La sanità pubblica sembra fermarsi a Narni-Amelia

Sanità, questa sconosciuta a Orvieto e comprensorio. Verrebbe proprio da dire che la sanità si è fermata a Narni-Amelia dove è prevista l’ultima struttura nuova della USL Umbria2. A Terni serve un nuovo ospedale a tutti i costi. Quello attuale non basta più, soprattutto perché ormai per qualsiasi operazione più complicata di un’appendicite quella è la destinazione o, in alternativa, Foligno.

La Regione ha approvato il piano delle opera e di Orvieto non vi è traccia se non tra le varie e eventuali. Sì, sappiamo di interventi di maquillage al pronto soccorso, necessari, dell’assurda decisione di investire soldi, tanti, all’ex-ospedale invece di costruire laddove stabilito con tanto di acquisto definitivo e vincolato. E poi? Tanti soldi destinati all’Umbria ma l’orvietano non è citato, neanche di striscio. Eppure ne servirebbero di infrastrutture, attrezzature e personale. Sul personale la questione è piuttosto complessa e assomiglia molto a un cane che si morde la coda; per il resto le responsabilità sono tutte in capo alla politica, solo alla politica. In consiglio regionale è stato approvato all’unanimità una mozione che obbliga la Regione a dotare di emodinamica l’ospedale di orvieto eppure di questo non si parla. Ci sono, invece, la piattaforma elicotteristica d’emergenza a Foligno, tre investimenti su eccellenze umbre riconosciute e poi un generico riferimento alla telemedicina, all’innovazione tecnologica per la medicina di territorio e poco più. Nell’ultima voce dovrebbero rientrare gli investimenti anche per l’orvietano.

Quindi chi si ammala in maniera acuta a Orvieto e dintorni sarà quasi certamente di serie B nonostante tutto, cioè l’impegno profuso dal personale ospedaliero, dai medici di base, dai professionisti che già operano tramite la tecnologia come nel caso degli ictus. Tutto il resto è lasciato alla buona sorte e al buon cuore, alla volontà dei singoli e alla velocità dei trasferimenti verso Terni, Foligno o Perugia, se non fuori Regione.

L’ultimo capitolo riguarda i “corvi” che all’interno dell’ospedale non mancano assolutamente. Piccole invidie, ripicche, dispettucci, lettere alla direzione sanitaria abbondano. Se un reparto ottiene un’attrezzatura nuova non si festeggia, ma si cerca di minimizzare, di combattere contro e non si pensa al miglioramento della struttura o a combattere per il bene comune. Capita troppo spesso. Poi ci sono i “corvi” diffusi, quelli di città che denigrano a prescindere, che vanno direttamente fuori; infine ci sono i rassegnati, quelli che non combattono e non propongono o per disciplina di partito o perché timorosi di non si capisce bene quali possibili ripicche. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ormai da decenni, dai tempi della chiusura della USL 4, quella nostrana. Nel tempo la sanità ha perso i pezzi nel silenzio o per un bene comune più alto che però non è mai passato per Orvieto. Ora la vittima sacrificale è il Distretto. tanti no, ma proposte? Già perché il solo no, generico, non basta ma serve la proposta anche per combattere meglio e tentare di convincere pur sapendo che il territorio è penalizzato da un sistema elettorale che di fatto impedisce ogni rappresentanza in Regione ma questa non può essere una scusa buona per ogni evento avverso.

Il risultato finale è che la Sanità pubblica si è fermata a Narni- Amelia con buona pace dei cittadini di un territorio vasto, con un’età media piuttosto alta, collegato malamente con il resto della regione ma che è ancora attrattivo dal punto di vista sanitario su parte della Provincia di Viterbo e Bassa Toscana. Proviamo, allora, a cambiare il titolo del libro, insieme!