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Lei è russa, il marito ucraino, vivono a Orvieto. La testimonianza e il racconto di Elena

Abbiamo incontrato Elena, russa, che vive in Italia da più di vent’anni.  Ha sposato un ucraino e sta vivendo questi giorni con grande emozione, rabbia, commozione.  La rabbia perché il suo Paese ne ha attaccato deliberatamente un altro indipendente, democratico e con un presidente legittimamente eletto.  Con lei abbiamo ripercorso i giorni precedenti, il dibattito e le discussioni sui preparativi di guerra.  Il marito la sveglia e semplicemente le comunica “La Russia ha attaccato l’Ucraina”.  Sono stati momenti difficili, di smarrimento, anche per iniziare a spiegare ai figli cosa stava avvenendo.  Poi il pensiero è andato ai parenti a Kiev, i nipoti, la cognata, il cognato.  Fortunatamente le comunicazioni sono state sempre stabili e hanno iniziato a pianificare il viaggio.  Il cognato è rimasto a Kiev perché militare mentre la moglie e i bambini sono arrivati a Orvieto.  Il racconto del viaggio, le ore di attesa, le bombe, i missili, le paure prima di arrivare in Polonia e respirare aria di salvezza e pace, ma lontani da casa e dagli affetti.

Qual è in questo momento la situazione dei tuoi familiari in Ucraina?

Mia cognata con i suoi due figli, dopo un viaggio lunghissimo è riuscita ad arrivare qui a Orvieto.  Suo marito invece è un militare, quindi è rimasto a Kiev e lavora in ininterrottamente da giovedì scorso.

È notte fonda quando Putin decide di attaccare l’Ucraina. Cosa è successo a casa tua quando è arrivata questa notizia?

La prima reazione è stata d’incredulità.  Non è possibile, stai scherzando, non è una cosa reale. Non ci aspettavano mai una cosa del genere anche se sapevamo che una guerra lunghissima nel Donbass è in atto da tanti anni ma siamo rimasti veramente increduli di fronte alla televisione.   Mi ricordo perfettamente mio marito che mi ha svegliato e mi ha detto, “Elena la Russia ha attaccato l’Ucraina”. In realtà non era un evento totalmente ma nessuno ha voluto credere che Putin lo avrebbe fatto realmente.  E’ vero ha minacciato tante volte ma non si era mai concretizzato il pericolo.  Poi ha iniziato a spingere sull’acceleratore quando hanno iniziato le esercitazioni in Bielorussia.  Alla domanda diretta ha però sempre negato ogni intenzione bellicosa, ma intanto preparava l’attacco.   Qualosa personalmente ho iniziato a temerla quando gli USA hanno evacuato la loro ambasciata a Kiev.  Ma poi abbiamo continuato a non credere che fosse possibile l’invasione, poi mio marito mi ha svegliata e mi ha detto che la guerra era cominciata.  

Dopo un primo momento di plausibile smarrimento avete provato a mettervi in contatto con i parenti in Ucraina.  Ci sono stati problemi?

Assolutamente non ci sono stati problemi. La connessione internet è sempre stata attiva e anche oggi è possibile comunicare nonostante i bombardamenti continui. Appena ci hanno risposto semplicemente li abbiamo convinti a venire qui in Italia da noi. 

Ora tua cognata è qui a Orvieto.  Ti ha raccontato come è stato il viaggio verso la “pace”?

Lei ha provato a partire subito.  Ha preso la macchina con i suoi bambini ma dopo due chilometri ha dovuto rinunciare.  Il giorno successivo, dopo molte ore nei sotterranei, è ripartita.  Ci ha messo 17 ore per arrivare il più vicino possibile al confine.  Un viaggio lungo, difficile, drammatico.  Bombe, controlli, spari ma ha resistito con i suoi bambini.  Poi la sosta e ancora un altro lungo viaggio fino alla dogana con la Polonia.  Solo lì hanno potuto riposare, e soprattutto lì si sono resi conto di essere fuori dall’incubo terribile della guerra.  Ora sono a Orvieto e il suo racconto è stato come un fiume in piena.  Ha visto case distrutte, morti per strada perché le truppe di Putin non si fermano.  Anche Hitler concedeva delle piccole tregue per dare degna sepoltura alle vittime e per soccorrere i civili.  Avete visto anche voi che anche con i corridoi umanitari non c’è alcuna certezza.  Distruzione e morte ovunque!

Da una parte e dall’altra, tutti dicono che russi e ucraini sono fratelli, e certamente anche tra fratelli ogni tanto si litiga, ma non ci si uccide.  Allora come mai tutta questa violenza, invece?

L’Ucraina è stata per lunghissimo tempo sottomessa alla Russia e nel ’34, proprio perché non voleva cadere sotto il controllo sovietico, il regime di Mosca ha provocato la cosiddetta “finta fame”.  Poi è arrivata la tragedia della Seconda guerra mondiale e un nemico più pericoloso e Kiev è entrata definitivamente nell’orbita di Mosca.  Il popolo ucraino ha subito e è stato tradito dai fratelli russi e quindi quando questa folle guerra sarà finita per loro sarà estremamente difficile dimenticare, riabbracciare i fratelli che hanno tradito la fiducia. 

Come avere provato a spiegare cosa sta succedendo e soprattutto come stai cercando di spiegare l’invasione russa?

Io ho provato molto semplicemente a spiegare che la causa di tutto è la mancanza di democrazia.  Il popolo è come un gattino cieco, fa quello che dice la mamma senza ragionare.  Ecco in Russia c’è una persona sola al comando e tutti lo devono seguire.  Se qualcuno prova a deviare dalla strada maestra viene arrestato.  In Russia non si può protestare e chi lo fa rischia il carcere. Anzi, se vuoi protestare devi essere autorizzato dalle autorità, quindi è impossibile.  In questi giorni c’è  stato chi è sceso in piazza e tutti abbiamo visto la polizia arrestare senza alcuna pietà.  Hanno fermato due bambini impauriti con l’unica colpa di avere mostrato due disegni.  Hanno arrestato anziani, donne, giovani che ora perderanno il lavoro.  Le star di cinema e Tv che hanno deciso di schierarsi contro la guerra sono state licenziate in tronco.  Quindi in Russia chi non la pensa come il capo è tagliato fuori dal vivere civile.

I tuoi parenti in Russia li hai sentiti, ti hanno telefonato dopo l’attacco all’Ucraina?

No, non li sento da una settimana e nessuno di loro mi ha chiamato per avere notizie dei mei parenti ucraini.

Ma secondo te perché non chiamano?

Forse hanno paura, ma non ne sono certa. 

Vorrei farti una domanda piuttosto diretta. In Russia c’è democrazia?

No, nella maniera più assoluta.  Secondo la mia modesta opinione per Putin l’Ucraina è una spina nel fianco perché si è aperta la mondo e l’uomo forte non vuole che passi quest’idea.  Il russo che lavora, operaio, contadino, pensionato, non cerca stili di vita nuovi semplicemente perché non li conosce.  Il popolo russo nella sua maggioranza sopporta i disagi della vita quotidiana.  A soffrire sono gli oligarchi e le loro famiglie che sono ormai abituate a vivere all’occidentale e ora per loro è veramente difficile.

Ma allora cosa serve per rompere questo legame forte tra Putin e il popolo russo?

Sicuramente servono maggiori input esterni ma, ripeto. È molto difficile sia per i pesanti controlli della polizia e dell’apparato sia perché molti russi non sono mai usciti dal loro Paese e quindi non hanno conosciuto e non hanno visto come si vive all’estero.

E poi c’è una questione storica che la Russia non hai visto un regime democratico compiuto.  Si è passati dallo zar al regime comunista.  Poi c’è stato un periodo in chiaroscuro con Eltsin che ha gestito il dopo-Gorbaciov e militari.  Proprio Eltsin ha “scelto” il suo successore Putin e da allora non ha mai lasciato le leve del potere.  In Russia si vota per la Duma e per il presidente, ma è praticamente tutto già scritto (ndr).

Ma ora Putin è amato o temuto?

E’ molto difficile da spiegare.  All’inizio aveva un ampio consenso e anche oggi, nonostante tutto la gran parte del popolo è ancora dalla sua parte anche grazie a una propaganda molto efficace che racconta i fatti in maniera totalmente diversa dalla realtà dei fatti.

Dall’altra parte c’è l’Ucraina che invece…

L’Ucraina è una democrazia con tutti si suoi pregi e difetti.  Anche Kiev ha avuto un presidente filo-russo che poi è stato cacciato dal popolo che voleva più Europa. 

Come mai gli ucraini hanno questa grande forza e unità?

Un ruolo fondamentale lo sta giocando il presidente Zelenski.  Un comico, una star della televisione che ha scelto la politica e oggi è il primo a rimanere al fronte, senza apparente paura.  Gli ucraini, come ho già detto, sono stati traditi, si sentono traditi dai loro “fratelli” russi e ora la fratellanza è stata sostituita dall’odio.  Oggi non c’è un nemico più grande che può distrarre dal comportamento violento della Russia.  E poi c’è un forte senso patriottico.  Gli ucraini hanno scelto il loro presidente e da otto anni sono in guerra con la Russia di Putin che vuole smembrare il Paese.  Mosca si è presa la Crimea con un referendum che non ha avuto nulla di democratico e ora vuole prendersi Lugansk e il Donbass, troppo.  Quell’area è importantissima per l’Ucraina perché ricca di materie prime e lo stesso vale per Putin che ha promesso di tutto alla minoranza russa.  Loro hanno creduto e hanno combattuto per otto anni contro l’esercito ucraino con le armi fornite dal Cremlino.  Insomma, è una situazione complessa e difficile da spiegare in poco tempo ma il popolo ucraino non è disposto a cedere sovranità.

Prima di lasciarti andare per il lavoro vorrei farti una domanda sul tuo futuro.  Ma un giorno vorrai tornare in Russia o in Ucraina?

No, non andrò via dall’Italia.  Sono arrivata qui da ragazza e vorrei che anche i miei figli crescano in Italia.

Non ci resta che sperare in una fine della guerra rapida.  Elena continua a spiegarci come la Russia abbia tradito; come gli ucraini stiano combattendo contro il gigante russo con grande coraggio.  La salutiamo e la ringraziamo per la sua disponibilità.  Con parole semplici ha tentato di spiegarci fatti complessi e drammatici; ha ricordato avvenimenti storici che spesso non sono noti ai più e che sono alla base dei tragici avvenimenti di questi giorni.  Allora grazie Elena!