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Il 20 luglio in streaming “PNRR e fondi Ue per lo sviluppo dell’orvietano”

Per martedi 20 luglio abbiamo organizzato un “Incontro su PNRR e sviluppo del territorio orvietano” che abbiamo sottotitolato non a caso “Costruiamo insieme un progetto di futuro” perché abbiamo l’impressione che le divisioni che hanno caratterizzato una ormai troppo lunga stagione della politica orvietana continuino a fare danni seri.

Tanto più che l’epoca delle contrapposizioni ideologiche e delle pregiudiziali è finita da un pezzo e tanto più che oggi al centro degli sforzi c’è l’uscita dalla crisi e la ricostruzione di un Paese che rischia di non farcela nell’epoca della competizione globale per arretratezza strutturale rispetto ai paesi più sviluppati e per la difficoltà di fare le riforme necessarie. Sono sforzi che riguardano tutta la comunità nazionale, perciò anche le Regioni e i Territori.

Naturalmente restano a tutti i livelli le differenze di impostazione sia politica che programmatica su aspetti non marginali, ma ci sono momenti della storia in cui la ricerca delle convergenze sulle scelte di fondo da cui dipende il futuro di una comunità diventa prioritaria rispetto alle differenze. Vale a Roma come a Orvieto. Quando poi c’è il rischio concreto di essere tagliati fuori dalle scelte che contano, allora lo sforzo unitario per sventare i pericoli di esclusione diventa un obbligo che assume il senso di una legittimazione a livello di comunità.

La minaccia di esclusione non è teorica e riguarda sia il PNRR che i fondi comunitari. Ci sono di mezzo, per quanto ci riguarda come territorio orvietano, almeno sei questioni dirimenti che riassumiamo così: 1. Proposta per le Case della comunità e il ruolo interregionale dell’Ospedale di Orvieto come DEU di secondo livello per l’emergenza-urgenza. 2. Inserimento organico del territorio orvietano nell’operazione di potenziamento della rete infrastrutturale, viaria, ferroviaria e tecnologica della Regione. 3. Finanziamento di un’operazione progettuale pluridisciplinare per il riuso dei grandi edifici storici funzionale ad un rinnovato e ambizioso ruolo interregionale della città. 4. Finanziamento della pianificazione di un moderno sistema di tutela e valorizzazione ambientale e del patrimonio dei borghi che caratterizzano il territorio. 5. Progetto per l’inclusione del complesso urbano storico-ambientale di Orvieto nell’elenco Unesco dei beni patrimonio dell’umanità. 6. Proposta di inclusione del territorio orvietano nel sistema regionale di formazione superiore, universitaria e/o tecnica (ITS).

Su queste sei questioni non ci risulta ad oggi alcuna certezza che siano all’attenzione del governo regionale e che sia comunque in corso una elaborazione con qualche speranza di interlocuzione rassicurante. Al contrario, i segnali che arrivano da importanti iniziative in sede regionale ci dicono che tutta l’Umbria occidentale rischia di essere tagliata fuori dall’uso coordinato dei fondi PNRR, in particolare proprio l’Orvietano insieme al Trasimeno-Pievese, da cui giustamente arriva un forte allarme e l’invito ad una seria mobilitazione.

Allarme fondato, perché se Sviluppumbria si incontra con le analoghe agenzie di Marche e Abruzzo per valutare una possibile gestione sinergica dei fondi PNRR e di quelli UE 2021-2027, c’è da chiedersi che cosa significhi tale scelta che esclude il Lazio e la Toscana, che sono le regioni con cui confinano i territori dell’Umbria occidentale, appunto il Trasimeno-Pievese, l’Orvietano e anche il Ternano. Insomma, al momento delle scelte che contano, sta forse prendendo piede l’idea di un’Umbria che marcia a velocità diverse fino al punto che alcune zone possono anche rimanere ferme? Noi siamo per una concezione della politica del tutto diversa. Noi pensiamo che la politica regionale debba fare perno su tutti i territori e che le risorse territoriali vadano esaltate proprio nel rapporto con quelli delle regioni confinanti. Insomma un disegno organico che riguardi tutta l’Umbria, non per fermare lo sviluppo di alcune zone ma per organizzarlo per tutte. E per questo, laddove non ci fosse una elaborazione all’altezza di questa missione, bisogna recuperare rapidamente, mettersi intorno ad un tavolo, discutere e non perdere il treno.

Invitiamo a questo confronto tutti, istituzioni regionali e locali, organizzazioni sociali e culturali, forze imprenditoriali, cittadini. Chi non potrà essere fisicamente presente potrà intervenire in altro modo. La cosa importante è mettere a disposizione idee e proposte. Noi vogliamo costruire processi positivi di convergenza progettuale. Ci interessa il futuro del territorio. Vogliamo credere che questo interessa davvero tutti.

Franco Raimondo Barbabella, CiviciX Orvieto

Massimo Gnagnarini, Italia viva dell’Orvietano

Massimo Morcella, Azione Orvieto