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Le precisazioni di Claudio Bizzarri sugli atti vandalici alla ex-scuola del Tamburino

Sulla vicenda relativa ai danneggiamenti che sono stati perpetrati presso la ex-scuola del Tamburino sono necessarie delle precisazioni. La prima e più importante è che non ci sono stati danneggiamenti di reperti archeologici. Come è evidente anche dalla documentazione fotografica apparsa sui media lo spezzone di tufo informe utilizzato per distruggere parte dei sanitari del complesso non è un elemento con siffatte caratteristiche. Il materiale archeologico proveniente dagli scavi di Orvieto e del territorio è conservato presso palazzo Tiberio Crispo in piazza Marconi. Pochi sanno che grazie alla caparbia volontà dell’ispettore della SABAP, Luca Pulcinelli, è stata intrapresa la riorganizzazione e il riallestimento proprio di quegli spazi, oggi ben altra cosa rispetto a quello che erano fino a poco tempo fa. Detto ciò è evidente che quanto verificatosi denuncia la presenza di soggetti la cui qualifica sarebbe fin troppo facile stigmatizzare.

La ex-scuola del Tamburino, fino a qualche anno precedente la pandemia (evento che ha bloccato i campi scuola che da anni operavano ad Orvieto e nel territorio), ha giocato un importante ruolo logistico sia per gli importanti scavi di Campo della Fiera, diretti da Simonetta Stopponi, che per quelli del St. Anselm College, in collaborazione col PAAO. Le condizioni degli ambienti seminterrati, il degrado del tetto e la generale tenuta dell’immobile ne hanno nel tempo escluso l’utilizzo per le attività a cui si è accennato. Gli abitanti della zona ricorderanno che la scuola è anche stata per anni sede del seggio elettorale, fintanto che la pressante umidità rilevata nei locali, aggravatasi anche a causa dell’utilizzo saltuario che della struttura se ne faceva, non ne ha impedito la frequentazione. Rimane una profonda amarezza nel constatare che c’è ancora chi non ha di meglio da fare che danneggiare proprietà pubbliche, ponendo serie ipoteche su situazioni già critiche.