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La giunta dice “no” all’impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi previsto a Ponte Giulio

Nella riunione della giunta comunale del 28 gennaio c’era un punto in discussione delicato, l’autorizzazione per un impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi.  La location prevista è Ponte Giulio; l’azienda che ha richiesto il permesso, così come risulta dagli atti ufficiali e dalla documentazione della Regione, è la Gi.Ga srl con sede a Gubbio, capitale sociale 10 mila euro.  Dalla visura camerale la società ha trasferito la propria sede legale dalla provincia di Caserta e i soci al 50% sono Belgiro Di Marzo e Biagio Vallefuoco, quest’ultimo è l’amministratore unico. C’è anche una richiesta di autorizzazione inviata alla Regione Umbria per lo stesso impianto con variazione al P.R.G. con una prima convocazione datata 18 gennaio.  La stessa conferenza è stata poi rinviata al 29 gennaio.

Nella documentazione allegata all’autorizzazione inviata alla Regione e al Comune di orvieto la società chiede di poter avviare un impianto per il recupero di rifiuti non pericolosi. Stando sempre alla richiesta è scritto che l’impianto andrebbe a pretrattare i rifiuti anche per la produzione di combustibile, in sostanza, “pretrattamento di rifiuti destinati all’incenerimento o coincenerimento”.  Nel documento approvato dalla giunta è chiaramente scritto che l’impianto così come presentato non è conforme all’attuale PRG e che si dovrà, nel caso specifico, procedere ad una variante. I problemi evidenziati sono molteplici.  Si parte dal sistema della viabilità che, a differenza di quanto scritto nel progetto della società eugubina, non è assolutamente a scorrimento veloce e £grande viabilità” ma ordinaria e i numerosi mezzi pesanti che andrebbero a transitare aggraverebbero ancor di più il già precario equilibrio esistente tra le esigenze di buon vivere della popolazione e quello delle imprese.  Insomma il traffico pesante andrebbe ad incidere ancor di più su Orvieto Scalo e Sferracavallo, in attesa della costrizione della seconda parte della variante, quartieri che già soffrono degli attuali carichi.

I dubbi principali vengono però dalla vicinanza dell’impianto al Parco fluviale del Paglia, ma soprattutto ai vigneti di Bigi (Gruppo Italiano Vini) e poco distante di quelli di Antinori.  L’impatto ambientale rischia di essere elevato in una zona che non è. come descritto nel progetto, secondo la giunta, in piena area industriale, ma al limite e circondato da terreni coltivati di pregio, oltre che in un’area che è già gravata dal punto di vista ambientale, dalla presenza dell’impianto di discarica “Le Crete”.    Nella delibera 12 del 2021 approvata dalla giunta all’unanimità dei presenti, vengono richiesti all’azienda numerose integrazioni, viene nominato come rappresentante del Comune il dirigente del settore tecnico, l’architetto Rulli per trattare in ogni luogo preposto l’intera vicenda e viene espresso parere negativo in sede di conferenza dei servizi al progetto.  Ora la palla passa alla conferenza dei servizi della Regione che, stante il parere del Comune può anche decidere eventualmente di autorizzare l’impianto, magari con prescrizioni e indicazioni vincolanti.