Fiori sull’Acqua ad Orvieto, Andrea Grossi in concerto il 29 marzo con Folk Panda Officina Cantautori

Torna la canzone d’autore il 29 marzo a Orvieto nella cornice della giovanissima Osteria del Fico. Andrea Grossi, cantautore romagnolo di Bagnara (RA), presenterà il suo nuovo disco, “Fiori sull’acqua”, quinto album in studio, fuori lo scorso 11 febbraio. Un Vinile uscito prima del digitale, dodici canzoni che fanno il punto fra presente e passato, fra il sociale e l’amore. Insomma, c’è tutto lì dentro e la sera del 29 Grossi lo canterà fra le mura dell’Osteria del Fico, a La Svolta.

Che poi di svolta, in un certo senso, proprio si tratta perché Simone Stopponi e Matteo Sacco, i due “reggenti” dell’Osteria, non sono certo nuovi a queste manifestazioni, essendo cantautori e artisti anche loro. I “ragazzi del Fico” proseguono coraggiosamente la fortunata tradizione del Magazzino delle Idee e del Valvola, luoghi di aggregazione (o “locali”) che hanno sempre sostenuto la musica di qualità con grande attenzione al fermento locale e nazionale, dei veri e propri punti di riferimento per la “scena” musicale di quel periodo e da cui da troppo tempo si è orfani. A supportare il tutto, c’è anche “Folk Panda Officina Cantautori”, una realtà che sostiene “contro l’estinzione” chi scrive e canta canzoni, che porterà ad aprire il concerto di Andrea Grossi tre artisti di grande talento e dotati di una delicatezza fuori dal comune: la cantautrice bolsenese Saudagi, il cantautore romano Coppola e il poliedrico Stefano Strada. È proprio vero, la bellezza ci salverà tutti, e la musica, specie se suonata dal vivo, specie se “artigianale”, “dal basso”, lo può fare di certo: l’importante però è il volersi salvare.

Chi è Andrea Grossi?

Uno che scrive canzoni da quando era ancora minorenne. Mi è sempre piaciuto usare la parola e mischiarla alla musica, è un gioco creativo che si rinnova e cambia ogni volta. La scrittura è un affare privato, segue il tempo e il sentire, mentre la musica è condivisione con i musicisti e con chi ascolta. È sorprendente come da un discorso interiore così profondo possa scaturire tanta socialità.

I cantautori sono ancora importanti?

Offrire uno sguardo personale sul mondo (interiore ed esteriore) credo valga sempre la pena. Il movimento non è sicuramente alla moda ma non ho mai creduto che il successo commerciale fosse il motivo per fare il cantautore, altrimenti avrei già smesso quattro album fa.

Cosa ci racconta “Fiori sull’acqua”?

È un’istantanea del mio modo di fare canzone oggi e una macchina del tempo di quello che ero ieri. Nel lato A ho inserito i miei ultimi due anni di musica, nel lato B una selezione del mio repertorio più datato. Questo album è una storia di vita mischiata alla musica, dove si può cogliere un costante cambio di direzione sia nella scrittura che nella produzione.

Cosa lascerai ad Orvieto?

Spero il ricordo di un concerto pieno di emozioni condivise.

C’è chi sostiene che i cantautori siano persone “sole in mezzo alla gente” e che questa condizione sia il loro modo di guardare il mondo, che si viva in provincia o in grandi città. Se questo fosse vero, dove abiterebbero le tue canzoni?

Le mie canzoni le porto sempre con me, come i miei ricordi e mi piace portarle in giro. Ogni sfondo possibile offre qualcosa da osservare al di fuori o da ascoltare dentro di sé ed è bello non dover scegliere un’unica strada o città. Personalmente preferisco tenermi tutto il panorama.