I tanti misteri e le poche certezze delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie

La sanità pubblica è il vero termometro del funzionamento dei servizi pubblici. Lo sanno bene tutti gli amministratori pubblici che con la sanità hanno un rapporto di amore-odio, perché basta poco per andare dalle stelle alle stalle. Il problema principale riguarda le prestazioni ambulatoriali e specialistiche con tempi di attesa che sono, in alcuni casi, biblici. A chi non è capitato di recarsi al CUP o in farmacia e sentirsi dire che non c’è posto fino al…2023 o che si è in lista di attesa. La parolina magica è “lista d’attesa” e si entra in un limbo senza tempi certi.

Ci sono arrivate numerose segnalazioni come quella riguardante una richiesta di visita diabetologica inserita in lista di attesa, o quella per un esame radiografico con la stessa persona che in un caso ha visto rispondersi che in pochi giorni avrà la sua prestazione in un’altra è stato inserito anch’egli in lista d’attesa. E poi abbiamo visite cardiologiche, sempre in stand-by e chi più ne ha più ne metta. Per un semplice visita oculistica posto c’era a Amelia o Foligno, mentre a Orvieto liste chiuse per tutto il 2022, per il 2023 si vedrà. E intanto? O si fa il pendolare della salute in giro per l’Umbria oppure ci si rivolge alla sanità privata, sempre più presente sul territorio, e in pochi giorni con relativo pagamento, si hanno i risultati.

Le liste di attesa sono il vero tallone d’Achille della sanità e a Orvieto la situazione percepita è ancora più grave perché sembra non bastare l’ospedale che anzi in alcuni casi diventa una sorta d’imbuto che rallenta i procedimenti. L’altra questione riguarda i cittadini-pazienti che rimangono spaesati di fronte a tempi anche molto lunghi che spesso non si conciliano con visite specialistiche che necessitano di esami clinici specifici. E allora le farmacie che offrono il servizio CUP si trovano a dover rispondere alle domande più disparate figlie proprio della preoccupazione e del timore che non si riesca a avere la prestazione richiesta nei tempi utili. Le domande più operative sono “quando e a che ora mi chiamano?” e ancora “chiamano al cellulare o a casa?” oppure “ma posso scegliere il medico quando mi chiamano?” A tutte queste domande le farmacie non riescono a rispondere perché il sistema non permette di “vedere” oltre la semplice richiesta di prestazione. Le domande sembrano banali ma non lo sono assolutamente. C’è chi lavora e ha orari da rispettare, chi non sta in casa, chi ha necessità di essere controllato da un medico in particolare e chi deve avere i referti entro un data.

Ma perché si deve attendere tanto? La carenza di personale è la prima causa, poi c’è l’organizzazione generale dei servizi che in questi anni, complice anche la pandemia, hanno notevolmente appesantito il sistema e allungato i tempi di risposta del servizio sanitario nazionale. Rimane aperto l’annoso dibattito sulle prestazioni in intramoenia che dai cittadini sono viste come corsie preferenziali utilizzate spesso in maniera dolosa dai medici. In realtà queste prestazioni vengono erogate fuori dall’orario di lavoro quindi non vanno a confliggere con il servizio pubblico e, secondo quanto indicato dal CIMO (uno dei principali sindacati medici) “se i tempi di attesa massimi previsti dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa non vengono rispettati, i pazienti hanno il diritto di ottenere la prestazione richiesta in intramoenia pagando solo il costo del ticket: una disposizione che puntualmente non viene rispettata a causa dei maggiori costi che ricadrebbero sulle Aziende”. Ma quali sono i tempi medi? Chi deve applicare questa regola? Quali sono i tempi d’attesa massini? La Regione Umbria ha un sistema semplice, il medico di famiglia sulla ricetta inserisce una sigla che indica i tempi massini di attesa che sono:

  • Urgente   – Accesso in Pronto Soccorso
  • Priorità U – URGENZA  (Urgenza differibile, attesa massima 3 giorni)
  • Priorità B – BREVE  (Attesa massima 10 giorni)
  • Priorità D – DIFFERITA (Attesa massima 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti)
  • Priorità P –  PROGRAMMATA (Attesa massima 120 giorni).

Attenzione, perché i tempi di attesa massimi riguardano l’intera Regione, quindi il paziente di Orvieto potrebbe vedersi prenotato a Perugia o Città di Castello con ovvi problemi logistici soprattutto per quella fascia di popolazione più anziana o per chi lavora anche come libero professionista.

Rimangono in sospeso alcune domande. Perché a Orvieto la percezione sui tempi d’attesa sono così negativi? Perché solo in alcuni CUP si possono avere tutte le informazioni mentre in altri, cioè le farmacie, praticamente nessuna? Perché non indicare degli orari specifici per le chiamate? Attendiamo risposte!