Sanità, via della Regione al terzo polo ospedaliero per la Valnerina e Orvieto perde un’altra occasione

A Orvieto si parla e si discute di tutto e si dice che “va tutto bene”, intanto ecco cosa succede in Regione: “mettere  a sistema i 5 presidi ospedalieri di Foligno, Spoleto, Norcia, Trevi e Cascia, per un totale di 560 posti letto, individuando per ognuno una specifica mission in modo da garantire ai pazienti i giusti percorsi di cura: questo in sintesi l’obiettivo del Terzo polo ospedaliero dell’Umbria”. E ancora, “questa programmazione – ha detto la presidente Tesei – è frutto di un lavoro corposo che, se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria, sarebbe già stato fatto due anni fa. Abbiamo ritenuto importante creare una rete con gli ospedali di Spoleto e Foligno al centro”. La presidente ha quindi ricordato l’altro importante percorso che è quello dell’elisoccorso “che stazionerà a Foligno e diventerà importantissimo per la gestione in particolare delle patologie tempo dipendenti e sarà di grande ausilio per i territori della Valnerina che per motivi logistici, hanno difficoltà a raggiungere in tempi brevi gli ospedali”.

Quanti punti in comune con la situazione dell’interno territorio orvietano; a partire proprio dalla difficoltà nel raggiungere gli altri ospedali di riferimento: Terni, Narni, Foligno. Se a cavallo delle due province ci si muove per risolvere reali esigenze da queste parti, con la stessa USL di riferimento non si riesce a cavare un ragno dal buco. Gli investimenti arriveranno per una (in)utile Casa di Comunità accanto al Duomo e probabilmente i fondi non saranno sufficienti, come anche a livello nazionale stanno spiegando in Europa, per i progetti legati al PNRR. L’idea di un polo ospedaliero al servizio della corrispondente Area Interna non sarebbe peregrina e andrebbe a potenziare, di fatto, l’ospedale di Orvieto rendendolo un punto di riferimento insieme a Terni e Narni. Ma di questa parte dell’Umbria ci si occupa solo per il turismo e i maquillage sanitari non per la reale vita quotidiana dei cittadini che hanno bisogno di cure veloci, puntuali e gratuite. L’elisoccorso unico dell’Umbria sarà a Foligno, quindi anch’esso distante da Orvieto e territori limitrofi; il Distretto viene sacrificato in nome della razionalizzazione e del risparmio; le assunzioni sono bloccate dalla Regione almeno fino al 2023. E intanto l’ospedale di Orvieto langue e anche per gli esami diagnostici più semplici ci vuole tempo, tanto tempo, a meno che non si abbia la possibilità di pagare, allora le porte si aprono miracolosamente.

A pensarci bene, poi, Orvieto potrebbe entrare nel secondo polo ospedaliero, quello già costituito da Terni e Narni, ma regna il silenzio più completo. La stessa Regione ha spiegato che Orvieto è fondamentale anche per le prestazioni sanitarie extra-regionali, quelle provenienti dal viterbese e dalla bassa Toscana, ma fino a quando? C’è chi sostiene che la Regione stia investendo su Orvieto e indubbiamente le risorse vengono destinate al territorio ma non laddove effettivamente servono. Lo stesso direttore sanitario facente funzione, in un editoriale scritto su orvietonews.it spiega che spesso mancano risorse per riparare i macchinari, ecco basterebbe almeno questo, ma niente anche questa sembra essere una “mission impossible” in Umbria e in particolare a Orvieto.

Va tutto bene? La Regione investe su Orvieto? La sanità funziona anche se con qualche evidente difficoltà…e tutta la vulgata per non disturbare il macchinista che lavora per tutti noi. Ma il macchinista dovrebbe anche usare gli specchietti per controllare che all’interno vada tutto per il verso giusto e che intorno non ci siano minacce per l’incolumità dei passeggeri-cittadini. Invece ci si dimentica troppo spesso della sanità, o meglio si risponde in maniera stizzita che a Orvieto va tutto bene, che sta migliorando la situazione delle liste d’attesa, che si sta procedendo con le assunzioni, che si sta potenziando la sanità, nel senso del servizio e non delle ristrutturazioni. Ma se il cittadino non nota differenze, non vede miglioramenti chi è in torto? Solo ed esclusivamente i menagrami, coloro che sperano nel peggio, oppure c’è oggettivamente un problema e un lento ma inesorabile isolamento e depotenziamento dell’ospedale in favore di Narni-Amelia, ben più vicini al polo ospedaliero di Terni? In Valnerina si pensa a creare una rete ospedaliera mentre a Orvieto si lascia tutto così e si obbligano i cittadini a viaggi della speranza in giro per l’Umbria, ma va tutto bene.