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Il nuovo Rapporto di Cittadinanza Territorio Sviluppo, in fuga da Orvieto i giovani e le fasce di popolazione produttive. E’ l’autunno demografico

Cittadinanza Territorio Sviluppo srl sociale, presenta il 4° Rapporto del 2022 dedicato all’andamento demografico dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano curato da Annalisa Bacciottini e Antonio Rossetti.  Già dal titolo, “Questo non è un Paese per giovani (né per lavoratori)” s’intuisce che i risultati sono piuttosto negativi, o meglio drammatici per l’intero territorio.  Alla fine del 2021 in Umbria risultano residenti quasi 860 mila abitanti con una diminuzione dello 0,68% sull’anno precedente.  E’ la conferma di un trend già nel 2019.  Scendono anche i residenti stranieri e questo conferma che in Umbria sono sempre meno gli abitanti in età produttiva mentre crescono gli over 64 anni.  Nell’intero periodo preso in esame dal report la popolazione totale è calata dell’1,3%. 

Il mero dato demografico conferma il trend nazionale e non è particolarmente drammatico.  Una lettura più approfondita che lega la demografia all’economia fa emergere un quadro ben diverso e drammatico cisto che i residenti fino a 14 anni, cioè la forza lavoro futura, è diminuita in totale del 6%, mentre nella fascia di età produttiva tra i 15 e i 45 la flessione è del 5,3%.  A crescere è la fascia tra 46 e 64 anni, cioè chi si prepara a entrare nella cosiddetta età improduttiva, quella dei pensionati.  Proprio la crescita nelle fasce over 45 rende più dolce la curva comunque discendente dei residenti totali in Umbria. Nell’introduzione al report si legge che “i dati relativi all’Area Interna mostrano una situazione qualitativamente analoga ma quantitativamente peggiore del dato regionale: la popolazione è scesa nell’ultimo anno dello 0,78%, ma il dato relativo all’intero periodo (2018-2021 ndr) mostra un calo assai più sensibile di oltre il 3%; ma soprattutto – continua il report – sono scese nell’ultimo anno tutte le classi di età con esclusione degli over 85…”.  E a Orvieto?  Nel 2021 la popolazione totale è scesa sotto i 20 mila abitanti e sono calate tutte le prime tre fasce di età per un totale del 4%.  Preoccupante è la variazione negativa degli under 14 che ha toccato quasi il 2%.  Nel Rapporto viene spiegato che “non solo si palesa un trend calante – che pare inarrestabile – del dato dei residenti, ma soprattutto ciò avviene a detrimento sia delle classi già occupate sia di quella fino a 14 anni, il giacimento demografico su cui si basa il futuro; a fonte di ciò crescono i residenti della fascia di età più elevata”.  Questo dato in economia si traduce in “flessione del prodotto per via del rarefarsi degli occupati e la relativa difficoltà nel sostenere un numero di inoccupati sempre più incidente; stasi della domanda per i consumi; una cronica eccedenza di risparmio”.  Questa stasi demografica causa, poi flussi di popolazione in uscita negli under 45 e minori nascite creando un pericoloso e difficilmente gestibile effetto a catena, ma soprattutto una carenza d’investimenti che aggrava il fenomeno del “nanismo delle imprese”. 

E’ un “circolo perverso” che più essere risolto solo con interventi sul carico fiscale per le abitazioni date in locazione, con investimenti sulle infrastrutture e sui servizi per attrarre nuove famiglie residenti.

Scarica l’intero rapporto di Cittadinanza Territorio Sviluppo srl Impresa Sociale