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Nella scuola elementare di Ciconia si insegna anche il “Fair Play”

“Ciao mamma, guarda come mi diverto” canta Jovanotti con un video proiettato sulla parete della lavagna della classe mentre gli alunni della 5^C dell’Istituto comprensivo di Orvieto Montecchio stanno preparando i disegni da presentare al concorso “Il fair play riparte dalla scuola. Forse parafrasando le parole del cantautore, rapper e disk jokey toscano vogliono dimostrare, mentre lavorano, come si divertono alla maestra Catia Bianchi, alla dirigente Isabella Olimpieri e anche a Lucia Custodi ideatrice del progetto legato al suo libro “Bon dice a Ton” sul corretto comportamento a tavola, nel quotidiano in tutti i suoi momenti nel corso della giornata.

“Questo secondo anno abbiamo iniziato con argomenti diversi – dice la professoressa Custodi – Come si vede sui pannelli sulle pareti della classe: come ci si comporta a teatro, ad una mostra, al museo, in biblioteca, in libreria, alla presentazione di un libro, allo stadio, al cinema. I ragazzi hanno poi affrontato loro stessi la produzione di un piccolo video. Tutti questi ragazzi fanno sport e quindi è stato interessante poter parlare con loro di rispetto, di collaborazione, di motivazione, di competizione”. Gli alunni hanno espresso alcune considerazioni riguardo a questi argomenti: “E’ molto bello vincere da soli e che siamo riusciti a raggiungere degli obiettivi. Ma a volte è meglio aiutare gli altri anche se arriviamo ultimi”. Un altro bambino ha detto “Il rispetto non è soltanto il rispetto del fair play, ma anche il rispetto per i genitori, per la famiglia e per gli amici”.

“Il rispetto per gli altri bisogna sempre averlo in tutti gli eventi. Per esempio quando incontriamo una persona anziana che ha difficoltà ad attraversare la strada, la teniamo per strada e la aiutiamo.  Quando io gioco sono impegnato a vincere, però è anche molto bello stare anche con gli amici. Il sacrificio è quando ti impegni al massimo, però devi rinunciare ad alcune cose”. La professoressa Custodi aggiunge “Abbiamo anche del bullismo e ciascuno di loro ha portato la propria esperienza al riguardo. Abbiamo parlato di come ci si comporta nel traffico stradale”. Un alunno indicando il relativo disegno sul suo banco aggiunge: Qui dunque in poche parole avrei appreso che tu non sei il capo della strada quando c’entri, sei uno che ne fa parte”.

Tutti elegantissimi: i maschietti con cravatta e fiocchetto, le bambine con i capelli curati e le treccine con fiocchetto colorato, perché chiedo a Lucia Custodi? “I ragazzi sapevano della venuta di un giornalista a prendere confidenza con il nostro esperimento e allora, consultandosi tra loro, si sono messi d’accordo di accogliere un ospite curando il loro abbigliamento come fosse un giorno di festa e non di scuola soltanto”. “I ragazzi chiedono e soprattutto ascoltano queste regole – aggiunge la maestra Catia – e cercano di metterle in pratica durante la giornata sia a scuola che a casa. Loro sono un gruppo che collabora, condivide, riflette insieme, cammina insieme e discute, a volte, insieme?”

Per ogni lezione i ragazzi hanno avuto un cartellino da appendere al collo, ognuno di questi cartellini ha il nome di un regista, di un attore, di uno sportivo e ciascuno di loro ne assume la personalità. Il ragazzo che ha avuto il nome di Fellini ha approfondito a casa, come compito, quello di documentarsi sul regista, sui film, sugli attori dei suoi capolavori ma anche sulle figure del mondo cinematografico: operatore, ciacchista, microfonista, datore delle luci. “Così – dice soddisfatta Lucia Custodi – hanno appreso termini e momenti di lavoro per la produzione di un film o di un documentario”.

La lezione si è conclusa con un grande applauso, con la consegna della pergamena di partecipazione e con un mazzo di fiori alla maestra, alla professoressa e alla dirigente scolastica.