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PrometeOrvieto, “débacle sanità. Quando la sede di governo è lontana”

Alcuni giorni fa, la sindaca Roberta Tardani ha illustrato in un post ciò che significherà per il nostro territorio l’attuazione del nuovo Piano Sanitario e le “magnifiche sorti e progressive” che ci toccheranno, quando l’attuazione della medicina territoriale (date le premesse tra una quindicina d’anni, forse) impedirà di “ingolfare” i servizi dell’ospedale, come augura Tardani.

Noi siamo con la sindaca e auspichiamo che le pressioni sulla Regione portino alle modificazioni necessarie del Piano regionale, d’altronde come avviene da vent’anni senza alcun risultato. Ora vorremmo che si riflettesse in maniera più approfondita sulla competenza e importanza territoriale dei futuri Distretti Sanitari, che è stata ampiamente sottovalutata e l’opposizione alla soppressione del distretto di Orvieto da alcuni è liquidata come un conato di campanilismo. La Regione deve ancora formalizzare le scelte e quindi siamo ancora in tempo per invertire la marcia, seppure tutto sembri già definito.

Il Distretto Sanitario avrà nella nuova organizzazione dei compiti importanti di programmazione, organizzazione, gestione, quindi dobbiamo insistere e chiedere con partecipata decisione una modifica al Piano Sanitario di prossima approvazione, certamente consci che non siamo il centro del mondo ma anche che è indispensabile avere il centro decisionale qui, per poter offrire risposte esaurienti e consapevoli alla popolazione, polverizzata su un territorio amplissimo e anagraficamente anziana.

I fatti pregressi supportano tale richiesta. E’ innegabile infatti che la risposta sanitaria nel nostro territorio è andata peggiorando ogni qual volta c’è stato un allontanamento della sede di governo. Prima con la soppressione della sola USL di Orvieto e l’annessione a Terni e per ultimo addirittura a quella di Foligno. Si è registrato un lento, inesorabile depauperamento dei servizi, sicuramente a livello territoriale, ma la criticità vera si è avuta nel presidio ospedaliero del Santa Maria della Stella, “ingolfato”, come sostiene la sindaca di Orvieto, e quindi incapace di garantire risposta adeguata alla necessità della popolazione. Ci risulta che vigano da tempo delle situazioni assurde, come quella della presenza del direttore sanitario per soli 2 giorni a settimana, oppure la copertura dei turni di reperibilità in Chirurgia e Pronto soccorso con sanitari a convenzione a 80 euro l’ora.

Come si pensa di far minimamente funzionare una struttura a corto di mezzi e personale qualificato? La presenza giornaliera del direttore sanitario è fondamentale, irrinunciabile data la carenza di dirigenti sanitari. Chi organizza, chi controlla? Sicuramente non è semplice reperire del personale disposto a lavorare in una struttura dove si respira aria di smantellamento, però se ci fosse sul territorio un governo sensibile e concentrato sulle problematiche del territorio, le sollecitazioni annose avrebbero più probabilità di essere recepite. Ci sembra che vadano individuate soluzioni nell’immediato, (ormai la pandemia sta finendo, così dicono) e non ci sono più scuse. Questi ultimi due anni è stata giustificata qualsiasi carenza in nome della sicurezza, ma ora dobbiamo pretendere esami specialistici, cure e interventi senza doverci rivolgere alla sanità privata o emigrare presso altri presidi a distanza di decine di chilometri.

Il Distretto è una leva fondamentale per dimensionare il servizio alle necessità del territorio. Chiediamo maggiore convinzione, ne va della nostra salute, e non siamo disposti a sopportare meline e giustificazioni efficientiste.