Sono un genitore di uno studente del Liceo Gualterio, “la protesta è solo la punta di un iceberg, troppi i problemi irrisolti”

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi siamo disponibili a ospitare interventi di tutte le parti coinvolte a vario titolo sui problemi del Liceo Classico, delle Scienze Umane e Economico Sociale. La protesta emersa con i fogli appesi sulla facciata dell’istituto è la punta di un iceberg che, sicuramente, va più in profondità. Iniziamo con un genitore che ci ha inviato una mail con il seguente intervento firmandolo. Per motivi di riservatezza non apparirà la firma. Speriamo che questo sia solo il primo di una serie e che, soprattutto, anche l’istituzione scuola offra il suo contributo.

Cara redazione di Orvietolife, 

 vorrei poter esprimere il mio parere personale cogliendo così l’invito al confronto da voi offerto in relazione ai recenti eventi di protesta che hanno coinvolto il liceo “F.A.Gualterio”.

Sono genitore di uno studente che frequenta il liceo e purtroppo, da molto tempo, le problematiche organizzative e gestionali di questo Istituto sono diventate intollerabili e preoccupanti e più volte sono state argomento di discussione anche tra noi genitori. 

Vorrei sottolineare che la pacata protesta di questi ultimi giorni è a mio parere la punta dell’iceberg di una situazione insostenibile. Chiunque abbia deciso di protestare pubblicamente sollevando un problema annoso che, temo scientemente, venga ignorato, è da ammirare e sostenere poiché, con responsabilità ed educazione ha sollecitato  l’opinione pubblica nel tentativo di cercare un qualche confronto con gli organi amministrativi scolastici che a quanto pare, nonostante professino trasparenza e disponiblità, si sottraggono a qualsiasi condivisione e ormai non ritengono necessario neppure comunicare o motivare decisioni assunte in modo unilaterale. 

Già il fatto che si debba ricorrere ad una manifestazione pubblica e plateale è segno di gravi mancanze nella capacità comunicativa e ricettiva della scuola in questione e sintomo di disagio e malcontento generale.

Inoltre a fronte di una rimostranza così significativa, non una parola ancora né dalla Dirigente nè da parte dei docenti. Nessuno ha manifestato un segnale di apertura e di confronto. Vorrei capire perché? 

Possibile siano tutti annichiliti?! Non vogliono o non possono?

Non siamo di fronte ad un mero problema di comunicazione ma penso che ormai si tratti di una vera e propria mancanza di rispetto da parte della scuola sia nei confronti degli studenti che nei confronti dei genitori. 

I nostri figli stanno affrontando un percorso di studi non corrispondente all’offerta proposta in sede di openday infatti sin dall’inizio del ciclo di studi i laboratori promessi ai discenti non sono stati mai attivati per l’esigenza, sempre definita temporanea, di dover ospitare classi in sovrannumero rispetto le reali capacità ricettive della struttura ospitante Palazzo Clementini.

Con estremo disagio mi duole constatare a posteriori che siamo stati invogliati a iscriverci con  “l’inganno”, trovandoci poi di fronte una realta’ confusa non corrispondente alle promesse e alle aspettative di ognuno, aspettative che peraltro erano alte poiché supportate dal buon nome di un Istituto che per anni è stato fiore all’occhiello della realtà scolastica orvietana.

Ciò che è rimasto di quei gloriosi trascorsi è  a dir poco avvilente. 

Siamo di fronte ad una scuola che è diventata una scatola da riempire, ogni spazio è un’aula e magicamente si moltiplicano aule su aule anche laddove è improbabile vi possano essere, sulla base di un” tante iscrizioni e tanto onore”?

La qualità dell’attenzione verso gli studenti e le proprie famiglie è mediocre in generale e per ovviare al problema spazi sono state adottate nel tempo misure a dir poco fantasiose.

Ultima soluzione, peraltro non discussa né condivisa preventivamente ma di fatto imposta senza possibilità di appello, una rotazione quasi oraria sia degli studenti che dei professori che migrano nelle aule designate dall’orario occupando ogni posto possibile, laboratori compresi, senza corrispondenza alcuna tra le materie insegnate e il laboratorio occupato. Lasciando da parte la delusione personale, va però evidenziato che gli studenti oltre al disagio e alla confusione che vivono, perdono tempo ad ogni cambio ora a fare su e giù per la stessa scala interna di un palazzo vetusto sul quale, non fosse altro per il numero di studenti che ci orbitano,  potrebbe essere fisiologico nutrire qualche dubbio riguardo l’adeguatezza strutturale e igienico-sanitaria. 

Mi domando, può un edificio storico che ospitava 10 classi un tempo improvvisamente ospitare un numero più che raddoppiato di studenti per un totale di 23 classi? (Al momento vantiamo circa 370 iscritti!) …..ci si è posti il problema di adeguare la struttura a certi numeri? I servizi igienici sono sufficienti? I percorsi interni, le aule, la palestra, gli spazi comuni…non è possibile pensare che dei banchi con delle sedie costituiscano un’aula! 

Inoltre, possibile che dopo tutto questo tempo, la soluzione sia sempre temporanea come se il problema ogni anno fosse un imprevisto da dover affrontare a sorpresa?

 Le iscrizioni e il turnover degli studenti sono prevedibili! Come mai non si riesce definitivamente a trovare una soluzione dignitosa tipo una succursale stabile per il surplus di discenti, alimentando così il disagio di dove adottare soluzioni fantasiose sempre TEMPORANEE e di anno in anno diverse tra loro? 

 Tante domande mi rendo conto, domande alle quali purtroppo nessuno pare voler rispondere, domande che anche in sedi ufficiali e convenzionali sono state sollevate ma senza successo. 

Forse risultano scomode?

Distinti saluti,

Lettera firmata