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Quel riflesso condizionato della sinistra

È curioso che proprio da un sindaco del Partito Democratico e da una delle città considerate più di sinistra in Italia arrivi la proposta di cancellare la parola patriota dalle targhe stradali dedicate ai partigiani.  Questo avviene a Bologna dove il sindaco Matteo Lepore, assieme alla sua giunta, decidono di togliere questa definizione, patriota, ai partigiani della Brigata Garibaldi ai quali sono dedicate le strade nella toponomastica del capoluogo emiliano.
La dicotomia tra questa decisione ed i suoi effetti è quantomeno palesata dal nome della brigata, dove erano inquadrati i tanti partigiani ai quali sono dedicate le strade bolognesi, denominata Garibaldi proprio in onore del più grande patriota nazionale e di colui che fu protagonista del Risorgimento italiano.
Sembra quasi che la sinistra italiana voglia lasciare l’esclusiva di un termine molto bello, la parola patriota, che implica l’amore per la propria nazione e per il proprio popolo, alla destra, come se definirsi tali fosse una macchia piuttosto che un merito.
Questo riflesso condizionato da parte delle forze progressiste in Italia si era già palesato fragorosamente quando Luciano Violante, uomo di sinistra, Presidente della Camera  dal 1996 al 2001, proprio  nel suo discorso di insediamento volle stimolare una apertura verso chi aveva aderito alla Repubblica di Salò durante la lotta di liberazione dal nazifascismo e mettendo i repubblichini sullo stesso piano dei partigiani che invece combattevano per liberare l’Italia dall’invasore tedesco e dalla dittatura fascista.
In quei frangenti fu proprio l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad invitare a non equiparare chi aveva combattuto per liberare l’Italia dalla tirannia a chi invece a Salò seguitava a portare avanti le politiche discriminatorie, razziste e guerrafondaie di Mussolini.  Questo tentativo di equiparazione non ha fatto altro che creare ancora di più confusione in un paese come il nostro, dove ancora oggi, a distanza di decenni dalla fine della guerra e della caduta del fascismo non si vogliono fare i conti con la propria storia e con le colpe del regime.  La decisione del sindaco di Bologna, proprio ora quindi, nel momento in cui da qualche mese si è insediato il governo di destra di Giorgia Meloni, risulta quantomeno intempestiva ed offre all’avversario politico uno spunto di riflessione e di polemica della quale francamente non se ne sente il bisogno e rischia di consegnare definitivamente alla destra una parola, patriota, che invece dovrebbe essere patrimonio di ogni singolo cittadino italiano, di qualsiasi fede e convinzione politica.