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L’osservatorio delle prime venti società di capitali dell’Area Interna presentate da “Cittadinanza Territorio Sviluppo”

L’impresa sociale Cittadinanza Territorio Sviluppo presenta il primo osservatorio delle 20 principali società di capitali dell’Area Interna Sud-Ovest Orvietano.  E’ un profilo particolareggiato delle aziende che pesano in maniera determinante sull’economia di un territorio che va dal Trasimeno alla Tuscia e legato dalla storia, dalle infrastrutture viarie e da enti come il GAL Trasimeno Orvietano che intervengono progettando un futuro in rete per le imprese che sono nate e operano all’interno di quest’area vasta.  Ha aperto i lavori il presidente della CTS, Francesco Paolo Li Donni, che ha presentato l’osservatorio, “è uno strumento utile per fare scelte consapevoli da parte di enti pubblici e imprese”.  Il panel “cristallizza – spiega sempre Li Donni – la situazione al 2019 mentre per il 2020 diamo appuntamento a febbraio del prossimo anno”.

Il rapporto parte esaminando innanzitutto le dimensioni delle aziende con 1 microimpresa, 14 piccole imprese (cioè con meno di 50 dipendenti), 4 medie imprese e una sola grande impresa con più di 250 occupati.  Questo è un primo indicatore che sottolinea la mancanza di imprese di grandi dimensioni capaci di assorbire una quota di forza lavoro alta e soprattutto di spingere verso la creazione di distretti produttivi omogenei.  Secondo Matteo Tonelli, amministratore delegato del CTS, “il campione selezionato è fortemente rappresentativo rispetto al numero degli addetti e alle dinamiche tipiche della piccole e media impresa dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano”.

Del campione preso in esame il settore più rappresentato è quello del commercio con 9 realtà produttive pari al 45% del totale, al secondo posto troviamo il manifatturiero e le costruzioni con il 15% (3 aziende), l’agroalimentare con il 10% (2 aziende), a chiudere con il 5% ciascuno e un’azienda troviamo estrattivo, terzo settore e servizi.

Il territorio più rappresentato per ricavi nel 2019 è quello di Orvieto.  Ceprini Costruzioni srl è la prima con poco più di 80 milioni di euro.  Al secondo posto c’è Rubeca Motori, un’altra srl di Città della Pieve con poco più di 29 milioni di euro.  La prima Spa è Vetrya che si ferma sempre intorno ai 29 milioni di euro. 

Il rapporto prende in esame altri due indici, gli addetti medi e il MOL e le sorprese non mancano.

L’indice più interessante è sicuramente quello degli addetti. Nel 2019 il numero totale di lavoratori occupati nelle aziende del panel era 1.100 mentre a marzo del 2021 erano 1.112.  Sempre al 31 marzo di quest’anno il numero totale degli addetti nell’Area Interna Sud-Ovest Orvietano erano 14.683 e le aziende campione pesano per il 6,86% sul totale della forza lavoro.  Se invece si prende in esame il totale degli addetti nei cinque comuni dove hanno sede le aziende campione la percentuale tra addetti totali e addetti delle prime 20 aziende sale al 10,52% un campione significativo dal quale si può partire per analizzare, ad esempio, l’andamento delle retribuzioni medie o delle qualifiche e degli inquadramenti professionali.

Sicuramente la tabella più interessante riguarda il MOL.  L’unica società con un MOL fortemente negativo è Vetrya che nel 2019 ha registrato un valore negativo pari a 5.590 milioni di euro. La Ceprini Costruzioni conferma la sua solidità piazzandosi in questa particolare classifica, al primo posto, così come nelle altre due.  Il MOL stravolge anche i rapporti di forza tra Orvieto e il resto dell’Area Interna.  Prima di trovare un’altra azienda orvietana si deve scorrere fino al 5° posto con Basalto La Spicca che è anche la prima a scendere sotto quota un milione di euro e per la precisione 830 mila euro.  Per Antonio Rossetti, presidente del comitato scientifico del CTS, “le imprese orvietane scontano un gap di redditività rispetto al resto delle imprese dell’area che sono allineate al dato nazionale.  Abbiamo riscontrato una scarsa propensione agli investimenti – continua Rossetti – e una all’innovazione tecnologica, due elementi necessari per affrontare le sfide del futuro prossimo”.

Paolo Fratini, commercialista e docente all’Università di Perugia, ha approfondito gli aspetti patrimoniali delle imprese incluse nello studio redatto dalla CTS che ha fatto emergere che “la composizione dell’attivo sia formato per più di 2/3 da attivo circolante e per la restante parte da attivo immobilizzato netto.  Quest’ultimo, per altro, cresce complessivamente nel periodo di riferimento così come il valore del patrimonio netto.  Da evidenziare, invece, come elemento di solidità patrimoniale la circostanza per cui l’indice di patrimonio netto su attivo immobilizzato assume sempre valori superiori all’unità, con ciò indicando che le immobilizzazioni sono interamente finanziate dal capitale proprio”.

Ha chiuso i lavori Francesca Caproni, direttore del GAL Trasimeno-Orvietano, che ha patrocinato l’incontro, sottolineando l’utilità dell’osservatorio soprattutto per gli enti pubblici che devono programmare il futuro del territorio. “In questo periodo post-pandemico è sempre più importante – ha sottolineato Francesca Caproni – la programmazione e il monitoraggio dell’economia, ragion per cui riteniamo prezioso il contributo della CTS con il suo Osservatorio che traccia un profilo preciso dal punto di vista non solo finanziario ma soprattutto per quanto riguarda la forza lavoro impiegata e la dimensione d’impresa nell’Area Interna”. La CTS da già appuntamento per la fine del mese di febbraio con l’aggiornamento dell’osservatorio al 2020 e la presentazione di altri due osservatori sulla demografia dell’area e sulla demografia aziendale che prende in esame tutte le altre tipologie d’impresa non rientranti nel campione delle società di capitali.