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Franco Raimondo Barbabella, “basta con la politica verticistica, per la Provincia uniamo le forze civiche”

Il 18 dicembre prossimo si terranno le elezioni provinciali. Sono elezioni si secondo grado, in cui si candidano solo amministratori comunali sia alla carica di presidente che a quella di consigliere. Qualcuno dei cittadini non addetti ai lavori ne sa qualcosa? Qualcuno sa come e perché in provincia di Terni ci sono due candidati a presidente con tanto di liste di dieci candidati alla carica di consigliere? E come sono strati scelti e da chi? Soprattutto qualcuno sa in che cosa si distinguono le liste, quali idee, se e perché diverse, quale idea di Provincia e quale visione della Regione, quali progetti per i territori e in che modo si articolano, quale portata hanno, su che cosa incidono, che cosa vogliono cambiare, in che tempi?

Ecco, queste non sono domande oziose e tanto meno polemiche. Sono le domande che sono anormali, se si vuole anche drammatiche, perché la situazione non è per niente normale. C’è infatti di che preoccuparsi, naturalmente a prescindere dalla validità e dalla stimabilità delle persone, perché la politica tradizionale non riesce a togliersi i vecchi vizi di un centralismo burocratico che tiene lontane le istituzioni dai bisogni della vita reale e dalle domande dei cittadini.

Mentre la provincia di Perugia dà segni di cambiamento in nome del civismo più autentico, la provincia di Terni si attarda in logiche fuori tempo. Il caso di Orvieto ormai è la metafora di questa condizione di una politica lontana dalla vita reale e dalle domande di cittadinanza. Un degrado della politica dei partiti che sembra non dover mai finire. Non solo il territorio orvietano non ha più rappresentanza, in Parlamento come in Regione, ma con questo sistema di elezione provinciale, e in aggiunta per il modo in cui viene praticato, rischia di non avere rappresentanza nemmeno qui, e se ce l’avrà sarà così debole da essere inconsistente. E non si pensi che si tratti di questione di poco conto, perché i consigli provinciali tra poco saranno chiamati a decidere sull’uso di ingenti risorse e come al solito conterà chi è più forte e avrà più forte rappresentanza.

Noi CiviciX, i civici autentici, quelli che ragionano e agiscono con in testa i bisogni di vita e di sviluppo del territorio, non ci limitiamo a stare fuori da queste logiche e a farne denuncia, ma ci facciamo carico di un modo del tutto diverso di fare politica. Noi ci battiamo perché la politica si sposti dal potere chiuso e di vertice verso i territori, dove si gioca realmente la partita della vita delle persone. Ci occupiamo dei problemi e di come affrontarli meglio per risolverli. Qui si tratta di vedere come garantire oggi, anche per un domani nient’affatto lontano, i diritti fondamentali della salute, dell’istruzione, della cultura, del lavoro.

Qui sta la differenza del Civismo, la sensibilità, la visione, la capacità di stare nella dimensione della domanda di cambiamento. A Terni e a Orvieto come in Umbria si respira la sofferenza di una fase storica complessa e di urgenze inusitate. È l’ora di prenderla in mano con nuove idee e nuovi metodi. È l’ora di scrollarsi di dosso vecchie abitudini, pigrizie, incrostazioni, zavorre, visioni ristrette e interessi solo immediati. Noi CiviciX decideremo se e come intervenire in questa fase, e nelle fasi successive valuteremo i comportamenti reali, non le parole, non le consuete giaculatorie non seguite dai fatti.

Con questo spirito e nella direzione che abbiamo indicato ci appelliamo comunque per una politica di cambiamento. Riformisti di ogni dove uniamoci! Civici dei territori facciamo fronte comune per una nuova fase della politica provinciale e regionale!