L’atto di nascita di Umbria Jazz Winter nel 1993 secondo il mio ricordo

Era di sabato quell’undici luglio del 1993 e la sera si sarebbe tenuto il Concerto di Umbria Jazz ad Orvieto con il grande B.B. King accompagnato dalla sua Lucille. La location (ormai si dice così) era stata prevista a Piazza del Popolo, proprio nel cuore della città, anche in ricordo delle esperienze simili degli anni ’70.

Quella mattina avevo un impegno improrogabile: dovevo andare a riprendere mia figlia all’aeroporto di Fiumicino di ritorno da uno stage a Malta, ma per il concerto era stato già tutto programmato e stabilito anche perché il grande TIR che trasportava il palco aveva percorso le stesse vie nella primavera scorsa per allestire nel Palazzo del Popolo la manifestazione enologica “Excellentia” di Eugenio Guarducci. Al ritorno da Roma fu immediata la risalita alla rupe per vedere l’andazzo della situazione; arrivo a piazza Cahen e trovo un trambusto di persone, vigili, tavole, transenne e quant’altro che non mi convince. Scendo al volo, faccio pochi passi, vedo Loriana Stella – allora Assessore – e chiedo “che succede?”. “E’ per stasera, l’autista ha detto che il Tir non passa per andare a Piazza del Popolo”!

Discuti? No! A quel punto rimbocchi le maniche, smonti il puzzle e fai in modo di rimettere in ordine le tessere per quanto possibile ed ovviamente al meglio. Non ero solo; con me c’era Angelo Concarella che mi seguiva come un’ombra: spero che chi l’abbia conosciuto ne ricordi l’intelligenza e la stravaganza, ma Stefano gli aveva raccomandato di stare sempre vicino a Pasquale.

Trascorriamo la giornata senza pensare al pranzo, alla sera accogliamo B.B. King, gli approntiamo una cena frugale nei pressi e lui ci propina una decina di “Lucille” mini e di plastica che sono come uno scalpo per il nostro Angelo. Intanto la piazza continua a riempirsi grazie anche alla nuova funicolare che “vomita”, con un continuato andirivieni, centinaia e migliaia di persone; alla fine verranno valutate fra le 13 e 15 mila presenze.

Finalmente intorno alle nove ha inizio il concerto, i due banchi di paninari hanno venduto anche le molliche, noi ci accampiamo nel beckstage (si diceva già così) e tentiamo di mettere a riposo le gambe: ricordo che vicino a me c’era seduto Carlino (Carlo Pagnotta) e l’immancabile Angelo Concarella; più in là Marco Bencivenga, Enzo Valsecchi (per tutti “Orso”), Sergino Piazzoli ed altri venuti o spediti da Perugia.

Il concerto andava alla grande e non poteva essere diversamente; noi là dietro il palco a cominciare a riprender fiato e fare battute, finchè Pagnotta – sul serio o forse – se ne uscì: “A Orvieto Umbria Jazz d’estate ce sta proprio bene” al che Angelo Concarella – inaspettatamente – ribatte: “e perché d’inverno nooo??” Pagnotta lo sente, lo guarda, lo fissa e, con lo sguardo perduto chissà dove, rimane a lungo silente:

ERA NATO “UMBRIA JAZZ WINTER”!

Dopo metà settembre il sindaco Cimicchi mi anticipa che Pagnotta con “Umbria Jazz” e mezza Perugia, all’indomani, sarebbero venuti a Orvieto per organizzare qualcosa a fine anno. Ricordo di aver accompagnato la “banda” in vari posti fra cui il “San Giovenale” dove, anche lì, accennai il motivo della visita, la presunta data, ecc… Eravamo nella sala superiore dove, dal fornice ogivale, si ammira la sottostante piazza; il proprietario ci ringraziò cortesemente e affermò che per la fine dell’anno il complessino però già l’aveva prenotato. Facemmo per uscire e Pagnotta non c’era più: già arrivato a metà piazza, forse passato da qualche finestra per scappare prima di tutti!