta frattura? Per il CUP la radiografia dopo due mesi a Gubbio

Iniziano a essere troppe le disavventure di chi si rivolge al CUP per prenotare una visita o un esame diagnostico.  La Cgil ha replicato alla sindaca Tardani ma non c’è alcuna critica nei confronti di chi opera nei vari front office.  La vera critica è nei confronti di chi ha ideato un sistema cervellotico per stessa ammissione dei vertici della sanità umbra, assessore in testa.

L’ultima storia che ci hanno raccontato riguarda un giovane, nome di fantasia Francesco che lamenta un continuo dolore probabilmente per un piccolo incidente a scuola.  Passano pochi giorni e il 2 gennaio i genitori portano Francesco dal medico di famiglia.  Il dottore lo visita e decide di prescrivere una semplicissima radiografia per assicurarsi sulla possibile presenza, o meno, di una micro-frattura.  La ricetta è datata 2 gennaio

La richiesta viene inoltrata in forma smart.  Nella ricetta non è indicata l’urgenza massima. 

Dal 2 gennaio regna il più totale silenzio mentre il piccolo dolore continuo non abbandona il giovane Francesco.  Dal CUP non arrivano notizie.  Ma come d’incanto il 28 febbraio arriva l’agognata risposta, il 2 marzo Francesco finalmente potrà effettuare la sua semplice radiografia.  La soddisfazione dura pochi secondi perché l’operatrice poi specifica che l’appuntamento è all’ospedale Branca di Gubbio.  Sì, non è un errore, proprio Gubbio a oltre un’ora e trenta minuti da Orvieto. Quindi i familiari del giovane Francesco dovranno chiedere un giorno di ferie, non lavorare, accompagnare il paziente a Gubbio, attendere l’esame radiologico e ripartire per tornare a Orvieto.  Insomma circa tre ore di viaggio tra andata e ritorno, a cui aggiungere il tempo necessario per la radiografia.  Troppo anche per chi, come in questo caso, può decidere di utilizzare la sanità privata o di partire il 2 marzo destinazione Gubbio Ospedale di Branca. 

Era novembre quando in pompa magna veniva presentato il progetto di Casa di Comunità e il robot di ultima generazione per la sala operatoria in comodato gratuito per due anni.  In quella sede a fronte delle vibrate proteste del pubblico, non telecomandato, l’assessore Luca Coletto ha spiegato che il nuovo algoritmo CUP stava evidenziando delle serie incongruenze.  Le incongruenze tradotte, sono i viaggi a cui vengono obbligati gli assistiti umbri per poter avere diritto alle prestazioni sanitarie.

La vera riflessione da fare è: vale ancora la pena insistere con chi è riuscito e proseguire la strada del peggioramento che aveva portato alla sonora sconfitta del Pd e del centro-sinistra alle ultime elezioni regionali?  La pandemia non può essere la scusa buona per ogni tipo di disservizio.  Si tratta della salute, bene primario e garantito dalla Costituzione.  Se viene sbagliato l’algoritmo la colpa a monte è di chi decide le regole; se non si riesce a assicurare il normale funzionamento di un ospedale la colpa non può essere sempre di altri; se medici e infermieri mancano la colpa non è solo del numero chiuso, perché ai concorsi per altri lidi partecipano e i professionisti già occupati “salutano” Orvieto appena possibile.

Chi vince si conferma mentre chi perde, come in questo caso, si sostituisce perché i cittadini non possono soffrire per errori altrui, non possono pagare per algoritmi folli che obbligano tanti a tour non volontari della bellissima Umbria.