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Il nuovo assessore ancora non c’è e la Lega intanto scrive, “stiamo individuano la persona giusta”

Sono passati una decina di giorni e ancora del nuovo assessore della giunta Tardani non vi è traccia.  Il profilo, a meno che non si apra a un rimpasto più ampio, è semplice, della Lega e donna.  E si vocifera di qualche mal di pancia nella maggioranza consiliare tanto che è ormai quasi chiaro, salvo sorprese dell’ultimo minuto, che la discussione e il confronto finale con la sindaco è rinviata al termine del prossimo consiglio comunale del 7 febbraio dove c’è all’ordine del giorno il bilancio, una questione piuttosto delicata e che non ha bisogno di ulteriori scossoni.  Un primo messaggio arriva proprio dai diretti interessati, cioè dalla Lega che dovrebbe avere il diritto di segnalare un nome che poi deve essere di gradimento del primo cittadino.  In un comunicato scrive la Lega che “sta lavorando, a tutti i livelli, per individuare in tempi brevi il miglior profilo possibile che possa gestire le deleghe relative a scuola famiglia, politiche e servizi sociali, pari opportunità, giovani e futuro, del Comune di Orvieto.  E’ necessario trovare – scrive ancora la Lega – una figura autorevole in grado di rapportarsi al meglio con i cittadini e che si impegni quotidianamente per risolvere le relative criticità, in settori fondamentali per la vita degli abitanti del nostro Comune.  Gli orvietani, alle elezioni amministrative del 2019, hanno fornito un chiaro segnale, dandoci fiducia e chiedendoci quel cambio di passo doveroso per rivitalizzare la nostra città.  E’ quindi prioritario che in giunta ci sia una persona in grado di rappresentare questa volontà.  Abbiamo responsabilità – si conclude il comunicato del partito di Salvini – di scegliere per il bene di Orvieto e stiamo agendo in questa direzione”

Il messaggio, tradotto dal politichese, è piuttosto chiaro.  Prima di tutto il sindaco non deve pensare di tirare fuori dal cilindro un’altra persona esterna come è successo con l’ingegner Mazzi che ha sostituito Angelo Ranchino perché la Lega, viene ricordato tra le righe, è l’azionista di maggioranza relativa all’interno della coalizione di governo, e quindi ha il diritto di essere rappresentata in giunta in numero adeguato.  L’altro messaggio, forse non voluto, è che il partito ha delle difficoltà nell’individuare il profilo adatto.  La strada è dunque stretta e probabilmente anche le piccole contrapposizioni interne stanno avendo il loro peso specifico in questa fase.

E se alla fine si prendesse la strada di un minirimpasto?  E’ una strada percorribile e potrebbe concedere spazi di manovra più ampi alla Lega, da una parte, ma potrebbe anche manifestare difficoltà e asperità di percorso che in questa fase di schermaglie pre-elettorale di metà mandato, potrebbero nuocere a equilibri delicatissimi e complessi.  Intanto la Lega ha chiarito la sua posizione, l’assessore sarà del partito di Salvini, ma non ci si deve dimenticare dall’autonomia di scelta di Roberta Tardani, e un precedente esattamente un anno fa già c’è stato.