Il Comitato a Scuola Umbria punta a un “nuovo modello di istruzione e genitorialità”

A due anni dalla sua costituzione, il Comitato a Scuola Umbria – A.P.S. , nelle volontà dei propri soci, rappresentati dal Comitato Direttivo composto da Francesca Leone (presidente), Martina Leonardi (vice-presidente) e Paolo Pagliacci (legale e segretario), ha iniziato un nuovo cammino. Le sfide che ci hanno riguardati in pandemia sono per lo più archiviate: rimangono in essere solo indicazioni di auto-sorveglianza che, speriamo, tenderanno a sparire e finalmente, l’infezione da Sars-Cov-19 sarà trattata come le altre infezioni virali.
Tale riflessione ha portato il Comitato a ragionare sul proprio futuro a partire dalla missione che i soci fondatori si sono dati. Riteniamo che l’azione del Comitato non si possa fermare alla fase pandemica, in quanto la comunità educante, che ci eravamo prefissi di sostenere, si ritrova post pandemia ancora più sgretolata. La scuola pre-pandemica faceva già acqua da tutte le parti e l’interesse vero o presunto della comunità verso i più giovani e i minori è sempre più scarso. Ce ne danno conferma i numerosi proclami che arrivano da ogni parte politica sul tema: si parla di scuola, di temi profondi che riguardano le nuove generazioni in maniera spesso troppo superficiale: conosciamo bene ormai il modus operandi della comunicazione odierna, mettere insieme slogan di due tifoserie che si fanno la guerra senza mai guardare al complesso.
Guardando con complessità la situazione giovanile appare dilaniata dalla solitudine, solitudine che viene amplificata dall’uso massiccio di smartphone e attività da svolgere online: on-line i giovani fanno tutto, acquistano cibo, vestiti e oggetti vari, giocano e si incontrano. Ma questa solitudine può essere sconfitta attraverso la proposta di attività stimolanti, i bambini e ragazzi infatti, che hanno possibilità (economica in primis) di frequentare corsi di musica, lingue o fare attività sportive hanno meno probabilità di passare del tempo davanti allo smartphone chiusi nella loro cameretta. Tale proposta educativa da dove deve arrivare se non dalla scuola?
Il nostro slogan è sempre stato, rifacendoci alla Carta Costituzionale, quello della “Scuola Aperta a Tutti”, una scuola aperta, inclusiva è una scuola che non chiude mai le sue porte ma che a seconda dell’orario della giornata si reinventa al fine di accogliere e sostenere. Quando parliamo di questo nostro sogno di una scuola in cui i nostri ragazzi possano fare un’esperienza completa e attività che non siano solo esclusivamente didattiche, la prima obiezione che ci arriva è quella legata agli edifici scolastici che spesso, non solo non dispongono di refettori ma neanche di palestre… ci può fermare questo? Di certo no, da genitori ma in primis da cittadini dobbiamo ricordare che i soldi spesi dai politici sono soldi nostri e dobbiamo essere noi ad indirizzare gli investimenti statali. I genitori e le famiglie per la prima volta nella storia del nostro Paese devono assumere consapevolezza circa il loro ruolo contrattuale nei confronti della politica, evitando le strumentalizzazione degli schieramenti che si arrogano il diritto di conoscerne i bisogni e/o problemi.
A partire da questo scenario, il Comitato si prefigge di diventare un attore istituzionale e sociale che possa sostenere la genitorialità, proporre idee, e farsi soggetto politico che permetta la rinascita di una nuova Scuola e di una Cominità educante di tutti e di tutte. La Scuola che i Soci del Comitato si immaginano denominata “La Scuola che vorremmo” sarà il fulcro del nostro lavoro da qui al futuro.
“La Scuola che vorremmo” è una scuola che mette al centro la persona ed il suo benessere prima che i risultati e il merito, una scuola che educhi, una scuola che formi cittadini e – come abbiamo detto più volte in questi anni- non sudditi. Creare una scuola così significa abbandonare la mera ricerca della perfezione e dello standard, l’idea di rendimento e competizione. Significa adottare metodologie che si occupino non solo dello sviluppo didattico e cognitivo ma anche di quello emotivo iniziando a valorizzare davvero l’intelligenza emotiva di ognuno di noi. Tutte queste tematiche sono racchiuse nel nostro silenzio dei giorni e mesi passati, siamo in una fase creativa: guardiamo con curiosità il dibattito vivace che si sta sviluppando attorno a proposte innovative di scuola, non rifuggiamo la novità ma anzi ci prefiggiamo di navigare in questo tempo di cambiamenti mettendo al centro i bisogni dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.

Per chiunque volesse fare parte del nostro percorso ci scriva a
comitatoascuolaumbria@gmail.com

Martina Leonardi
Vice-presidente e portavoce del Comitato a Scuola Umbria – A.P.S.