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Finanziati dalla Regione con fondi ministeriali 2,3 milioni di euro per la Rupe di Orvieto e Sugano

Oltre 2,3 milioni di euro per il consolidamento delle pendici della Rupe di Orvieto e il completamento delle opere sulla rupe di Sugano. E’ in corso l’affidamento della progettazione di due importanti interventi di mitigazione del rischio idrogeologico che interesseranno il territorio comunale a partire dal prossimo anno, finanziati dalla Regione Umbria con fondi provenienti dal Ministero dell’Ambiente. I lavori riguarderanno nello specifico la zona nord della rupe di Sugano (938mila euro) e la rupe di Orvieto nella zona sottostante l’Istituto professionale nel tratto compreso tra il Salto del Livio e Fosso della Civetta (1,4 milioni di euro).

Gli interventi in questione completano e si affiancano a quelli previsti nell’Accordo di programma firmato nel giugno 2020 tra Regione Umbria e Comuni di Orvieto e Todi per la “Salvaguardia del patrimonio paesistico, archeologico, storico ed artistico delle città dai movimenti franosi attuali e potenziali” che ha destinato alla città di Orvieto un finanziamento di 1,6 milioni di euro in tre anni. Di questi fondi sono già stati spesi circa 400mila euro per la manutenzione straordinaria dei piani viabili della rupe di Orvieto con gli interventi che hanno riguardato le principali piazze del centro storico quali piazza Marconi, piazza Cahen e piazza XXIX Marzo mentre è in corso – nei rispetto dei termini concordati e condivisi con la Regione Umbria – l’affidamento per il biennio 2023-2024 dei lavori di pavimentazione e impermeabilizzazione della viabilità del pianoro e degli interventi sulle cavità della rupe per un importo complessivo di altri 450mila euro. Sul fronte della manutenzione per il mantenimento della sicurezza idrogeologica delle pendici, i lavori – per un importo di circa 80mila euro – hanno interessato la regimazione delle acque e la sistemazione delle aree nelle quali si trovano le centraline di monitoraggio dei fenomeni franosi che saranno ammodernate e implementate con un investimento di circa 500mila euro.

A fare il punto sugli interventi effettuati e in fase di rendicontazione e quelli programmati è il Vicesindaco con delega alla Mitigazione dei rischi sismici, geologico e idrogeologico, Mario Angelo Mazzi. “Senza andare lontano nel tempo – spiega – solo negli ultimi anni si sono verificati eventi che hanno colpito i punti fragili del nostro territorio sia dal punto di vista delle zone alluvionabili che dal punto di vista delle aree franose. Per quanto riguarda la valle del Paglia anche in questo anno sono stati eseguiti interventi rilevanti, alcuni di questi ancora in atto e altri progettati e finanziati. Tutto questo garantirà la deperimentazione di vaste aree attualmente a rischio. Per le zone a rischio di frana – prosegue – una rilevanza è chiaramente rappresentata dalla rupe di Orvieto e da quella di Sugano in quanto interessano direttamente zone abitate con rilevante interesse storico. Gli interventi eseguiti negli ultimi decenni hanno sempre necessitato di manutenzione ordinaria costante, come era stato evidenziato nell’ultima fase dei lavori stessi, per cui per la prima volta in una legge finanziata per un intervento specifico, la legge speciale per Orvieto e Todi, fu introdotto un importo per la manutenzione dell’opera. Questo ha consentito al Comune di fare un accordo con la Comunità Montana per alcuni anni ma che si è interrotto negli anni scorsi. Al fine di continuare questa situazione virtuosa, grazie all’interessamento dell’allora deputato della Lega Luca Briziarelli, i Comuni di Orvieto e Todi hanno ottenuto nel 2020 un finanziamento che potesse garantire per altri tre anni la possibilità di interventi manutentivi. Va sottolineato che, rispetto al passato, il trasferimento dei fondi al Ministero dell’Ambiente ha tramutato la natura degli interventi da manutentivi a strutturali e questo ha modificato completamente la modalità di intervento passando da opere continue a interventi mirati e progettati.

Alla luce di ciò – osserva – negli ultimi due anni sono state effettuate opere necessarie per prevenire l’aggravarsi di situazioni di dissesto e facilitare la ricognizione delle aree più fragili. Attualmente si sta procedendo ad affidare incarichi progettuali che interesseranno le zone dal Salto del Livio al fosso della Civetta per Orvieto e un tratto della zona nord della rupe di Sugano. Anche i sistemi di monitoraggio vanno modernizzati e resi più accessibili. Pertanto, acquisiti dalle indagini dell’Alta Scuola gli ultimi dati, si sta procedendo alla modifica di due centraline per testare il nuovo sistema. In questo ultimo anno in particolare si è lavorato a trovare delle soluzioni che integrassero il controllo delle rupi su un sistema quanto meno regionale, ad esempio inserendo le attività di monitoraggio tra quelle già affidate alla Protezione Civile regionale, in quanto la rilevanza delle strutture naturali impone investimenti importanti e continui su questo fronte che non possono ricadere unicamente sulle esigue risorse di un Comune”.