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L’Isao presenta Guido Barlozzetti che racconta “Pasolini, l’ultimo pirata” il 4 marzo al Teatro del Carmine

Venerdì 4 marzo alle 17,30 al Teatro del Carmine, Guido Barlozzetti, giornalista e scrittore, presenterà un racconto multimediale – parole, immagini, musica – per ricordare Pier Pasolini. Il centenario dalla nascita è solo un’occasione per ricordare una figura che ha segnato la storia  del Paese con un interpretazione appassionata dell’impegno dell’intellettuale, approfondendo in se stresso le contraddizioni di tutta una società.

“Pasolini, l’ultimo pirata” si articola in quattro atti e un epilogo:

– l’Inizio, quando il poeta arriva a Roma da Bologna e passa dalle difficoltà quotidiane al successo di Ragazzi di vita;

– La Testa e il Cuore, l’elaborazione poetica de Le Ceneri di Gramsci in cui l’impegno civile si intreccia con il versante doloroso della passione e della contraddizione personale;

– Il sogno, la felicità del popolo napoletano del Decameron e lui che si mette in scena da assistente di Giotto;

– Il profeta, il tempo degli Scritti corsari e delle Lettere Luterane, la mutazione antropologica degli italiani e il consumismo;

– L’epilogo di Ostia, la fine di Pasolini, un assassinio con tante ombre, la chiusura senza speranza di un impegno in solitudine.

Il racconto è accompagnato dagli interventi visivi di Massimo Achilli.

“Definire pirata Pasolini – dice Barlozzetti – significa sottolineare l’alterità di un impegno che fa tutt’uno con la vita e una lotta solitaria che lo scrittore, poeta e regista ha condotto alla ricerca di una purezza inevitabilmente intrisa nelle sue radicali contraddizioni. L’ultimo pirata, perché nessuno, dopo di lui, ha avuto il coraggio,  la forza e l’intensità della sua voce, fino al nichilismo finale. Un’esperienza scandalosa capace di entrare nel corpo vivo di se stesso e di una società di cui visse la trasformazione profonda, dal vagheggiato mondo contadino e dei giovani delle borgate al conformismo indotto dal nuovo, totalitario, potere dei consumi”.”.

“Pasolini fu sempre uno scrittore – dice Raffaele Davanzo, Presidente dell’Isaolo stesso della prima struggente tenerezza che accompagnava i ragazzi di borgata, piccoli esseri umani affamati. Nella sua ultima  intervista, qualche giorno prima di quello fatidico, disse: “Nel mio passaporto c’è scritto scrittore. Il mio dovere di scrittore è continuo, e resta sempre quello di fondare ex-novo la mia scrittura”. Perché Pasolini si mostra e si fa percepire sempre come scrittore, anche quando affida alle immagini il suo essere pensiero. Al massimo, come pittore: non a caso volle interpretare nel suo Decameron il pittore in cerca di ispirazione. È Giotto che sta rinnovando sempre, come lui, la sua poetica? Per questo l’ISAO ha scelto proprio quell’immagine: Pasolini pirata, ma sempre e solo creatore di sé stesso”.