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Parte Civile, “perché impedire alla USL di realizzare la Casa della Salute al Duomo con la scusa del traffico?”

Orvieto è una città alta e strana, o sono strani alcuni dei suoi abitanti? Presto, grazie ai fondi europei, arriveranno i finanziamenti per realizzare importanti opere, necessarie a riorganizzare secondo moderni concetti i servizi sanitari e sociali: portare i servizi sanitari di base tra i cittadini e gli utenti, sul luogo di residenza, in città, negli edifici dell’’ex ospedale.  In ragione del costante accrescersi dell’età media della popolazione, delle difficoltà di mobilità da un lato e la crescente esigenza di aiuto alla propria salute questa prossimità diventa ancora più preziosa!

Puntualmente, però, a fronte di questa attenzione della amministrazione pubblica per l’interesse generale, con questa realizzazione, da parte di alcuni, si trova opportuno si riaprono vecchie polemiche e particolarismi, che pretendono di riaprire il dibattito su decisioni prese, noi diremmo finalmente! dopo anni di immobilismo e domanda di servizi sanitari di prossimità non sempre soddisfatta adeguatamente.

La motivazione sarebbe il grande afflusso di persone che dovendo utilizzare i servizi, riportati o realizzati nel complesso ex ospedale, andrebbero a generare caos alla viabilità e o addirittura al sistema dei parcheggi.     Per carità lungi da noi, censurare ogni pensiero o preoccupazione, che evidenzia semmai, un interesse e attaccamento alla città, ma la domanda sorge spontanea: ogni volta che si avviano interventi di riqualificazione del tessuto urbano per migliorare la qualità della vita della comunità, contro lo stato di abbandono e di degrado di zone importanti, come piazza Duomo, si deve necessariamente creare ad arte polemica o contrasto? Noi crediamo che se, come si ipotizza, certi servizi porteranno maggior afflusso nel centro storico, sicuramente questo fenomeno contribuirà a ripristinare e riqualificare un ruolo di città viva e prospera per il centro storico di Orvieto. Insomma, per non essere lunghi e noiosi, domandiamo: forse è meglio mantenere lo stato di abbandono di questa importante parte di città, in attesa del realizzarsi di un qualcosa di là da venire e non a beneficio diretto della intera comunità?

E poi, perché impedire al legittimo proprietario che è la ASL di realizzare la casa della Salute e l’ospedale di comunità, in una struttura disponibile, dove per altro, venti anni fa c’era un Ospedale; quindi, con una totale affinità tipologica edilizia alla nuova prevista funzione, che di per se portava già allora, un notevole afflusso di persone e mezzi? Noi non staremo troppo in ansia, consapevoli che gli attuali otto accessi al complesso di cui la metà carrabili e fruibili da diverse zone, dove sarebbe possibile anche aggiungere adeguate aree di parcheggio, suggeriranno soluzioni senza implicare disagi a “qualcuno”, ma i progettisti questo lo sanno e sapranno come fare nell’interesse della comunità orvietana tutta.

 Il segretario regionale – Danilo Bellavita