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Fillea-CGIL, su Basalto La Spicca urge invertire rotta e semmai ragionare su come proseguire.

La nostra inchiesta sul rischio chiusura della Basalto La Spicca prosegue. Mentre scriviamo è in corso l’incontro tra il presidente del Consiglio Comunale di Orvieto e le maestranze dell’impresa. Come era facile immaginare l’angoscia dei dipendenti ha preso il sopravvento intervenendo a gamba tesa nel dibattito politico orvietano che probabilmente ha sottovalutato la dimensione socio-economica della vicenda. In attesa di poter avere un confronto con la proprietà e dopo aver valutato il tenore economico dell’impresa grazie all’aiuto dell’analisi tecnica del commercialista Matteo Tonelli amministratore delegato di Cittadinanza Territorio Sviluppo, abbiamo intervistato Claudio Aureli, segretario regionale della Fillea-CGIL che dal 2015 segue la rappresentanza sindacale all’interno dell’impresa estrattiva orvietana.

Aureli le sembra plausibile parlare di chiusura della Basalto la Spicca?

I lavoratori sono seriamente preoccupati e ogni giorno lo spettro della chiusura diventa sempre più concreto. Non posso credere che si sia arrivati sin qui senza valutarne le conseguenze. 

Come è possibile che da parte della Politica si sia sottovalutato a tal punto la vicenda da dover mettere a rischio dei posti di lavoro?

Mi lasci dire che il ridursi all’ultimo è un vezzo tutto italiano e con ciò non voglio certo giustificare chi evidentemente non ha tenuto in debito conto il rischio occupazionale che discende da questo caso specifico. E’ triste ammetterlo ma la questione Basalto La Spicca è stata vissuta da molti con approssimazione e superficialità. Oggi l’incapacità di ricomporre le posizioni, come dovrebbe fare la politica con la “P” maiuscola, ha portato tutti fuori tempo massimo e il prossimo giugno tutto potrebbe capitolare verso la chiusura. E poi mi lasci aggiungere che nel caso della Basalto La Spicca tutto ciò appare ancora più paradossale.

Cosa intende per paradossale?

Non c’è mai limite al miglioramento. Come sindacato si cerca di ottenere sempre qualcosa di più, di migliorare il migliorabile, di ricercare un ascolto collaborativo e aggiornare continuamente le rivendicazioni dei lavoratori, ma nel caso di questa impresa stiamo parlando di una eccellenza, che all’interno del panorama del comparto dell’Edilizia mantiene con i lavoratori e i suoi rappresentanti un costante e costruttivo rapporto di confronto. In questa azienda si paga un premio di produzione tra i più alti nella Regione, gli aumenti salariali sono stati costanti e collegati ad un indice sulla sicurezza e la salute sul lavoro che mette in primo piano la salvaguardia dei dipendenti. Ogni anno più del 50% degli utili vengono reinvestiti in mezzi, impianti e formazione. Raramente mi è capitato ascoltare la proprietà di un’impresa intervenire in una riunione sindacale addirittura sensibilizzando i rappresentanti interni dei lavoratori e pregandoli di indossare e far indossare i dispositivi di sicurezza e in particolare gli elmetti.

Sta dicendo che in questa azienda si è realizzato qualcosa di difficilmente ottenibile altrove?

Ribadisco che tutto è perfettibile ma nel caso specifico abbiamo raggiunto livelli altissimi e la collaborazione fattiva tra maestranze e proprietà ha dato risultati tangibili. Ho cominciato a seguire quest’impresa un anno dopo l’insediamento della nuova proprietà e la prima cosa che ho fatto è capire, da chi mi aveva preceduto, come erano stai rapporti sindacali. Nella precedente gestione per i lavoratori non è stato tutto rose e fiori. Sono stati lavoratori i protagonisti di questa nuova rinascita, proprio loro si sono battuti per difendere con le unghie e con enormi sacrifici il loro posto di lavoro e la possibilità di sostenere le loro famiglie. Chi oggi pone la questione o intende affrontarla a senso unico in termini di chiusura non si rende evidentemente conto di cosa sta andando ad intaccare. Questa impresa è il fiore all’occhiello di un indotto centrale per l’economia orvietana e non solo. Oggi l’edilizia sta riprendendo vigore grazie soprattutto alle politiche di incentivazione che il Governo ha messo in campo ma è bene precisare che dopo questa stagione, saranno proprio le imprese come Basalto La Spicca a consolidare i risultati di fiammate incentivate che non potranno durare in eterno. I posti di lavoro che questa impresa crea al suo interno e nell’indotto sono posti di lavoro “pesanti” perché qualificati, stabilizzati e che non sono certo soggetti a violenti turnover. Sono posti di qualità che garantiscono certezze e stabilità ai lavoratori e al territorio. Le ripeto, se oggi l’edilizia dopo tanto tempo è tornata a vivere una stagione di sviluppo positiva, tutto ciò non vale per altri settori dove come sindacato stiamo, semmai, registrando un progressivo spopolamento lavorativo a favore dei centri urbani come Viterbo, Roma e via discorrendo. Con i lavoratori poi piano piano vanno via anche le famiglie e il territorio si impoverisce nel suo complesso. Chi non capisce che è in gioco il futuro del territorio non ha compreso che questo non si deve far chiudere le imprese come questa, semmai bisogna capire come incentivarne le attività per garantire nuovi posti di lavoro e invertire l’impoverimento generale delle comunità che su questo territorio vivono.

I comitati ambientalisti non sono di questo avviso e sembrano voler sostenere che la salvaguardia ambientale sia una priorità da preservare anche a costo di far perdere il lavoro a qualche dipendente.

Come sindacato ci battiamo da sempre per far comprendere come sviluppo economico e lavoro non siano necessariamente in contrasto con la tutela e la salvaguardia ambientale e della salute. Con Basalto La Spicca siamo difronte ad una impresa che nei fatti sta dimostrando di rispettare tutti i vincoli di legge previsti dalle normative regionali e nazionali. E’ un’impresa che ha sempre superato i controlli fatti dalle varie autorità di controllo, un’impresa che ha semmai cavalcato in modo proattivo i temi della sicurezza e della salute. Inoltre si sta sottovalutando anche il livello di professionalità delle maestranze. Basalto la Spicca insieme ad un’altra sola cava in Umbria, a Castel Viscardo, rientra tra una rigorosissima selezione di siti fornitori di RFI per le infrastrutture ferroviarie. Il Basalto di queste due cave è di prima qualità, l’unico idoneo per l’Alta velocità ferroviaria. In anni di lavoro e investimenti questa impresa ha selezionato professionalità altissime. Non si trovano certo dietro l’angolo imprese che possono non solo stabilizzare gli addetti impiegati, ma farlo con livelli retributivi adeguati ai contratti collettivi nazionali e con premi di produzione veramente importanti. 

Oggi il Presidente del Consiglio Comunale di Orvieto incontrerà i dipendenti. Cosa si aspetta che accada?

E’ un primo passo per recuperare il tempo fin qui trascorso senza approfondire la valenza e la portata di questa impresa estrattiva all’interno del territorio orvietano e regionale. Le posso anticipare che il 29 marzo il sindaco di Orvieto ci riceverà in comune, un altro segnale importante di ascolto per i lavoratori. Vede spesso si fa un gran parlare di Turismo dimenticandosi di come la premessa essenziale per assistere l’industria turistica sia quello di provvedere alle infrastrutture portanti come l’Alta Velocità e le strade. Alla base di questo sistema infrastrutturale c’è il Basalto di prima qualità che l’Umbria ha proprio nel territorio orvietano. Un’opportunità che non dobbiamo sprecare. Mi auguro che su questa vicenda si rinsavisca e si torni a parlare semmai di come far proseguire le attività alla Basalto La Spicca.