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Niente ferie dal 2 maggio per gli agenti del carcere che entrano in stato di agitazione

La storia ha del surreale, una coperta oramai corta e sdrucita che si è strappata nel tirarla. La coperta corta della mancanza di personale denunciata da anni all’amministrazione penitenziaria, al Provveditorato della Toscana ed Umbria, ai direttori del carcere di Orvieto succedutisi negli anni come reggenti e mai risolutori, neanche parzialmente, delle evidenti criticità. Criticità denunciate dai sindacati Sappe, Osapp, Uspp e CGIL-Fp in tutte le occasioni di confronto sindacale ma rimaste sempre inascoltate insieme alle proposte messe in campo dalle sigle stesse. Silenzio assordante alle varie richieste di supporto inviate al Provveditorato. L’unica comunicazione l’hanno ricevuta i sindacati all’ultimo incontro del 2 maggio scorso “L’amministrazione penitenziaria non risponde alle richieste di supporto pertanto gli agenti non potranno andare in ferie da maggio in poi…” Così ha esordito l’attuale direttore del carcere, Luca Sardella, in pieno disprezzo del diritto costituzionale di usufruire delle ferie, dei contratti di lavoro che le disciplinano, della stanchezza del personale dopo i turni massacranti per la pandemia, dopo anni di ferie accumulate e non godute per esigenze di servizio.

Ci vuole veramente coraggio per trattare in questo modo gli operatori di Polizia Penitenziaria che chiedevano solo e giustamente di recuperare un po’ di stanchezza. Ci vuole veramente coraggio a negare ciò al personale oramai anche avanti negli anni per il mancato turn over previsto e finora mai attuato. Ci troviamo di fronte, denunciano le sigle sindacali, all’ennesima inefficienza dell’Amministrazione Penitenziaria scaricata sulle spalle dei lavoratori, sulle spalle dei loro diritti, sulle spalle della loro vita privata e familiare, sulle spalle della loro salute. Negare il recupero psico-fisico per un lavoro stressante e delicato come quello della polizia penitenziaria non merita commenti.

Ovviamente tale situazione costringe le organizzazioni sindacali ad indire lo stato di agitazione, a richiedere un urgente incontro con il Provveditore Regionale di Toscana ed Umbria, oltre che esercitare ogni utile azione giuridica e prerogativa sindacale al fine di tutelare i diritti dei lavoratori della Polizia Penitenziaria.

Fonte:  Sappe, Osapp, Uspp e CGIL-Fp