1

PD di Orvieto, sulla sanità pubblica il “vogliamoci bene” non funziona

Abbiamo più volte segnalato la “disattenzione” dell’attuale amministrazione comunale di Orvieto in materia di sanità pubblica. Lo avevamo fatto durante i mesi più duri dell’emergenza sanitaria e ci vediamo costretti a farlo di nuovo.   Il diritto alla salute sembra non trovare spazio nell’agenda di sindaco e giunta, in altre faccende affaccendati per accorgersi del fatto (o per avallarlo?) che la salute non è merce che se hai i mezzi la compri, altrimenti ti arrangi come puoi.  Tra gli effetti di questa “disattenzione” rientra la grottesca vicenda della gestione della campagna di vaccinazione – in merito alla quale i consiglieri comunali del Partito Democratico hanno già depositato opportuna interrogazione – che, oltre agli inspiegabili ritardi ed all’inerzia della Regione (si veda la campagna vaccinale nei luoghi di lavoro, avviata dal governo ma assente nella programmazione regionale), costringe gli orvietani a spostarsi a Terni, Narni, Amelia o, per i più fortunati, al caos delle lunghe file sotto il sole presso l’hub di Bardano.  Ma la vicenda dice di più, e parla del totale assoggettamento di Orvieto alle determinazioni che promanano da Perugia.

Nel “Libro Bianco” deliberato dalla giunta regionale nel mese di febbraio, contenente le linee strategiche del nuovo Piano Sanitario Regionale, si preannuncia il dimezzamento dei distretti (da 12 a 5/6).  Tra questi, in ragione dei numeri, Orvieto non è contemplata.  Dal sindaco Tardani solo silenzio.   Non importa se l’accorpamento del distretto di Orvieto suoni completamente distonico rispetto al proposito di rafforzare la medicina del territorio ed in controtendenza rispetto a quanto l’esperienza Covid avrebbe dovuto insegnarci.  Non importa se il taglio andrebbe a colpire un’area interna riconosciuta come tale anche per via della distanza dai principali centri di erogazione dei servizi sanitari.   Non importano le carenze strutturali, strumentali, organizzative e di personale che gravano sul nostro ospedale, che sta pagando un costo altissimo in termini di reale capacità di erogare servizi sanitari ai cittadini.  Non importa se i soldi che arriveranno sul Pronto Soccorso sono stati previsti dal Ministero della Sanità, non certo dalla Regione, e gli interventi strutturali del Recovery Plan sull’ospedale cittadino, in materia di prevenzione del rischio sismico, saranno da dividere con Foligno e Spoleto.  Non importa se la nuova collocazione individuata per la  Casa di Comunità all’interno dell’ex ospedale in piazza Duomo lasci enormi perplessità sia in termini di logistica, funzionalità territoriale ed accessibilità, sia in termini dell’ammontare dell’investimento e dei tempi di realizzazione, considerati i limiti stringenti imposti del Recovery Fund.   Non importa se da una parte si progettano interventi per mitigare le oggettive diseguaglianze sul tema del diritto alla salute e dall’altra si annienta ciò che residuava di quel diritto. 

Non importa se sulla sanità pubblica il “vogliamoci bene” non funziona.

Partito Democratico di Orvieto