Rodolfo Maltese, straordinario chitarrista del “Banco” onorato nella città di Marino, dimenticato a Orvieto

Commemorato nella città di adozione, dimenticato – anzi, mai ritenuto degno di considerazione – nel proprio luogo di nascita. Martedì 3 ottobre a Marino, splendida località dei Colli Albani non lontana da Roma, verrà intitolata una piazza del borgo storico a un grande orvietano. Alle ore 19 l’amministrazione comunale ha organizzato una cerimonia al culmine della salita di via Posta Vecchia, dove un piccolo spiazzo consente un po’ di riposo ai pedoni in transito. Quella piazzetta si chiamerà ‘Largo Rodolfo Maltese’, a perenne memoria di un musicista che ha fatto, con gli altri componenti del Banco Del Mutuo Soccorso che proprio a Marino avevano residenze e sede operativa, la storia della musica italiana, in particolare di quella che viene definita ‘Progressive’. Maltese, straordinario chitarrista, trombettista e compositore, dal 1973 fino alla morte avvenuta nel 2015 quando aveva 68 anni, ha formato insieme allo scomparso Francesco Di Giacomo e a Vittorio Nocenzi, il quale continua a portare avanti l’attività musicale del gruppo, il nucleo centrale del ‘Banco’, band a dir poco mitica. Da ‘Moby Dick’ a ‘750.000 anni fa l’Amore’, da ‘Non mi Rompete’ a ‘Paolo Pà’, non si contano i brani di successo ai quali ha partecipato attivamente l’orvietano, considerato dalla critica, dagli esperti e dai fans un talento della chitarra di livello internazionale. Erano le stagioni nelle quali ‘Banco’ e Premiata Forneria Marconi si dividevano il pubblico degli appassionati italiani del rock, facendosi conoscere e apprezzare anche all’estero.

Nel 1983, durante un affollato concerto che il Banco del Mutuo Soccorso tenne sulla Rupe ai Giardini dell’Albornoz, Maltese con poche ma toccanti parole ricordò gli anni della giovinezza trascorsi a Orvieto, lui figlio di un militare dell’allora Smef, rievocando le partite di calcio in piazza Duomo e il gioco del nascondino sotto la sua casa di via dei Magoni. Chi scrive ebbe modo di cenare con Rodolfo, insieme a Di Giacomo e Vittorio Nocenzi, al termine di un concerto del ‘Banco’ a Livorno. Era l’estate del 1991. Anche in quell’occasione il grande chitarrista ricordò con commozione gli anni trascorsi all’ombra della Torre del Moro. ‘Mi capita di girare in tante nazioni e in altrettanti borghi antichi pieni di storia e monumenti – raccontò allora – e non di rado, anche inconsapevolmente, sono portato a fare il paragone con Orvieto. E ogni volta è Orvieto a vincere in bellezza e fascino… ‘. La sua Orvieto, però, non lo ha mai considerato e di sicuro non lo ha celebrato, dopo la scomparsa, come un proprio figlio illustre. La notizia dell’imminente intitolazione di una delle piazze di Marino a Maltese non è neppure giunta sulla Rupe, né – stando almeno a quanto è dato sapere – la cerimonia di martedì prossimo avrà una qualche presenza ufficiale da parte della città del Duomo. Ma adesso che la località laziale ha fatto il primo passo lungo il doveroso cammino della memoria, sarebbe davvero il caso di mettere in campo un’iniziativa anche nella sua terra natale al fine di ricordare la figura e l’opera di un così conosciuto e apprezzato musicista. Pensando, magari, all’intitolazione a suo nome di una struttura o comunque di una sede o di un luogo di Orvieto che abbia a che fare con la musica. Speriamo che la figuraccia rimediata, quella di dover vedere un orvietano onorato altrove senza che nella sua terra di nascita se ne sappia nulla, spinga amministratori e politici di ogni fede e casacca partitica, evidentemente a corto di informazioni e forse distratti da beghe elettorali assai poco musicali, a intervenire con un’opportuna contromossa.