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Napoli, non è solo uno scudetto

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Quanto avviene in queste ore a Napoli è qualcosa di straordinario, che non capita spesso nel panorama nazionale. La vittoria dello scudetto degli azzurri  non è solo un’impresa sportiva ma è soprattutto la grande festa di una splendida città che negli anni ha saputo attendere un titolo così agognato e lo sta accogliendo con uno spirito, una commozione e un moto popolare, che contagia anche chi non è appassionato di calcio o tifoso della squadra partenopea. È il riscatto di un territorio che negli anni si è sentito emarginato dal resto d’Italia, soprattutto da quella settentrionale e non solo, dove ancora esiste l’orrendo stereotipo di definire “terroni” la gente del Meridione e che  proprio durante le partite giocate dal Napoli in trasferta da sfoggio di odio e vilipendio di una città intera e della sua gente.
Se nella sua stupenda canzone “Napul’ è” uno degli artisti più apprezzati nel panorama nazionale, Pino Daniele, denunciava tutti i pregiudizi riguardo Napoli considerata “una carta sporca”, finalmente anche i più biechi ed assurdi detrattori sono smentiti dai fatti.
Napoli non è una carta sporca ma è una delle città più belle e caratteristiche della nostra penisola.
Napoli e la napoletanità rappresentano un unicum capace negli anni di aver sfornato eccellenze in ogni settore della vita pubblica e culturale del paese. Da Edoardo a Massimo Troisi, dal già citato Pino Daniele a Edoardo Bennato, da Totò a Sophia Loren, quanti e quali talenti nati in questa città  hanno saputo rendere un marchio di unicità il loro essere vissuti all’ombra del Vesuvio.
E quante le sue bellezze da mostrare al mondo intero, il suo golfo meraviglioso, i suoi quartieri storici, i suoi scorci con panorami incantevoli e viste mozzafiato con il mare a fare da sfondo. Ma soprattutto è lo spirito di chi vive in una città che negli anni ha avuto ed ha ancora una serie di problemi di difficile risoluzione, di emarginazione, di degrado, con la Camorra a restare drammatica protagonista ed a dettare “la sua legge”.
In queste ore prevale un senso di appartenenza, di orgoglio, con una filosofia di vita che aiuta a superare le vicissitudini difficilmente riscontrabile in altre città del mondo.
Non si può non essere felici per tutti quei napoletani che adesso stanno dando dimostrazione di come lo scudetto vinto dalla squadra di calcio non sia solo un evento sportivo ma soprattutto una grande gioia di popolo, da condividere tutti assieme, senza distinzioni di classi e di ceto, dal Vomero ai Quartieri Spagnoli, da Mergellina a Spaccanapoli.
E’ la vittoria di due personaggi non certo semplici come il presidente De Laurentis ed il tecnico Luciano Spalletti, di calciatori provenienti da ogni angolo del mondo, dalla Georgia alla Corea, dalla Nigeria alla Polonia, con qualche italiano a condire un melting pot che ha dato e sta dando spettacolo in tutti gli stadi, italiani ed europei.
Ma è soprattutto la vittoria strameritata della gente di Napoli e di tutti quei napoletani, decine di migliaia che sono dovuti andare via dalla loro città per poter lavorare ed affermarsi professionalmente ma che portano orgogliosamente nel cuore, in giro per il mondo, la Dea Partenope.