Il Tango Festival, tradito da Orvieto, si sposta a Spoleto

Il tango Festival è pronto a partire, sì, avete letto bene.  Il tango Festival si farà a Spoleto, appena sarà possibile viste le recenti scosse di terremoto che hanno obbligato l’organizzatore Paolo Selmi a spostare ad altra data la kermesse.  Ma la manifestazione non si teneva a Orvieto fino allo scorso anno?  A febbraio, in pieno inverno turistico, infatti, improvvisamente la città vedeva luci fino a notte tardissima al Palazzo del Popolo o al teatro, almeno due alberghi pieni e qualche ristorante aperto.  D’estate il bis con tanto di palco di fianco al Duomo.  E quest’anno?  Niente da fare, Selmi ha liberamente scelto di spostarsi armi e bagagli a Spoleto, anche lì in pieno inverno turistico. 

Cosa è successo?  Dal 2017 i tangheri hanno invaso la città pacificamente e tanti cittadini sono diventati appassionati del sensuale ballo argentino proprio grazie al Tango Festival. Tutto è filato liscio fino al 2019, ricordiamolo come l’ultimo evento di massa a Orvieto prima della durissima e lunghissima parentesi della pandemia.  E già allora si sentiva qualche scricchiolio perché tra Paolo Selmi e la sindaca Roberta Tardani i rapporti non sono stati, a quanto sembra, mai idilliaci.  La versione raccontata da Selmi è semplicemente disarmante, “con la sindaca Tardani ho pagato tutto, senza sconti o agevolazioni.  Abbiamo pagato l’affitto del Teatro del Palazzo del Popolo, la tassa di occupazione del suolo pubblico e ogni servizio aggiuntivo previsto.  Tutto fino all’ultimo euro”.  Al telefono la voce di Selmi tradisce oltre la delusione anche un po’ di rabbia e ricorda, “abbiamo portato a Orvieto oltre 400 persone e circa 150 tangheri in un periodo critico per il turismo, cioè febbraio.  Due alberghi pieni così come numerosi B&B e ristoranti, ma si vede che non bastava e ci hanno fatto intendere chiaramente che non erano interessati”. 

Sempre secondo Selmi ci sono state anche delle promesse per possibili finanziamenti regionali, ma anche lì nulla di fatto.  Si capisce che c’è dispiacere perché ormai il tango e Orvieto erano divenuti un binomio di successo.  La stoccata finale è durissima, e riguarda l’origine del dissidio tra lo stesso Selmi e la sindaca.  “Tutto risale al 2019.  A una settimana la sindaca mi comunica che il teatro non è disponibile per la messa in liquidazione di TeMa e mi chiede di rinviare il festival.  Mi ha messo in grandissima difficoltà con chi aveva prenotato e allora decisi – spiega Selmi – di pubblicare un comunicato spiegando la situazione.  Niente, il fatto non mi è stato perdonato ma che dovevo fare con coloro che avevano prenotato e pagato la caparra?”.  Paolo Selmi continua, “Scoppia la pandemia e la sindaca durante un’intervista addossa la colpa dei contagi a Orvieto al festival che comunque abbiamo organizzato.  La stessa settimana, ricordo, c’era stato un incontro di livello internazionale, sempre a Orvieto a cui avevano partecipato numerosi cinesi.  Da allora i rapporti si sono definitivamente rotti con tanto di anticamera in Comune e la cancellazione del contributo da 5 mila euro per l’organizzazione dell’evento in piazza Duomo”.

Il resto è cronaca di questi giorni con lo spostamento a Spoleto del festival del Tango e Orvieto senza tangheri con gli alberghi quasi tutti chiusi a febbraio.