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PD, “il progetto della ex-scuola di Orvieto Scalo è un rischio senza confronto con la comunità”

Si è tenuta venerdì scorso l’iniziativa pubblica promossa dal Partito Democratico di Orvieto, vòlta ad approfondire i profili del progetto di rifunzionalizzazione dell’ex scuola media di Orvieto scalo, per il quale il Comune ha ottenuto il cospicuo finanziamento di oltre 4,8 milioni di euro.  Con la considerevole somma, finanziata dai fondi confluiti all’interno del Pnrr, si andrà a demolire l’attuale fabbricato di via Monte Nibbio e si andrà a realizzare un nuovo edificio su due livelli, per un totale di oltre 1.200 mq. che ospiterà il Ce.Pol. (Centro Polivalente per le Politiche Sociali e della Famiglia), oltre alla sistemazione del verde pubblico limitrofo.

Numerose le preoccupazioni e le perplessità emerse circa le sorti degli spazi che nell’edificio ospitano oggi il Centro Anziani con sala multifunzionale e degli spazi concessi ad associazioni del territorio attive nel volontariato.   Nella relazione introduttiva al progetto si legge che “nell’area è presente un fabbricato pubblico dismesso oltre che i giardini pubblici. Limitrofa l’area sono presenti edifici residenziali, commerciale e per uffici, liberi o scarsamente utilizzati. È presente, inoltre, un parcheggio pubblico”.

Ma nell’area c’è molto di più.  C’è una realtà dall’alto valore sociale.  C’è la casa attorno alla quale cresciuta e si è naturalmente sviluppata una comunità attiva e vivace.  C’è un centro di aggregazione intergenerazionale di famiglie, di giovani e meno giovani che negli anni hanno costruito non solo realtà associative, ma un coeso tessuto sociale.  C’è uno spazio che, nell’ospitare attività ed iniziative, ha svolto un prezioso ruolo di presidio del luogo e di mitigazione dei fenomeni di degrado sociale. 

Un progetto che non tenga conto di questa realtà rischia di rivelarsi distante dagli intenti dichiarati con un intervento che, se assolve il compito del miglioramento del decoro urbano, rischia di mancare l’obiettivo della riduzione della marginalizzazione e del miglioramento del contesto sociale.  L’iniziativa ha rappresentato un valido momento di confronto con i principali fruitori degli spazi di quell’area, famiglie, giovani, anziani, un confronto cui l’Amministrazione si è sottratta nella fase di redazione del progetto, oggi finalizzato e finanziato.   Un confronto da cui non si può invece prescindere se non correndo il rischio di vanificare gli sforzi e partorire un progetto distante dalle reali esigenze della comunità locale, di cui disattende le istanze, senza rappresentare un’efficace risposta all’obiettivo di riqualificazione dell’area.  Una nuova palazzina destinata ad ospitare gli uffici oggi collocati nei locali all’ex caserma Piave, anche se realizzata con moderni elementi di bioarchitettura, non può assolvere di per sé al compito dipromuovere la generazione di un tessuto sociale, come non può e non deve prescindere dalle componenti attive che tale tessuto costituiscono.  Benché importante e necessaria sia l’individuazione di una nuova collocazione per gli uffici destinati al settore delle politiche sociali, in grado di offrire spazi adeguati alle attività prettamente concernenti i servizi erogati, questi non possono essere sottratti alla comunità che si dice di voler servire.  La riqualifica dell’immobile dell’ex scuola media, così come progettato, rischia di privare la comunità di orvieto scalo dell’unico centro di aggregazione esistente nel quartiere, e del suo ruolo attivo per l’intera collettività.

Queste le considerazioni che il Partito Democratico ha tradotto di una mozione che, facendosi portavoce delle istanze raccolte, auspica si avvii quel percorso di concertazione con cittadini e associazioni che fin qui è mancato e si proceda all’individuazione di aree idonee a soddisfarne le esigenze: spazi dedicati al centro aggregativo per anziani, uno spazio multifunzionale nella disponibilità della comunità, servizi pubblici con funzione spogliatoi per l’utilizzo del campo da calcetto e dello spazio verde.