Gnagnarini, “mission fallita, nel bilancio i fondi extra per il covid utilizzati per sistemare i conti”
Il 2020, per i conti del Comune di Orvieto, è stato un anno in cui si sono verificate due situazioni particolari : la prima è quella coincidente con il primo anno intero di esercizio finanziario gestito dall’amministrazione Tardani, la seconda è stata l’impatto della pandemia covid-19 sulle entrate comunali largamente compensate, come vedremo, dai ristori erogati dallo Stato.
In questo scenario, cifre alla mano, tenteremo di svolgere una analisi critica del Consuntivo
2020 approvato dal centrodestra in Consiglio comunale.
SONO ENTRATI PIU’ SOLDI
Sebbene il Comune nel 2020 abbia perso percentuali significative di entrate dai Parcheggi, dalla TdS, dal Pozzo di San Patrizio, i ristori straordinari che ha ottenuto dallo Stato nonché i risparmi da sospensione delle rate dei mutui e dei Boc, hanno fatto si che il saldo algebrico sia stato a favore delle casse comunali che hanno potuto così disporre di ben 2.033.861 euro di maggiori risorse correnti rispetto al 2019.
HANNO TAGLIATO LA SPESA
Conseguentemente ci si doveva aspettare un aumento della spesa a favore dei servizi erogati ai cittadini attraverso l’uso di questo surplus come stabilito e raccomandato dai relativi DCPM da cui sono derivati i soldi in più. Stupisce, invece, che la spesa corrente per i servizi erogati nel 2020, come si evince da questa tabella ufficiale del Consuntivo, non solo non sia affatto aumentata ma, addirittura, sia diminuita rispetto agli esercizi precedenti. Significativi sono i tagli ( evidenziati in rosso ) operati per un totale di oltre 900.000 euro che hanno riguardato principalmente l’istruzione e il diritto allo studio, la cultura, il turismo, la tutela ambientale, la protezione civile. Mentre, invece, a lievitare sono state le cosiddette spese di funzionamento dell’Ente, ovvero quelle in capo agli organi amministrativi e dirigenziali.
DOVE SONO FINITI I SOLDI IN PIU’
A questo punto non resta che capire dove siano stati allocati 2,5 Mln circa di euro di maggiori risorse e risparmi di spesa corrente che per scelta non sono stati impiegati per incrementare i servizi e l’assistenza ai cittadini.
a) Per la verità occorre ricordare che in occasione del varo, il 30 luglio 2020, del bilancio di previsione era stato previsto uno stanziamento fino a 650.000 euro di risorse proprie di bilancio, poi ridimensionate a 554.832 euro con delibera del consiglio comunale n. 60 del 30/9/2020, per ridurre le tariffe TARI alle attività produttive utilizzando le somme risparmiate con la rinegoziazione dei Boc.
Tuttavia il riscontro della reale implementazione di questa misura non è chiaro alla luce del
Rendiconto di Gestione dei Rifiuti del 2020 approvato dalla Giunta con delibera n. 139 del
19/7/2021 dove si legge che la spesa complessiva sostenuta dal Comune per i rifiuti nel
2020 è stata di 4.175,432 euro a fronte di un gettito in entrata da tariffe TARI per il 2020 di
4.039.577 euro. Del resto tra i capitoli di spesa concernenti la TARI, salvo diversa contabilizzazione che però non risulta dai prospetti riepilogativi, non appare l’apposito capitolo di spesa straordinario dove siano stati impegnati i 554.832 euro di risorse proprie messe a disposizione dal
Comune, mentre sono invece note le economie dei costi di gestione dei rifiuti realizzati nel corso dell’ esercizio 2020 per un importo, casualmente, coincidente a quello degli sgravi preventivati con copertura attraverso risorse proprie di bilancio.
b) Forse che le maggiori risorse a disposizione sono state impiegate per spese di
investimento ?
Anche qui il confronto con le annualità precedenti non lascia dubbi. La spesa per investimenti nel 2020 è stata inferiore a quella del 2019 e a quella del 2018.
c) Bisogna arrivare agli allegati finali del Consuntivo per avere una indicazione su dove
effettivamente sono state allocate maggiori risorse. Si tratta di accantonamenti tecnici effettuati in aggiunta o in variazione a quelli già previsti
negli esercizi precedenti tra cui:
150.000 euro sul fondo accantonamento per Derivati ( L’infinita e tristemente famosa saga
degli Swap);
340.000 euro sul fondo rischi contenzioso ( una percentuale sul valore delle cause giudiziarie che il Comune rischia di perdere)
200.000 euro sul fondo contrattuale del personale ( gli incentivi salariali ai dipendenti)
320.000 euro sul fondo perdite Partecipate ( Consorzio crescendo e altri)
220.000 euro sul fondo mutui trasferiti alla SII e rinegoziati nel 2020
378.000 euro sul fondo accantonamento somme svincolate dal FCDE
MISSION FALLITA
In conclusione la gestione finanziaria del Comune di Orvieto nel 2020 è stata orientata a utilizzare una quantità di risorse equivalenti a quelle straordinariamente messe a sua disposizione dallo Stato, non per il contrasto alla pandemia Covid-19, ma per sistemare una parte dei propri conti interni. Non è qui in discussione la correttezza formale delle suddette imputazioni , ma bensì la inopportunità di averle assunte in un contesto socio economico dove a prevalere sarebbe dovuta essere la più ampia redistribuzione delle risorse a favore diretto delle famiglie e delle attività produttive soprassedendo a qualche accantonamento in più o diluendolo in un più ampio arco temporale come del resto le regole contabili consentono in termini di
ripiano di eventuali disavanzi d’esercizio.
Una mission, peraltro ribadita nei vari DPCM da cui discendono le maggiori risorse, che era
chiara circa il più ampio utilizzo delle maggiori risorse a favore della comunità
amministrata per il contrasto agli effetti economici negativi provocati della pandemia, ma
che il Comune di Orvieto, numeri alla mano, ha clamorosamente fallito preferendo
sistemare e tutelare i propri conti interni.