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La Regione dice “no” al fotovoltaico al Peglia. Italia Nostra lancia l’allarme sull’eolico a Gubbio e sul rischio malavitoso nei grandi impianti

Italia Nostra Umbria ha presentato le sue osservazioni in merito al progetto per la realizzazione di una centrale di generazione elettrica da fonte rinnovabile fotovoltaica con moduli a terra, denominata “San Faustino FV”, nel Comune di Orvieto, (prevista la posa in opera di 74.356 moduli fotovoltaici per circa 40 ettari), chiedendo alla autorità competenti di non rilasciare parere positivo per il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (P.A.U.R.) ma, bensì, di archiviare l’istanza in quanto improcedibile per difetto di Valutazione d’Incidenza Ambientale.  Durante la conferenza stampa di presentazione del neo vice-sindaco Mario Angelo Mazzi, il sindaco Roberta Tardani ha comunicato che dalla Regione è arrivato il parere negativo sull’impianto stesso per la mancanza dei requisiti di legge.  E’ questa una battaglia vinta per un’area, scrive ancora Lucio Riccetti, Italia Nostra Umbria, “caratterizzata da terreni con presenza di produzioni agricole di qualità salvaguardate dai Regolamenti Regionali.  Il Monte Peglia è caratterizzato dalla presenza di aree boscate e di interesse naturalistico-faunistico (la Selva di Meana e la Riserva della Biosfera Unesco) e conserva ancora un aspetto naturalistico, dove l’opera dell’uomo si integra con la natura caratterizzando il paesaggio nelle forme e nei colori tipicamente rurali (D.M. 5/6/1992 MiBAC) assolutamente incompatibili ad ospitare impianti che per estensione e densità inevitabilmente trasformerebbero il paesaggio da rurale in industriale, con scarsissima ricaduta occupazionale e sicuro impatto negativo sull’attrattività turistica”.  L’appello di Riccetti è stato dunque ascoltato dalla Regione.  Rimane invece, aperta la questione dell’eolico a Gubbio.

In merito all’impianto eolico alto 100 metri, con un rotore di 60 metri di diametro di cui è prevista l’installazione sul crinale fra Gubbio e la valle del Tevere, in Loc. Castiglione Aldobrando, una zona visibilissima dai centri storici di Gubbio e Perugia, Italia Nostra ribadisce la richiesta di rigettare un progetto che altera in modo sostanziale il paesaggio, tutelato dall’art. 9 della Costituzione. “Non si tratta di dire no alle fonti rinnovabili – spiega Ubaldo Scavizzi della Sezione di Italia Nostra Gubbio -ma di dire no a come e dove vengono installati gli impianti. Le fonti rinnovabili, per loro natura, sono efficienti se vengono installate vicino ai luoghi di consumo dell’elettricità. Bisogna puntare su tanti piccoli impianti (solari, mini e micro-eolici) posizionati vicino agli utilizzatori e non ai mostri che riproducono modelli industriali obsoleti (centrali termoelettriche e nucleari) provocando enormi danni ambientali e garantendo di contro bassa produzione ed efficienza. Nel caso di Castiglione, la pala, di 0,99 Mw di potenza, può benissimo essere sostituita da 250 impianti fotovoltaici posti sui tetti delle abitazioni, ancor di più dei capannoni industriali, della potenza di 4 Kw ciascuno. Purtroppo, però, le leggi esistenti non aiutano i singoli, ma solo gli speculatori”.

“Per questo Italia Nostra ha chiesto che la rivoluzione verde prevista dal PNRR – ricorda Ebe Giacometti, presidente nazionale dell’Associazione – venga discussa in un tavolo tecnico di concertazione nazionale, con amministrazioni e uffici tecnici di competenza, il mondo del terzo settore e tutti i portatori di interesse perché finalmente si arrivi a pianificare e localizzare gli impianti secondo standard di piena sostenibilità e nel rispetto del nostro Patrimonio naturale e culturale”.  L’affondo arriva al termine del comunicato di Italia Nostra sempre da parte di Giacometti, “fino ad oggi il sistema degli incentivi e dei contributi energetici, specie sull’eolico, ha favorito il gigantismo degli impianti e le infiltrazioni mafiose, oltre a compromettere il paesaggio italiano. L’Associazione chiede da tempo che queste politiche vengano sospese e si sposti le sovvenzioni sull’autoproduzione energetica del consumatore finale”.