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Si è chiusa una Castellana a “cinque stelle” protagonisti Orvieto, Simone Faggioli e i piloti orvietani

Castellana a cinque stelle. Tutte meritate. Si parte dal dopo corsa, con il supremo giudizio del pubblico, manifestato, pubblicamente lungo il percorso, si prosegue con quanto diffuso dai social. Il serpentone delle macchine, di ritorno verso il paddock una volta ultimate le premiazioni e riaperto il parco chiuso, era atteso da centinaia di persone, per nulla annoiate dalla lunga pausa, riunite a bordo strada per tributare l’applauso ai protagonisti. Non un episodio isolato, ma ripetuto in ognuna delle zone diventate, per un giorno, tribune naturali. Sui social, centinaia di commenti, tutti entusiasti, senza alcun riscontro negativo. Se, da altre parti, festeggiare i piloti è fatto normale, a Orvieto, fino a ieri, s’era trattato di manifestazioni per pochi irriducibili da passare, quasi, inosservate. Come ,del resto, il bombardamento da tastiera, sempre lontano da punte record.
Altrettanto interessante, esaminare le origini di tanto entusiasmo. Sulle tribune era prevalso un intreccio di dialetti, totale copertura di tutto lo stivale. Risultato, evidente, di una buona promozione (altro merito dell’organizzazione) e di come, l’evento “Finale”, fosse atteso in campo nazionale.
Una dimostrazione di quanto possa valere il “turismo sportivo”, di cui beneficia la città e le più disparate attività.
Ha vinto il migliore, Simone Faggioli, e tutti si sono inchinati, con rispetto, al numero uno italiano, europeo, nonché protagonista alla Pikes Peak, salita USA, per driver veri. Per poco, non ha battuto il record stabilito l’anno scorso, quando il tracciato era privo di chicane. Chapeau.

GLI ORVIETANI PIU’ GIOVANI: Tra i 239 iscritti c’erano quattro orvietani Under 25, grandi appassionati, più o meno affermati. Proviamo ad addentrarci nello loro performance.
Filippo Ferretti , oramai esperto, ha preferito ingraziarsi la Wolf, guidata per la prima volta, con un approccio progressivo. Prudente nelle due prove del sabato, in una delle quali ha testato pneumatici per una Casa prossima a entrare nelle salite, è diventato abbastanza aggressivo in gara uno, addirittura esplosivo in quella conclusiva, tanto da portare in bacheca il primo posto di classe, il secondo di gruppo, oltre al decimo posto della classifica assoluta. Difficile, di solito, assistere alle esternazioni di Filippo su ciò che prova interiormente. Ieri lo ha fatto, anche deliziando, a gomme fumanti, chi lo applaudiva sul percorso di ritorno dopo la gara.
Valentino Polegri ha fatto il suo, andando anche oltre. Il secondo posto dietro Luca Chioccia, che in questo momento rappresenta uno dei migliori connubi pilota/macchina, rispolverando il vecchio motore dopo la breve vita del nuovo contenendo il distacco, vale davvero tanto.
Andrea Pepè ha saputo ben gestire corsa e macchina. La classifica lo trova nella prima metà dei concorrenti della classe RS1.6. E’ stato premiato, quale orvietano più giovane, con la targa Panathlon Junior, consegnata da Flavio Zappitelli, presidente Panathlon Junior Orvieto
Ilaria Prosperini: Per lei, alla seconda gara, macchina al traguardo, nessun problema. Tutto a merito della ragazza che abita sul percorso. Peccato riesca a indossare casco e tuta solo una volta l’anno.
I PIU’ SFIGATI
Quasi tutti i piloti sono soliti accusare piccolo problemi, la maggior parte risolvibili prima della gara. Se succede dopo la partenza allora sono guai. Riccardo Pallottino, Luca Giovannoni, Michele Fattorini fanno parte della cerchia “ritirati”, dopo aver preso regolarmente il via. La macchina di Riccardo ha accusato un guasto serio e irriparabile, almeno in tempi brevi, fin dal sabato. Debutto rinviato per il giovane acconciatore orvietano. Sulla Radical di Luca Giovannoni , in gara 1, si sono verificati problemi con l’elettronica costringendolo alla resa in prossimità del bivio d’Osarella. Sulla macchina, sempre guidata, finora, da Filippo Ferretti, non s’erano mai evidenziati inconvenienti del genere. Kedda, per fortuna, ha risolto il problema nell’intervallo, consentendo a Luca di correre una seconda manche oltremodo discreta, ma, la classifica era ormai andata. E’ stata buona, semmai, per mostrare il casco promozionale, Pro Orvieto, disegnato dallo stesso pilota.
Dal “virus elettronico” non si è salvato neppure Michele Fattorini. Il guaio al sistema elettronico del cambio aveva mandato qualche segnale già alla vigilia. Individuato il problema, s’era cercata una soluzione, ma non c’era tempo materiale per reperire un “attuatore”. In gara 1 è filato tutto abbastanza liscio con la conferma del tempo per entrare tra i primi dieci della classifica generale. La Wolf 1150, però, ha messo di nuovo il broncio nella salita decisiva, con il cambio bloccato in quinta marcia al momento di scalare. La roccia era vicina, ma è andata bene. Si consolerà con l trasferta in India, tester del marchio bresciano in quattro eventi motoristici promozionali.
I LONGEVI: Sono Giancarlo Trippini, Marco Passero, Luciano Posti. Marco, la cui prima Castellana fu quella del 1979, ha voluto provare l’ebbrezza Wolf, macchina, comunque diversa, dalle tante guidate in anni precedenti. L’aveva già provata a Gubbio, oltre che in un paio di test presso Wolf France. Si è ben difeso e, soprattutto, divertito. Ha ricevuto il premio assegnato dal Panathlon Club Orvieto, al pilota orvietano con il maggior numero di partecipazioni.
Giancarlo il civitellese, a digiuno di gare da tantissimo tempo, scelta la macchina giusta per il rientro, ha optato per la regolarità delle prestazioni. E’ salito con tempi abbastanza simili, evidenziano una guida senza sbavature. Bravo Giancarlo.
Luciano, il vetraio/pilota della inconfondibile FIAT 700 di colore giallo ha vissuto una tre giorni particolare. Sabato, era sembrato tradito dal motore. Dopo accertamenti approfonditi si è scoperto che, proprio lui, aveva lasciato lento il blocchetto spinterogeno. Un sospiro di sollievo, condito a un po’ di collera e via di nuovo, a caccia di quel trofeo, poi, regolarmente conquistato
GLI ALTRI PODI: I due Copparoli ++ sono stati Gabriele Bissichini e Riccardo Trippini.
Gabriele, oltre ad aver stravinto la classe di appartenenza, si è classificato secondo nella graduatoria di gruppo. Un risultato ottimo che, però, soddisfa il pilota/preparatore fino a un certo punto: “ Senza la toccatina in gara 1 avrei potuto far meglio”. E fa un’altra considerazione: “ Forse, per dare il meglio quale pilota, dovrei dedicare più tempo alla guida. Oggi è sempre più complicato inventarsi qualcosa e l’allenamento diventa indispensabile”. Riccardo Trippini ha dato tutto ciò che poteva, riuscendo a mettere in fila ben diciannove competitor, fra i quali, il finanziere abruzzese, Claudio Pio, fresco di successo nel CIVM. Riccardo sta vivendo un momento di grazia, l’invito rivoltogli da Achille Guerrera, “partecipa al CIVM”, non è parso fuori luogo. La Castellana 2022 gli ha, anche, fatto omaggio, per meritocrazia, del Memorial Attilio Broccolini, istituito dalla mitica Deborah, figlia di Attilio e al quale i piloti tengono moltissimo. Luca Chioccia continua a collezionare successi (RS Plus 1.4) che contribuiscono a migliorare l’autostima. Adesso che è ben assecondato dalla macchina, sa pure gestirsi meglio. E chissà se può entrarci il cognome, perché il podio lo ha salito anche Mattia Chioccia. Non arrivando al gradino più alto, in quanto occupato da un pilota bravo, quanto esperto, che risponde al nome di Vincenzo Ottaviani. In compenso c’è salito due volte, perché terzo nella classifica di gruppo. Una lieta sorpresa è stato il terzo posto conquistato da Mirko Schiavo. Gli iscritti, classe RS 1.4, erano dodici e ciò fa crescere il valore dell’impresa di un semi-esordiente. Ha gestito la corsa da pilota affermato, togliendo dodici secondi al tempo stabilito in qualifica 1.
IL RESTO DEL GRUPPO: Non hanno staccato tempi clamorosi, ma il fatto che, rotture a parte (vedi Pallottino), abbiano sempre tagliato il traguardo depone a favore per un gruppetto definibile “di sostanza”. Ne fanno parte: Stefano Spagnoli, Luca Ciuco, Cristian Frustagatti, Stefano Gentileschi, Diego Bordino, Gianmario Marrocolo, Rodolfo Lorenzini.
L’Alfa Romeo 155 del comandante ha fatto un po’ le bizze. Per la gara sembrava essersi rimessa, mancando, però, dello spunto che sarebbe servito. Stefano, si è allora affidato alla regolarità, sperando, magari, in qualche piccola disavventura degli altri. Stava per avere ragione, è rimasto a un passo dal podio.
Luca, vicino all’Associazione prima di decidersi a infilare il casco, ha saputo all’ultimo momento che, volendo correre, l’unica macchina, ancora disponibile, era una Peugeot 308. Nulla a che vedere con la Mini che aspettava e che meglio conosceva. Vista, presa e sotto in apprendistato intensivo per capirne, almeno, le particolarità principali. A differenza di come, qualcuno, possa credere, Luca è persona che non s’impressiona. L’ha guidata in scioltezza, senza strafare, segnando tempi di buon rilievo. Si è pure invaghito e sta già pensando all’anno prossimo. Cristian, Stefano, Diego hanno fatto tutto ciò che era possibile per tirar fuori il meglio dalle vetture a disposizione. Siano riusciti o meno, solo loro possono saperlo. A Gianmario sembra aver fatto bene qualche ora in più di competizione, prendendo parte a più di una gara. Appare più sciolto, sicuro e meno arrembante. Buoni segnali per la prossima stagione. Rodolfo, arrivato alla gara leggermente arrabbiato per via della question punteggi, aveva dichiarato che avrebbe dato il massimo. Presumibile, sia riuscito solo a metà.
Essendo, tutti o quasi i piloti, associati alle Scuderie orvietane che crescono, il bilancio di :Kedda , Mocetti Corse, Race Project, Orvieto Corse, Pascucci Racing si chiude in buona salute.