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Il Lions Club di Orvieto presenta la mostra del merletto orvietano a Palazzo Coelli dal 28 dicembre al 6 gennaio

Ha l’obiettivo di promuovere il lavoro e la cultura delle merlettaie e di esporre capolavori che sono patrimonio della storia della Città di Orvieto, la mostra intitolata Il merletto orvietano, promossa dal Lions Club di Orvieto che da alcuni anni ha ideato un Service denominato “Il Lions Club di Orvieto adotta il Merletto Orvietano”, che si prefigge la formazione di un Catalogo Generale dei Merletti Orvietani ancora rintracciabili, ovvero un Repertorio fotografico costruito casa per casa.

La mostra che si svolgerà dal 28 dicembre 2022 al 6 gennaio 2023 in orario 11 / 17 – presso le sale espositive di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto (piazza Febei, 3), costituisce oggi un ulteriore step di quel progetto. Tra le opere d’arte esposte si potranno ammirare anche otto manufatti in Merletto Orvietano di proprietà del Comune di Orvieto che l’Ente, che insieme alla Fondazione CRO patrocina l’esposizione, ha eccezionalmente prestato riconoscendo i significativi risvolti sociali, culturali ed artistici che l’esposizione riveste. E che, nell’intento dei promotoridel Lions Club, intende valorizzare le testimonianze e l’abilità antica di un’arte tutta al femminile risalente all’Ottocento affinché non si disperda, anzi venga riscoperta, studiata, rivitalizzata, reinterpretata e perpetuata dall’impegno di nuove generazioni così da poter conoscere una nuova stagione di rilancio dell’artigianato artistico storico, ma diventare anche attrattiva al pari di altre espressioni dell’arte e della cultura di Orvieto, e catturare la curiosità e l’apprezzamento non solo degli orvietani ma dei numerosissimi turisti che scelgono questa città come meta di viaggio.

Orvieto vanta una grande tradizione particolarmente legata alla storia e ai suoi simboli culturali. Nel giugno del 1907 nacque la società di Patronato denominata Ars Wetana. L’idea era stata lanciata dal senatore conte Eugenio Faina e realizzata grazie alla nipote Maria Vittoria e a Eugenia Petrangeli e Paolina Valentini che si occuparono di individuare un lavoro semplice ma pregevole, che le donne del popolo potessero svolgere a domicilio. La scelta cadde sul merletto di filo di Irlanda che, oltre ad effetti artisticamente suggestivi, presentava sul piano tecnico l’opportunità di suddividere la lavorazione di uno stesso manufatto tra più operaie. Questa tecnica, che consisteva nell’assemblare diversi elementi ripetitivi su un disegno generale predisposto, era ideale per creare manufatti di grande bellezza, come tovaglie, centrotavola, finiture per abiti ed altro; dal punto di vista sociale, inoltre, tentava di sollevare le donne dalla loro secolare perifericità nella vita economica. Sulla scia del revival del merletto e seguendo l’esempio della marchesa Guglielmi che aveva avviato la stessa lavorazione tra le donne dell’Isola Maggiore sul Lago Trasimeno, l’Ars Wetana, si proponeva lo sviluppo del merletto con un nuovo repertorio di disegni anche ispirati alle decorazioni del Duomo. L’apprendimento della realizzazione degli elementi decorativi presso larghi strati della popolazione femminile, e la facile commercializzazione dei prodotti finiti non solo a Orvieto ma anche nelle grandi città ed all’estero, fecero sì che nel giro di pochi anni quasi tutte le famiglie di Orvieto e dintorni fossero coinvolte in questa grande impresa collettiva. A distanza di pochi decenni dalla scomparsa delle ultime protagoniste di quella straordinaria stagione, sono purtroppo difficilmente rintracciabili notizie scritte e certificate di come nacque e si sviluppò quest’Arte in Orvieto; non restano che fonti e testimonianze orali di chi conobbe personalmente le ultime grandi Merlettaie di Orvieto. Moltissimi esempi di quest’arte rimangono ancora gelosamente conservati nelle case di tanti orvietani e presso le sedi di importanti Enti.

Anche dopo la conclusione dell’esperienza dell’associazione Ars Wetana, si cercò tuttavia di mantenere la tradizione dando, negli anni ‘70 un nuovo impulso all’attività artigianale del merletto: proprio nel 1975, nell’ambito di un programma di promozione delle attività artigianali avviato dal Centro di formazione regionale dell’Umbria, il Comune istituì un corso speciale di formazione professionale per la lavorazione artistica delle trine e dei merletti. In seguito, dall’adesione al progetto di candidatura per il riconoscimento del merletto italiano come patrimonio immateriale dell’Unesco e fino ad oggi, il Comune di Orvieto persegue, attraverso varie iniziative di promozione culturale, lo scopo di valorizzazione questa nobile e antica arte.