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Il Pd, “sanità orvietana al collasso. Una lettera ci salverà?”

Riceviamo e pubblichiamo la risposta del PD di Orvieto alla lettera aperta scritta dal sindaco Roberta Tardani alla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, sulla situazione critica della sanità orvietana.

i buoni propositi sono utili solo ad infondere vane speranze nella cittadinanza orvietana e negli operatori sanitari ma sono privi di qualunque fondatezza viste le carenze che tuttora sussistono presso il nosocomio orvietano. La Regione Umbria mantenga gli impegni presi più volte con questo territorio affrontando concretamente le problematiche urgenti che riguardano la sanità locale!

Così tuonava dai banchi della minoranza l’allora consigliera Tardani.

Oggi Sindaco, Tardani, dopo mesi di silenzi ed imbarazzi, in risposta alle innumerevoli sollecitazioni sul tema Sanità, giunto ad una situazione drammatica per il nostro territorio, piegato da criticità ormai insostenibili, scrive una lettera aperta alla Presidente Tesei. Una lettera affinché la Regione si accorga di noi. Un timido richiamo alla Presidente, con la quale si rivendica un rapporto di reciproca collaborazione e si ringrazia per l’attenzione fino ad oggi dimostrata, ma a cui ci si rivolge attraverso una lettera aperta diffusa a mezzo stampa, ad uso e consumo dei lettori.

Chi per anni ha denunciato la subalternità del nostro territorio alle determinazioni che promanano da Perugia, indirizza alla Regione, ed al suo nuovo governo, un garbato invito a trovare soluzioni “senza ulteriore indugio”. E lo fa senza rinunciare ad un attacco a “chi usa la vicenda sanità a fini di strumentalizzazione politica”, dopo aver ignorato ogni appello ad un’azione corale, ad un impegno concreto e risolutivo delle carenze strutturali, strumentali, organizzative e di personale che gravano sul nostro ospedale e sulla capacità di erogare servizi sanitari ai cittadini (era luglio 2020 quando in consiglio fu bocciata dalla maggioranza la mozione PD, sostenuta dalle altre forze di minoranza, con la quale si chiedeva un impegno per la ripresa a pieno regime dei servizi del nosocomio ed un potenziamento dello stesso).

Che lo strumento “epistolare” risulti stonato e inappropriato è testimoniato dai fatti.

Quei fatti che continuano a denunciare cittadini, operatori, rappresentanze sindacali e che abbiamo cercato con ogni mezzo di portare all’attenzione del Sindaco, sollecitando un intervento tempestivo che scongiurasse l’aggravarsi di una situazione ormai precipitata. Alle interrogazioni consiliari si è scelto spesso di non rispondere (calpestando regole e buona norma). Si è scelto di non vedere, minimizzare e tacciare di strumentalizzazione ogni istanza. Si è scelto di aggrapparsi al consolidato “è colpa di quelli di prima”, un refrain che dopo due anni non regge più. Si è scelto di non assecondare le nostre richieste di un tavolo con le forze politiche e sindacali. Si è scelta la passerella con L’assessore Coletto al Santa Maria della Stella e le promesse che con la squadra dei migliori tutto sarebbe stato risolto. Si è scelto di non agire con determinazione nei confronti degli organismi dirigenziali a livello amministrativo e politico. Si è scelta l’”arma” della lettera aperta, con la quale si confeziona l’illusione di difendere il diritto alla sanità pubblica, ormai in agonia, mentre prospera e fiorente è la sanità privata, ad unico beneficio di chi può permettersela.

Tutto ciò non sorprende, era scritto a chiare lettere nel programma elettorale della Presidente Tesei.

C’è chi ha scelto e sostenuto questo programma ed ora, faticando con imbarazzo a sostenere altro, non batte i pugni ma scrive lettere.

Nella sua il Sindaco stigmatizza il fatto che in piena pandemia l’opposizione non abbia recepito il doveroso senso di unità di tutta la comunità. Ci domandiamo se compito dell’opposizione non fosse quello di denunciare un’assenza regionale che il Sindaco oggi sostanzialmente ammette.

Meglio tardi che mai.

Ora, dopo esserci domandati come si possa essere ottimisti sul futuro di una sanità pubblica allo sbando quando a governarci sono i “pasdaran” della sanità privata, ci auguriamo che il Sindaco ci renda pubblicamente partecipi della risposta della Presidente e, ove non arrivasse o risultasse la sequenza del nulla, ne tragga le dovute conseguenze. Stiamo parlando della salute, del lavoro e della vita dei cittadini.

PD di Orvieto