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Il coordinamento delle associazioni contrario all’ampliamento della Cava del Botto

Ci siamo misurati in passato col problema delle cave a Benano ed Acquapendente: a Benano, nel 2008, in una memorabile assemblea il sindaco Mocio, pressato dagli ambientalisti, alla fine negò la cava alla SECE  attraverso una coraggiosa variante  al PRG;  circa  due anni dopo   il TAR dell’Umbria dà ragione al Comune di Orvieto. E la motivazione è storica:  Il rischio di compromettere le riserve di acqua potabile giustifica il rifiuto del Comune di Orvieto ad autorizzare la cava di basalto di Benano.  Orvietonews, che la pubblicò, la ritenne “una sentenza storica”. 

Fu il PD (Bracco e Pesaresi) che sconfessò una vecchia impostazione sulla crescita dell’Orvietano e tracciò un interessante quanto stimolante profilo di sviluppo orientato al turismo e alla conservazione di veri giacimenti inesauribili quali il paesaggio, la cultura e le tradizioni dei luoghi. Fu la contrapposizione, certamente non ideologica, ma reale e già in atto, fra le civiltà della pietra e quelle degli uomini, fra la concentrazione di grandi economie in poche mani e la diffusione di un reddito frammentato fra agriturismi, aziende agricole, attività legate alla cultura, strutture recettive finalmente rese possibili da apposite leggi di incentivazione.  Ad Acquapendente (Cava loc.Le  Greppe) andò meglio per gli ecologisti: il Tribunale di Viterbo diede ai cavatori la pena di 4 mesi di arresto, oltre alla ammenda di 20.000 euro ciascuno e al pagamento delle spese processuali.

Siamo contrari alla Cava del Botto per le riserve potabili e perché condividiamo il documento di Bracco e Pesaresi: sono giacimenti inesauribili il paesaggio, il turismo.   Nella seduta del 20 aprile 2021 il Consiglio Comunale di Orvieto ha ratificato (8 favorevoli, 3 astenuti, 1 contrario) l’adesione all’accordo di copianificazione del 25 marzo scorso relativo alla richiesta dalla Basalto La Spicca S.p.A., che costituisce approvazione della variante urbanistica al PRG ai sensi dell’Accertamento dei giacimenti di cava di cui alla L.R.  2/2000 “Norme per la disciplina dell’attività di cava e per il riuso di materiali provenienti da demolizioni”. Eventualmente il PD non era quello di Bracco e Pesaresi…

Oggi 30.03.2022 scadono i termini per la presentazione delle osservazioni, su cui poi deciderà la conferenza di servizi (questa sarà convocata successivamente): agli “Amici del Botto”   i migliori auguri.

Amelia Belli, Associazione Accademia Kronos-sezione di Orvieto, Orvieto; Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto, Orvieto; Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto, Orvieto; Vittorio Fagioli,  Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto; Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto;  Fausto Carotenuto, Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio, C. Giorgio; Annalisa Rohrwacher, Comitato di Castel Giorgio in massa contro la biomassa, C. Giorgio; Donato Borri, Comitato garanzie per la centrale a biomasse a Castel Viscardo, C. Viscardo; Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente; Piero Bruni, Associazione lago di Bolsena, Bolsena; Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle; Massimo Luciani, Associazione Il Ginepro, Allerona; Riccardo Testa, Associazione il Riccio, Città della Pieve; James P. Graham, RIPA (Rete Interregionale Patrimonio Ambientale), Tuscia.

Questo Comunicato è approvato anche dall’Associazione Val di Paglia Bene Comune.