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“Il mea culpa digitale” di Sagrafena-Tomassini e Vetrya ritrova le “sue” Eclexia e Vilast, per ora

E’ proprio vero quando si dice che ”la notte porta consiglio”. Nel caso di Vetrya e Quibyt la notte ha portato più di un consiglio, così a poche ore dall’uscita dell’articolo “Quibyt e la sicumera di Sagrafena e Tomasini che rischia di nuocere a Vetrya” una “manina più responsabile” magari facendo un “mea culpa digitale” mette una pezza alle storture evidenziate da OrvietoLife sulla vicenda del concordato Vetrya. In particolare nel “footer” del sito www.vilast.it il copyright non è più riferito a Quibyt bensì torna ad essere attribuito alla legittima proprietaria, ossia Vetrya. Per il sito www.eclexia.it invece il dominio torna a vivere con una stringata homepage, a differenza dei giorni precedenti dove risultava spenta. Anche nel sito www.silicondev.it nella sezione “Il Gruppo Silicondev” alla voce Quibyt è stata cancellata la frase che abbiamo riportato nel precedente articolo in cui si affermava come Quibyt avesse ereditato importanti soluzioni e rapporti commerciali riferibili a Vetrya. Allo stesso modo sempre nel sito www.silicondev.it nella sezione “Soluzioni” è stata cancellato il riferimento ad Eclexia Vilast in quel caso espressamente attribuita a Quibyt.

Evidenze che OrvietoLife ha prontamente riscontrato e che oggi, evidentemente alla luce del nostro articolo, hanno forse convinto la coppia Sagrafena-Tomassini ad una più saggia retromarcia, confidando e sperando, come è legittimo che sia per i fondatori di Vetrya, che il giudice fallimentare dia domani (20 gennaio ndr) il suo semaforo verde all’affitto dei rami d’azienda Vetrya a Quibyt e Agitec Cloud. Per tutto il resto rimane difficile comprendere perché il giudice fallimentare dovrebbe proprio il 20 gennaio, con largo anticipo sullo scadere dei 120 giorni concessi per motivargli nel merito e nella quantità i termini per pagare i 39 milioni di debiti consolidati in Vetrya,  affittare e poi cedere alle condizioni poste da Sagrafena e Tomassini i due rami di azienda rimasti a Quibyt e Agiitec Cloud.

La migliore garanzia dei creditori rimasti, dopo il default Vetrya, letteralmente con il fiammifero in mano è rappresentata da una proposta concordataria capace di alleviarne le pene e soprattutto la possibilità di poter avere più offerte e tutti gli asset aziendali liberi da qualsiasi vincolo per recuperare il più possibile nell’ipotesi estrema del fallimento. Di certo l’affitto dei rami d’azienda a pochi euro, quanto la risibile offerta di acquisto ad un milione non rappresentano un percorso credibile per i creditori.