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PrometeOrvieto, “Casa di Comunità nel vecchio ospedale: impossibile tornare indietro, ma possibile non andare avanti”

Ormai il fatto è drammaticamente scontato e nell’indifferenza di molti, nell’assenza delle opposizioni e con il placet di alcuni, sindaci e sindacati compresi, la Casa di Comunità, intorno a cui gira il rinnovamento proposto dalla riforma sanitaria nazionale recepita dalla regione Umbria, sarà dislocato nell’ex ospedale di Orvieto, in piazza Duomo. E tanto per riempire un po’quegli spazi ci sarà inserito anche l’ospedale di Comunità. Ma la facciata su piazza Duomo, ci assicura il Sindaco di Orvieto, sarà uno spazio destinato ad altre finalità. In riferimento ai parcheggi, ci assicura Tardani, niente problemi, ci sono spazi abbondanti. Quindi prevediamo che altrettanto agile sia la viabilità per accedervi.   Per il Distretto di Orvieto, che è stato soppresso inserendo la gestione e la programmazione della sanità Orvietana in un distretto che va da una parte all’altra dell’Umbria, tutti d’accordo nel protestare contro la Regione, ma “senza piantare bandierine”, ci ricorda il Sindaco orvietano, tacciando implicitamente di campanilismo chi dovesse essere troppo fervido oppositore.

Queste scelte sciagurate ci preoccupano, perché ormai sarà difficile tornare indietro, perché per avere i fondi del Pnrr i progetti devono essere presentati ORA. Difficile tornare indietro ma possibile non andare avanti, se la scelta della Casa di Comunità dovesse risultare non fattibile o con troppi ostacoli da superare.   Allora, per dimostrarci che i nostri dubbi sono esagerati e le nostre valutazioni sballate, chiediamo all’Amministrazione comunale di Orvieto e alla Regione Umbria, a Tesei, Coletto, Tardani, Mazzi, di far conoscere almeno il piano urbanistico che sicuramente la Regione ha allegato al progetto, e con esso il piano della viabilità e della sosta che sottintende ovviamente questa scelta. Vorremmo anche sapere quanti operatori si prevede che saranno impiegati tra casa di Comunità e Ospedale di Comunità e quanti gli utenti prevedibili dei due servizi. Sicuramente questi dati sono a disposizione, perché in mancanza non vediamo come sia possibile prevedere la mole di traffico e la sufficienza degli stalli per la sosta, destinati a persone che accedono alla casa di Comunità e all’Ospedale di Comunità per lavoro o per curarsi e che quindi lì in piazza Duomo o dintorni devono poter arrivare e sostare.

Crediamo inoltre, e lo rivendichiamo, che abbiano il diritto di conoscere e valutare scelte così importanti anche i semplici cittadini (si chiama Partecipazione) e che esprimere un parere non sia soltanto appannaggio del personale istituzionale.  Noi non siamo estranei alla nostra città e rifiutiamo la politica che liquida chi non è d’accordo come rompiscatole, disturbatore del conducente, come appare in alcune dichiarazioni di gente ricolma di una sicumera che non può permettersi e di un’autorevolezza che non ha.

Naturalmente sosteniamo le richieste di maggiore efficienza della sanità locale che emergono dal dibattito con sindaci e sindacati sul Piano sanitario regionale, di un ruolo chiaro del nostro ospedale, dell’eliminazione delle liste di attesa, dell’adeguamento del personale e dei mezzi a sua disposizione: sono vent’anni che condividiamo questa pressione verso la dirigenza regionale e lamentiamo il senso d’impotenza che ha prodotto.   Oggi ci sono i fondi del Pnrr per costruire le strutture sanitarie del futuro e la loro organizzazione, ma l’accesso a quelle risorse richiede una serietà d’impostazione e una capacità di realizzazione. Concludiamo con un aforisma del nostro Pier Luigi Leoni del tutto aderente al caso «Spesso i politici danno l’idea di essere mentalmente confusi. Quasi quanto i loro elettori».

Di seguito il link al Decreto ministeriale 71, che specifica compiti e dimensioni delle strutture su cui è progettata la nuova sanità territoriale. Consigliamo di leggerla per capire come saremo curati con la nuova Sanità.

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=102725