I giovani tirati dalla giacca da tutti i partiti ora che ci sono le elezioni e poi…ciao

In vista delle elezioni è un fiorire di associazioni, gruppi, liste di giovani che intendono impegnarsi in politica o in “splendida” solitudine o in compagnia o in appoggio a uno dei candidati sindaco.

La grande gelata demografica non sembra colpire la politica, anzi c’è un improvviso e spesso “peloso” interesse per i giovani.  I partiti li coccolano, non li attaccano, cercano di imbrigliarli dentro logiche “vecchie” e interessi altrettanto vecchi.  Quegli interessi che hanno invischiato la città in una ragnatela di piccoli o grandi favori, di debito pubblico galoppante, negli anni passati, di silenzi e di ripicche.   Questa ragnatela di interessi ha frenato lo sviluppo di idee e di imprese proiettate verso l’esterno.  Chi cerca di interrompere queste vischiosità viene escluso, fermato, danneggiato fin quando non decide di abbandonare il campo e lasciare tutto fermo, statico.

Ma ci sono i giovani.  Sì, il futuro, che però devono ancora maturare e allora diventa alto il rischio di “prestarsi” ai giochini dei partiti tradizionali.  L’impegno politico è doveroso, giusto ma se si ha la possibilità di crescere, provare, sbagliare.  Basta avere i giusti maestri che offrono “gratuitamente” il loro supporto a tutto campo e non plaudono i giovani solo quando organizzano evento musicale.  Certo ai giovani piace ballare, cantare ma…poi?  Si trasformano in pericolosi “sognatori” che rischiano di rompere gli equilibri vecchi e fumosi.  E allora teleguidiamoli all’interno dei partiti legandoli a interessi di bottega. 

Oppure facciamoli andare al massacro da soli.  Il risultato è ottenuto, con i vecchi poteri abbarbicati alla politica e la città che, a parte i lustrini del week-end e di qualche spot, utile ma non risolutivo, rimane con sempre meno giovani.