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La grande ferita della scritta su un muro del Duomo per la festa scudetto. Ora via il muro omertoso e chi ha visto parli

Con un appassionante finale al fotofinish domenica 22 maggio si è concluso il campionato di calcio di “Serie A”. Una sfida, un derby a distanza tra le milanesi fino all’ultimo giro d’orologio. Bello tutto, bella la festa in giro per l’Italia, la piazza del Duomo di Milano stracolma di gente. Anche a Orvieto un gruppo di tifosi si è radunato nella piazza antistante il Duomo per la festa. Via alle bandiere, ai canti, ai cori contro i “cugini” interisti ma, domenica 22 maggio, è stata anche la giornata dello sfregio al Duomo con una scritta pesantemente offensiva scritta sul muro con le caratteristiche strisce nere e bianche sul fianco della facciata.

No, non si può assolutamente parlare di qualche buontempone, ma di un teppista, un delinquente che ha sfregiato il simbolo della città, speriamo non “sua”. Non è da considerare un’attenuante essere forestiero ma lo speriamo fortemente perché se l’autore dell’incivile gesto fosse un orvietano allora sarebbe ancora più deprecabile per tutto quello che simboleggia il Duomo. Ora speriamo che le telecamere facciano il loro lavoro e riescano a individuare il delinquente per punirlo, per obbligarlo alla pulizia del muro e per un DASPO a vita. Speriamo che qualcuno sappia e si rompa il muro, un altro tipo di muro, di omertà che di solito difende i vigliacchi nei piccoli come nei grandi reati. Speriamo che l’autore del gesto si palesi e rifonda i danni materiali di tasca propria, quelli morali difficilmente potranno essere recuperati. La ferita è profonda e non si può rimarginare con un colpo di spugna, serve altro. Intanto torni la civiltà e chi ha sbagliato paghi, questa volta!