Lega Orvieto, “netto no all’ampliamento della discarica Le Crete”

Premesso che stiamo assistendo al “simpatico” siparietto che vede in scena il patetico attacco di esponenti locali e regionali dei Partiti di sinistra che hanno governato l’Umbria per 50 anni consecutivi, immemori della scellerata gestione dei rifiuti da loro stessi messa in atto, non possiamo non evidenziare come la delibera con cui l’attuale Giunta regionale ha disposto l’ampliamento di 1,2 metri cubi delle tre discariche umbre, tra cui la nostra seppur in via eventuale, dimostri ancora una volta come gli amministratori regionali brancolino nel buio in tema di chiusura del ciclo dei rifiuti.

Se è vero che l’Umbria paga anni di incapacità, inefficienza, di interessi più o meno diffusi e trasversali che orbitano intorno alla politica dei rifiuti, tutti ci saremmo aspettati un cambio di passo dalla nuova gestione politica che, nostro malgrado, stenta ad emergere.

Ed infatti, in attesa che l’Assessore Morroni venga ad Orvieto a spiegare ai cittadini le ragioni che hanno indotto la Giunta ad adottare una tale delibera che, sulla falsa riga di quelle adottate negli anni precedenti, altro non decide nell’immediato, se non l’ampliamento delle discariche, gli interrogativi, le obiezioni e le critiche che poniamo e su cui imposteremo future iniziative di carattere istituzionale e, se necessario, di piazza, sono i seguenti:

  • si sono persi ben due anni di legislatura prima di iniziare a parlare di piano regionale dei rifiuti;
  • questa delibera, che altro non è se non una pezza rispetto all’annosa emergenza rifiuti, si pone come un provvedimento propedeutico e strumentale alla definizione complessiva di un piano che ancora appare confuso e non ben delineato;
  • infatti, dei tre scenari riportati nel documento istruttorio che fa parte integrante della delibera, documento elaborato dagli esperti del comitato scientifico nominato da Morroni, ancora non si è deciso ufficialmente quale perseguire per raggiungere l’obiettivo di riduzione del conferimento in discarica attraverso metodi alternativi di smaltimento;
  • le tre opzioni alternative riportate nel citato documento sono da tempo conosciute e dunque il fatto che si sia deciso di nominare un comitato di esperti, ha comportato soltanto una perdita di tempo rispetto alla definizione del piano;
  • l’orizzonte temporale del 2030 per la realizzazione di una delle tre opzioni appare dilatorio ed inadeguato rispetto alle reali esigenze emergenziali tanto che è molto probabile che l’ampliamento della discarica Le Crete da “eventuale”, diventerà “inevitabile”;
  • ora che “la palla” passa alla politica, riteniamo per esperienza che l’attuazione di una misura alternativa alle discariche rischi fortemente di essere compromessa da spinte territoriali, interessi di parte e ragioni di partito che solitamente generano immobilismo e inefficienza. Si pensi alle resistenze dei vari territori qualora si dovesse optare per la realizzazione di un termovalorizzatore!.
  • Nella delibera in questione non si parla di misure compensative, aggiuntive a quelle esistenti, in favore dei Comuni sedi di discariche che per l’ennesima volta saranno costretti a fronteggiare l’emergenza rifiuti. Ormai è notorio che il solo aggio ambientale non compensa il danno ambientale e paesaggistico provocato dalla presenza delle discariche.
  • Il fatto che “sulla carta” entrino in discarica meno rifiuti grazie alla raccolta differenziata che, sempre “sulla carta” ha ridotto nel tempo la frazione indifferenziata, poi nei fatti non corrisponde alla realtà in quanto, come rilevano gli studi eseguiti proprio dall’AURI, circa il 60 % del differenziato viene poi sversato in discarica a causa delle mancanza di impianti di recupero e riciclo dei rifiuti.
  • Pertanto, le risorse corrisposte a titolo di aggio ambientale per come è attualmente disciplinato, risultano rappresentare non una misura compensativa, ma un vero e proprio “schiaffo” morale inferto ai Comuni sedi di discarica.

Alla luce delle perplessità esposte, chiediamo alla Presidente Tesei e all’Assessore Morroni di assumersi la responsabilità in tempi brevissimi di optare per una delle tre soluzioni contenute nel documento istruttorio al fine di realizzare ben prima del 2030 un impianto di smaltimento dei rifiuti alternativo alle discariche.

Di prevedere la realizzazione in tempi celeri di impianti di recupero e riciclo dei rifiuti affinché non si ricorra alle discariche per lo smaltimento delle frazioni differenziate ed il rifiuto rappresenti non più un problema, ma una risorsa come accade in molte realtà italiane ed europee.

Riteniamo doveroso, infine, prevedere risorse aggiuntive rispetto all’attuale aggio ambientale in favore di quei territori che, per l’ennesima volta, dovranno subìre ulteriori sacrifici dovuti all’incapacità di chi li amministra.

Ribadiamo, pertanto, la nostra netta contrarietà all’ipotesi di ampliamento della nostra discarica e, come abbiamo sempre fatto, saremo in prima linea, nelle sedi istituzionali e non, per scongiurare questa sciagurata eventualità

Andrea Sacripanti, Capogruppo Lega- Salvini per Orvieto

Davide Melone, referente Lega comprensorio orvietano