Un pomeriggio trascorso a discutere di alta formazione, del valore culturale ed economico di un progetto incentrato sugli Istituti tecnici superiori (Its) e sulle possibili strategie per realizzare ad Orvieto un vero polo universitario. Un auditorium Messina stracolmo di gente ha ospitato sabato scorso il convegno organizzato dalla casa editrice Intermedia Edizioni e da Cogesta Servizi guidata da Stefano Cimicchi in collabozione con il Club Amici della Stampa e con il gruppo di “Universitas studiorum” intorno al tema dell’economia della conoscenza a cui ha portato il proprio contributo un parterre di prestigiosi relatori. Presenti in sala anche rappresentanti istituzionali come l’assessore comunale Pier Giorgio Pizzo, la candidata civica Roberta Palazzetti, il candidato del centrosinistra Stefano Biagioli, i sindaci di Ficulle, Gian Luigi Maravalle e di Baschi, Damiano Bernardini, imprenditori come Roberto Biagioli, rappresentanti dell’associazione Nova, ex membri del Centro studi come Claudio Bizzarri, Stefano Talamoni, Paolo Maiolini vice direttore di Confagricoltura Umbria.
In apertura dei lavori, Claudio Lattanzi di Intermedia Edizioni, ha illustrato alcuni casi relativi ad atenei medi e piccoli come Perugia, l’università della Tuscia e quella del Sannio, mettendo in evidenza come i numeri relativi ad iscrizioni e presenze universitarie si traducano poi in indotto economico per le singole città. Viterbo, ad esempio, con una popolazione studentesca di 8000 persone, ha un impatto occupazionale pari a 300 unità e sviluppa un indotto sull’economia di Viterbo pari a 69 milioni di euro.
E’ poi seguito l’intervento del sindaco Roberta Tardani. Ricordando il recente accordo Governo-Regione che ha stanziato i fondi per il completamento della strada complanare, il sindaco è intervenuta sul tema del futuro polo universitario, sostenendo che “Orvieto non deve coltivare sogni che rischiano di rimanere sulla carta, ma deve avere i piedi ben piantati in terra. Non sono assolutamente contraria ad un polo universitario in città, se dovessero profilarsi possibilità concrete, ma cinque anni di governo mi hanno insegnato che ai sogni vanno privilegiati progetti dalle
basi concrete e fatti che vadano verso obiettivi chiari e prestabiliti. Sul fronte della formazione, ciò significa puntare sugli Its per rafforzare il legame tra la scuola ed il mondo del lavoro. Non a caso stiamo portando avanti in dialogo con l’Its Umbria Academy e la Regione per avviare un progetto pilota ad Orvieto. Sicuramente questo come altri progetti di lunga prospettiva presuppongono un lavoro intenso che spesso non coincide con quello più breve del mandato elettorale di un sindaco”.
Il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli ha fatto un intervento molto apprezzato sul caso del decentramento dall’università di Perugia del corso di “Scienze delle investigazioni” che la sua città ospita con successo da 18 anni e che è indirizzato a formare professionisti nel campo della sicurezza. Lucarelli ha spiegato nel dettaglio anche il modello economico su cui si regge questa importante esperienza formativa che ha mille iscritti da molte regioni italiane e che contribuisce in maniera evidente al benessere di Narni. “Il Comune ha realizzato investimento sulla sede universitaria e le altre sedi- ha detto Lucarelli- attingendo a vari fondi pubblici. Attualmente ha un esborso per il mantenimento della struttura compreso tra i 300 e i 400 mila euro all’anno, ma la ricaduta positiva per Narni in termini di prestigio e di indotto economico rende sicuramente giustificato questo nostro investimento”.
Anna Maria Fausto, ordinaria di Zoologia e già pro rettrice dell’università della Tuscia, ha sottolineato il legame fondamentale che deve esistere tra università e mondo economico locale per rendere sostenibile nel tempo un ateneo. “Proprio l’esempio della Tuscia dimostra quanto sia essenziale questo rapporto- ha detto-Viterbo è nata come facoltà di Agraria perchè l’economia della Tuscia è fondata principalmente sull’agricoltura. Poi sono stati fatti passi in avanti, sempre guardando al territorio ed è nato il corso di laurea in Conservazione dei beni culturali. La nostra università che ha un decentramento a Civitavecchia e uno a Rieti, già collabora con istituzioni di Orvieto come la Guardia di Finanza. Sicuramente è possibile fare dei progetti tra Viterbo ed Orvieto, noi siamo disponibili, bisogna cominciare a ragionare sulle cose pratiche tenendo sempre presente la necessità della concretezza”.
Il sindaco di Bagnoregio Luca Profili, in un video messaggio, ha spiegato il grande valore che assume il rapporto che Bagnoregio vanta con la facoltà di Architettura dell’università statunitense di Yale, un vero “tempio” della conoscenza. Una collaborazione che è concretizzata in un’importante presenza di studenti americani che soggiornano a Bagnoregio per studiare Civita e le tecniche legate alla salvaguardia della città.
La figura di Eugenio Fumi è stata ricordata da Fabio Giovanella, già manager Telecom e da Stefano Cimicchi che ha dialogato con due manager ed imprenditori quali Luca Tomassini ed Ivano Mocetti che è oggi presidente dell’azienda Costa d’Oro. Aneddotti commoventi ed eloquenti delle notevoli doti umane ed imprenditoriali del fondatore di Itelco che hanno attratto l’attenzione dell’auditorio.
Il tema degli Its è stato trattato ed approfondito dalla dirigente scolastica dell’istituto omnicomprensivo di Fabro Laporta Cinzia Meatta e dalla dirigente dello scientifico Majorana Lorella Monichini la cui relazione è stata riportata dalla professoressa Anna Maria Barbanera. Collegamento tra scuola ed imprese è il tema centrale mentre gli ambiti in cui sviluppare questo progetto sono molteplici e vanno dalla filiera casa-ambiente-costruzioni, fino ai servizi legati al turismo e alla cultura, tenendo presente anche l’intelligenza artificiale, l’ambito agro alimentare e quello alberghiero.
Riccardo Corradini, titolare dell’istituto linguistico Ludus ha richiamato l’importante lavoro svolto sul territorio da Ludus che ha attivato dei partenariati formativi a cui hanno preso parte oltre 150 studenti stranieri. L’imprenditore ha anche sottolineato l’esigenza di lavorare insieme ad alberghi e ristoranti per far crescere le competenze linguistiche di chi opera nel turismo e nella ricettività.
Fulvia Lazzarotto, titolare della multinazionale Welcare, ha svolto un’analisi a tutto campo sulle risorse necessarie ad un’azienda che opera sui mercati internazionale e che ha sede ad Orvieto, partendo dall’importanza fondamentale rappresentata dal capitale umano. L’imprenditrice ha evidenziato alcuni settori strategici su cui puntare tra cui quello della cybersecurity, dell’intelligenza artificiale e della comunicazione, ma anche l’importanza di conoscere lingue straniere e saper lavorare in team. Ha poi preso la parola Pamela, una ragazza neo assunta da Welcare che ha illustrato la sua visione dell’approccio che dovrebbe avere un giovane nell’affacciarsi al mondo del lavoro.
Giorgio Santelli, in rappresentanza dell’associazione Orvieto città aperta, ha illustrato il progetto che due anni fa era stato elaborato per rifunzionalizzare la caserma Piave e trasformarla in un campus universitario. “Un progetto per quali era stata fatta una progettazione e ci sono investitori pronti ad intervenire, ma rispetto al quale l’attuale amministrazione comunale non hai mai fornito nemmeno una risposta. Ora lo stesso progetto è stato sottoposto ai candidati a sindaco”.
I lavori sono stati conclusi da Stefano Armenia docente di Organizzazione aziendale nella università telematica Iul che ha usato la teoria dei sistemi per parlare di come una città possa avere benefici generalizzati dalla presenza di un ateneo in grado di far crescere il livello culturale ed economico di una comunità. Gli organizzatori del convegno hanno concluso i lavori lanciando l’idea di un “pensatoio” in cui far confluire energie, idee e progetti in grado di dare concrete ai progetti legati all’alta formazione e al polo universitario che sono stati oggetto della discussione.