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La nuova era del virus, sì alla vita “normale” e alle differenze tra cittadini

Siamo nell’era “Omicron” ennesima variante di questo maledetto virus che non ne vuole sapere di andare via e diventare un tranquillo virus parainfluenzale.  Il premier Mario Draghi, intanto, ha perentoriamente escluso nuovi lockdown, anche limitati, la dad e l’allungamento delle vacanze natalizie e super-green pass per i dipendenti pubblici e privati sotto la spinta di una parte della sua stessa maggioranza, leggasi Lega e parte del M5S, unica e non azzeccata concessione alla politica da parte di Draghi.

Il Paese reale però torna a soffrire per alcune limitazioni e divieti resi necessari dall’arrivo della nuova variante.  Mascherine sempre e ovunque, e FFp2 al chiuso, niente cibi e bevande nei cinema e nei teatri, chiusura delle discoteche e delle sale da ballo e poi tamponi a più non posso; un vero e proprio balzello per le famiglie e le imprese e un nuovo clima di paura che sta già riportando in crisi alcuni comparti che faticosamente stavano cercando di risalire la china a partire dal turismo e dall’intrattenimento e spettacolo.  Le amministrazioni locali hanno deciso ancor prima del governo nazionale di annullare feste, veglioni, rappresentazioni varie e poi anche l’esecutivo ha di fatto confermato quanto già deciso a livello territoriale, annullando ogni differenziazione.  In tutta Italia si può uscire, organizzare feste private, partecipare ai cenoni tradizionali nei ristoranti, agli spettacoli e ai concerti, ovviamente nel massimo rispetto delle normative vigenti, ma cum grano salis, ricordano da Palazzo Chigi.

Il Paese che produce e la scienza stanno iniziando, però, a traguardare l’immediato futuro della variante omicron per organizzare il futuro almeno a medio termine e eliminare, salvo catastrofi, questo continuo stop and go che rende difficile anche la minima programmazione finanziaria di qualsiasi impresa, grande, piccola o familiare.  Autorevoli medici stanno spingendo per un forte accorciamento della quarantena per i vaccinati con terza dose, addirittura c’è chi pensa alla totale eliminazione, e un contemporaneo allungamento dei termini per i no-vax duri e puri.  E così il mondo dell’impresa chiede che venga reso obbligatorio il vaccino per raggiungere quell’immunità di gregge e quel livello di sicurezza che si può ottenere solo con una regola rigida e con scarse e giustificate eccezioni.  Si è aperto in maniera vigorosa anche il dibattito sul lockdown per i non vaccinati sullo stile di quanto avvenuto in Germania e Austria e di quanto sta decidendo il Belgio.  Già, il Paese reale ha bisogno di certezze e di socialità in sicurezza e le strade sono semplici, vaccini su larga scala e premialità per chi segue tutte le regole dettate dalla scienza.  Bisogna intendersi anche sul significato di immunità di gregge.  Cosa s’intende?  Semplicemente che il numero massimo di popolazione sia immunizzata e/o messa in sicurezza con il vaccino per salvaguardare chi per motivi seri di salute non può avere accesso a tali cure preventive.  Non si avrà, quindi immunità di gregge fin quando tutti coloro che possono vaccinarsi non lo avranno fatto, questo è ormai assodato e non sperimentale, basti pensare al morbillo o al vaiolo, completamente debellato, o all’antinfluenzale che previene le forme gravi dei virus stagionali.  D’altronde i costi anche per lo Stato iniziano ad essere altissimi.  Gestire una pandemia non è uno scherzo ma se i cittadini provano a fare i furbetti o si mettono di traverso con la laurea acquisita in poche settimane sui social, allora la strada diventa ancora più tortuosa e in salita.    Il premier Draghi ha chiaramente sottolineato che oggi decisione è presa dal governo su base esclusivamente scientifica e proprio da lì viene l’appello all’obbligatorietà del vaccino mentre è più dibattuto il lockdown per i no-vax anche se la maggior parte concorda, anzi c’è chi spinge per attuarlo ora, fino alla riapertura delle scuole per favorire le vaccinazioni dei bambini in particolare e limitare l’ondata della variante omicron già in atto. 

E’ difficile però, politicamente, fare digerire un nuovo “San Silvestro” senza luci, feste, giochi e incontri familiari.  La socialità non può essere compressa per lunghi periodi e allora facciamolo in sicurezza così come consigliato dalla scienza: evitiamo inviti a chi non è vaccinato soprattutto se in presenza di persone fragili, chiediamo il tampone a chi non ha ancora effettuato la dose booster da almeno 15 giorni e poi mascherine quando necessario, evitare baci e abbracci, evitare di bere o mangiare con le stesse stoviglie, arieggiare spesso il locale dove si soggiorna, lavare le mani o disinfettarle.  Solo così si può convivere con il coronavirus senza rinunciare totalmente alla socialità, allo sport, agli spettacoli e alla musica..e sarà così ancora per molto tempo, meglio avere poche regole, chiare che tante con altrettante scappatoie per furbetti di vario genere.