Sanità, l’elisoccorso il trucco per mascherare le difficoltà di Orvieto

Le tre sedi individuate per l’elisoccorso tutto umbro erano a Perugia e due a Foligno.  Nessuna menzione per l’intera provincia di Terni.  Alla fine, l’ha spuntata Foligno.  L’aeroporto sembra essere al centro del cuore dell’Italia.  Ora sono tutti più o meno contenti.  La sanità ha trovato la quadra e addirittura la Regione ha un suo servizio di elisoccorso non più dipendente dalle vicine Marche.  Sono tutte rose?  Assolutamente, no!  Chi sponsorizza politicamente l’elisoccorso come soluzione dei mali di Orvieto e del territorio non ha ben presente l’intero complesso problema della sanità.  L’ospedale di Orvieto viene sempre più marginalizzato nonostante la sua vocazione sia proprio quella dell’emergenza-urgenza.  Basti pensare che il Comune di Attigliano ha approvato l’ospedale Santa Maria della Stella come riferimento per la Protezione Civile perché Terni è a maggiore distanza.  Peccato che poi, nella stessa seduta, il sindaco abbia bocciato la proposta dell’opposizione di firmare il documento per l’emodinamica liquidandola come inutile.

Quindi, da una parte la politica ritiene il Santa Maria della Stella centrale per rispondere ad eventuali emergenze su ferrovia e autostrada, per un territorio ampio e piuttosto isolato dal resto della Regione; dall’altra toglie nel concreto quello che in teoria ammette.  D’altronde come non condividere che il territorio è isolato, troppo distante da altri ospedali per le patologie tempo-dipendenti e attrattivo per la mobilità di parte del Lazio e della Toscana.  Dall’altra, però, si sceglie di non scegliere, di mantenere lo status quo con operazioni di maquillage, anche profondo, di reparti e macchinari ma di non potenziare l’emergenza-urgenza.  Si farà, prima o poi.  Intanto la realtà che si troveranno di fronte i cittadini del territorio rischia di essere ancora peggiore.  Chi verrà colpito da una patologia tempo-dipendente, verrò trasportato in ospedale, lì stabilizzato in attesa dell’elicottero proveniente da Foligno e successivamente trasportato verso Terni, Perugia o Foligno stessa.  E i costi?  Rischiano di aumentare ulteriormente senza un vero e proprio miglioramento del servizio.  Non solo, c’è un costo sociale che sembra non sia calcolato da chi dovrebbe.

I cahiers de doléances della sanità orvietana sono molteplici partendo dalle liste d’attesa, troppo lunghe, ai servizi incompleti, al ricambio a tratti frenetico dei professionisti e degli specialisti, alle incertezze sul futuro prossimo del Distretto sanitario, fino alla visibile mancanza di un progetto che porti l’ospedale di Orvieto a un DEU di II livello per l’emergenza-urgenza.

Intanto i viaggi della speranza ora si potranno fare con la “classica” e scomoda ambulanza oppure con l’elicottero, apparentemente più veloce, ma sempre lontani da casa, dalla famiglia e per patologie che potrebbero essere curate tempestivamente a Orvieto con costi sul medio periodo minori e con maggiore soddisfazione del cittadino