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Il Comune aderisce alla protesta di ANCI, luci spente al Duomo contro il caro-energia il 10 febbraio

Il rincaro dell’energia sta colpendo anche gli Enti pubblici tanto che si moltiplicano i casi di impianti sportivi, in particolare piscine, che vengono chiuse e ridotti gli orari di apertura, per limitare le spese soprattutto del gas. L’ANCI ha deciso di alzare le voce e simbolicamente nella sera del 10 verranno spente le luci su un monumento simbolo. A Orvieto la scelta è caduta sul Duomo che, grazie alla collaborazione dell’Opera del Duomo, rimarrà al buio tra le 20 e le 20,30 per ricordare al governo l’urgenza di un provvedimento che limiti l’aumento di gas e luce. Il sindaco, Roberta Tardani, spiega “anche nella nostra comunità come in tutto il Paese sta crescendo la preoccupazione per i rincari energetici che stanno impattando pesantemente sulle famiglie e sulle imprese e rischiano di avere conseguenze anche sui bilanci degli enti pubblici e quindi a cascata sui servizi ai cittadini. Servono interventi urgenti – sottolinea il sindaco – e efficaci da parte del governo per evitare che questa situazione comprometta la ripresa proprio nel momento in cui il Paese è impegnato a cogliere le grandi opportunità che arriveranno con i fondi del Pnrr”.

Il caro-bollette sta risvegliando bruscamente tutti, cittadini, imprese e amministratori pubblici dal sogno della ripresa. Tra l’altro proprio in questi giorni molti Comuni stanno rivedendo le tariffe e le imposte di loro competenza, così come previsto dal governo, per recuperare l’aumento dei costi di gestione, bollette comprese, e la contrazione delle entrate per le tante aziende in crisi e cittadini in difficoltà economica. Anche sui social alcuni comuni hanno pubblicato le loro bollette per le scuole o gli edifici comunali che hanno evidenziato un raddoppio secco delle utenze.

Anche gli amministratori, dunque, si sono accorti delle difficoltà di cittadini e imprese e giustamente si sono messi al loro fianco, ma speriamo che a questo corrisponda una forte pressione sull’esecutivo per prendere provvedimenti strutturali e non congiunturali così come sottolineato dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, perché un Paese manifatturiero come l’Italia, non può essere dipendente dagli avvenimenti internazionali avendo la possibilità di sfruttare risorse interne.