Liceo Gualterio, un docente “situazione di disagio, speriamo che gli studenti non siano più solo numeri”

Continua il dibattito sulla situazione del Liceo Classico F.A. Gualterio. La protesta dei “tazebao” sta avendo degli effetti. Questa volta interviene un docente che preferisce rimanere anonima. OrvietoLife conferma la disponibilità a ospitare sia il punto di vista dell’istituzione scolastica che di altre persone coinvolte, a partire dall’ente proprietario e cioè la Provincia di Terni.

Intervengo come docente nella discussione, sollecitata dal genitore che ha deciso coraggiosamente di rompere il muro dell’indifferenza sulla situazione del Liceo Gualterio.   Ha ragione a chiedersi come mai non ci sia una reazione o una proposta da parte di persone che vivono quotidianamente i problemi della scuola.  La risposta è proprio nella definizione “annichiliti”, ridotti a nulla, perfetta perché attualmente molti docenti sono soggetti a cui non è più lecito esprimere il dissenso e non sono neanche degni di una comunicazione che chiarisca magari il motivo di scelte definite didattiche.  Di questa situazione di disagio e umiliazione, vissuta purtroppo in molte scuole, la responsabilità è della legge della “Buona Scuola”, che ha aumentato notevolmente il potere dei Dirigenti, ma purtroppo anche di quei docenti che alzano la mano solo per approvare nei Collegi o peggio di quelli che nel caos e nella disorganizzazione hanno guadagnato senza meriti un ruolo, diventando strumenti di una gestione di tipo personalistico.  Anche noi ci auguriamo che il Liceo Gualterio possa essere liberato e che gli studenti non siano più solo numeri, come giustamente sottolineato dai ragazzi ribelli cui va il merito di avere aperto il caso.

Non credo che al genitore saranno date le risposte che anche noi “annichiliti” abbiamo provato a chiedere, e forse sono altre le strade da percorrere per ottenere una soluzione. Piuttosto anche noi ci facciamo qualche domanda: dove sono le Istituzioni, l’Ufficio Scolastico Regionale e la Provincia, sollecitata con due segnalazioni, che dovrebbero controllare la correttezza di quanto viene disposto?  Mi fermo qui per ribadire   che la cosa più grave in una “comunità educante”, evidenziata dal caso in questione ma verificatasi in molte altre situazioni, è la mancanza di dialogo, informazione e rispetto delle norme.

Lettera Firmata