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Il 14 giugno 1944 “Orvieto, Città aperta” salvata dall’ufficiale tedesco Lersen

Ricorre il 14 giugno un anniversario importante per la città di Orvieto. Proprio il 14 giugno del 1944 Orvieto venne liberata dal giogo degli occupanti tedeschi “senza colpo ferire”. I timori che Orvieto venisse trattata come Montecassino erano altissimi. I tedeschi avevano dislocato l’artiglieria pesante in prossimità dell’ospedale, proprio accanto al Duomo preparandosi ad una difesa ad oltranza del fronte. A comandare i tedeschi era il tenente colonnello della Luftwaffe, Alfred Lersen. Era un uomo autoritario, a tratti freddo ma un grande amante dell’arte e della musica classica. A Orvieto aveva stretto un rapporto di amicizia con l’allora vescovo Monsignor Francesco Pieri con il quale parlava la lingua internazionale per eccellenza, il latino, e ascoltavano Bach suonato con il grande organo del Duomo.

Nei giorni immediatamente precedenti gli Alleati avevano pesantemente bombardato Viterbo e tra la popolazione stremata di Orvieto le notizie che provenivano dal fronte provocavano sentimenti misti di speranza e preoccupazione per il bene inestimabile del Duomo. Proprio Lersen diede assicurazione a Monsignor Pieri che ogni eventuale combattimento su sarebbe svolto ad almeno 20 chilometri dalla bellissima rocca di Orvieto “per rispetto dei tesori d’arte e di fede”. Insomma l’apparentemente freddo Lersen si era commosso per la grande bellezza della città. Arriviamo al 14 giugno e un primo distaccamento avanzato di carri inglesi guidato dal maggiore inglese Richard Heseltine si avvicina alla città. Arriva correndo una Volkswagen con la bandiera bianca. Un tenente tedesco in perfetto inglese porta il messaggio del comandante Lersen, “Orvieto Città aperta”. Gli inglesi trasmettono la missiva con la richiesta al comando che la accetta. Orvieto viene così liberata e salvata allo stesso tempo.

La macchina da scrivere con cui fu scritta la lettera indirizzata all’ufficiale inglese è stata donata al Comune di Orvieto dalla città tedesca di Meissen, comune dove risiedeva Lersen, e ora è conservata a memoria di quello splendido gesto, nell’ufficio del sindaco.