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Siamo Orvieto, “la Regione scrive riqualificare la sanità ma si legge commissariamento di fatto”

Il 5 ottobre la Regione Umbria ha “spiegato” le linee della riforma e riqualificazione della sanità umbra ma probabilmente in molti non hanno ben compreso anche perché scritto in perfetto politichese e allora se ne offre una traduzione in italiano. 

Titolo:Avviata la razionalizzazione e la riqualificazione del servizio sanitario (=avviato il commissariamento di fatto della sanità umbra).

Svolgimento: “La Regione Umbria sin dal giugno scorso ha avviato un importante processo di razionalizzazione della spesa e contestuale riqualificazione del servizio sanitario al fine di garantire le migliori performance di tutela della salute della popolazione, intervenendo sulla spesa farmaceutica, sugli acquisti e sulla riqualificazione della rete ospedaliera e territoriale”  = stiamo tagliano la sanità pubblica, ma lo facciamo per il vostro bene, sia riducendo la spesa per i farmaci e per le forniture di servizi, sia chiudendo qui e là qualche reparto e (perché no?) se serve anche qualche ospedale. “L’obiettivo – prosegue – è quello di garantire una sanità a misura del cittadino, con un’organizzazione più vicina alle sue esigenze, meno burocratica, più efficace ed efficiente” = ripetiamo: tutto questo è solo e soltanto per il vostro bene, che fortuna che avete che ora si siamo noi.

“Il Piano ratificato oggi e in corso fin da giugno, tiene conto tra l’altro, del progressivo appiattimento dei finanziamenti destinati al Sistema sanitario nazionale, dei significativi oneri per il proseguimento delle campagne vaccinali connesse all’emergenza pandemica e degli effetti delle note dinamiche internazionali tra cui i maggiori costi energetici, inflattivi e contrattuali” = abbiamo diverse buone scuse: già lo Stato non ci dava una lira prima, più ci si sono messi anche i vaccini e infine è scoppiata per la guerra e le bollette tra un po’ non si sa neanche quanto costeranno. Mica vogliamo tagliare noi: è che siamo proprio costretti!

“A tutto ciò va aggiunto che questa Amministrazione regionale si è trovata ad operare partendo da una criticità storica con uno sbilancio di 42 milioni di euro e con un’epidemia mondiale i cui costi e le cui difficoltà non sono state riconosciute pienamente dallo Stato. Lo stesso MEF e la Corte dei Conti hanno sollecitato una riorganizzazione della rete ospedaliera regionale e maggiore attenzione alla spesa farmaceutica” = quasi dimenticavamo: è colpa, ovviamente, di quelli di prima, che ci hanno lasciato i buffi.  E siccome lo Stato brutto e cattivo non ci ha dato, con la scusa della pandemia, qualche soldo in più per fare tornare i conti, alla fine di tagliare ce l’ha detto il MEF e la Corte dei Conti. Punto.

“A tal fine la Regione – sottolinea la nota – ha messo in atto una riorganizzazione che punta ad assicurare prestazioni appropriate, = e quindi i farmaci che finora erano garantiti adesso bisogna vedere se sono appropriati (ne stiamo giusto parlando coi medici di famiglia, sui quali stiamo facendo ricadere la responsabilità della appropriatezza prescrittiva, altra formula fighissima per non dire che adesso parecchie medicine non ve le passiamo più, come alcuni di voi avranno già notato, con l’impiego della congrua quantità di risorse, con particolare riferimento ai diversi setting assistenziali (= non sappiamo cosa significhi di preciso, ma suona bene) ed ai professionisti coinvolti con il fine di pervenire al miglior rapporto costi – benefici, per assicurare contemporaneamente la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza e la sostenibilità del sistema” = siccome questa grande scocciatura dell’articolo 32 della Costituzione, scritto sull’onda della resistenza e della liberazione dal fascismo, impone di garantire a tutti i livelli essenziali di assistenza, ci tocca fare i bravi e mantenerli, i livelli essenziali, almeno sulla carta.  Poi, certo vi potrebbe capitare che la visita urgente ve la diamo tra un anno e mezzo e a 120 km dalla vostra città, ma noi potremo sempre dire di avere rispettato la Costituzione.  E se voi pere salvarvi la vita sarete a quel punto costretti a rivolgervi alla sanità privata, che per pura coincidenza sta aprendo centri dappertutto, in realtà per noi non sarete stati affatto costretti.  Avrete scelto liberamente, avrete deciso voi, non noi.

“Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera per acuti occorre puntare su una rete in grado di assicurare in primo luogo qualità e sicurezza delle cure, ma anche appropriatezza” (= parola d’ordine), equità ed efficacia delle stesse = anche per gli ospedali, stessa solfa.  Per i casi acuti, cioè per chi ancora ha la brillante idea di farsi male improvvisamente senza dircelo prima, basteranno meno strutture e personale di emergenza.  Poi se già oggi c’è da trasportare qualcuno a 90 km in ambulanza per un ecodoppler, questo noi lo giudichiamo non solo più efficace, ma anche più equo.  Così impari a venire all’ospedale.

“Per l’assistenza territoriale, coerentemente con il nuovo DM 77/2022, l’obiettivo è quello di rafforzare e valorizzare le strutture di prossimità assistenziale rendendo più appropriato (= ma quanto ci piace essere appropriati!) l’utilizzo delle risorse, rimodulando sia la struttura dei setting assistenziali e le risorse umane coinvolte, che l’offerta dei servizi ai cittadini anche grazie al coinvolgimento della Farmacia dei Servizi quale ulteriore presidio assistenziale capillarmente diffuso sul territorio” (= voi ora non capite quello che abbiamo scritto ma tranquilli: neanche noi).

 “Tale modello organizzativo – conclude la nota regionale – risulta particolarmente funzionale alla gestione delle cronicità, in cui l’integrazione tra ospedale-territorio garantisce la condivisione delle informazioni e dei protocolli necessari alla comune gestione del caso tra i professionisti coinvolti (Medici di Medicina Generale, Medici di Distretto, Medici Ospedalieri), nonché la definizione e realizzazione di modalità operative di supporto come le telerefertazioni e le tele consulenze, particolarmente adatte alla morfologia e alle infrastrutture della nostra regione” (= siccome in Umbria ci sono poche strade, e quelle che ci sono non le manuteniamo e di farle nuove non se ne parla, non è che possiamo continuare a mandare medici a casa vostra all’infinito: bisogna che vi muoviate voi, oppure faremo con la telemedicina con il piccolo inghippo che normalmente non funziona internet ma intanto telemedicina ci fa sentire moderni e dunque per ora diciamo che faremo così, poi si vedrà).Lista Civica Siamo Orvieto