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Esordio del Green-Pass, “meno clienti, qualche dubbio ma nel complesso prova superata. Occhio ai furbetti però”

Ci siamo, è arrivato il 6 agosto con l’esordio del Green-pass per accedere ai luoghi di cultura e all’interno di bar e ristoranti, ma solo se si consuma seduti. I malumori non sono pochi in particolare tra gli operatori commerciali che ora dovranno anche controllare la documentazione presentata e accertarsi dell’identità delle persone. In molti hanno chiesto di rinviare la partenza del green-pass a settembre per “non rovinare le vacanze e non provocare uno stop per un settore vitale” ma in realtà in molti Paesi europei il pass è da tempo richiesto soprattutto per accedere nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto.

Abbiamo chiesto ad alcuni operatori del centro storico come è andata questa prima giornata di green-pass. Iniziamo con Francesco Notazio (Bar Montanucci e Trattoria “La Grotta”), “in questa prima giornata c’è stata molta confusione e numerosi clienti erano totalmente disinformati e non sapevano dell’entrata in vigore della normativa sul green-pass. Altri addirittura pensavano di non poter consumare al bancone. Chiaramente – continua Notazio – ci sono state alcune incomprensioni, qualche disdetta e altri sono andati via piuttosto scontenti”. Alla fine tutto è stato riportato alla “normalità” anche se, spiega sempre Notazio, “in entrambe le attività abbiamo notato una flessione delle presenze rispetto ai giorni passati. Non posso con certezza legare questo dato con l’esordio del green-pass, visto che la scorsa settimana proprio il venerdì è stata stranamente la giornata peggiore. Per poter tracciare un primo bilancio sarebbe meglio attendere almeno l’inizio della prossima settimana”. Più ottimista, anche se di poco Marco Sciarra (Il Pozzo della Cava), “giornata piuttosto tranquilla con visitatori che si sono dimostrati collaborativi e comprensivi anche se decisamente meno numerosi dei giorni scorsi, sia per i singoli che per i possessori di Carta Unica. Sicuramente non sono mancati i problemi – ha spiegato Sciarra – con l’app ufficiale VerificaC19 che non riconosce i certificati del Regno Unito, mentre per il Belgio riconosce solo i codici di chi ha una sola dose e non quelli che hanno completato il ciclo vaccinale. Sono invece praticamente illeggibili le stampe cartacee e i certificati dei cittadini statunitensi e canadesi che spesso sono compilati con la classica biro su bollini adesivi”. C’è anche chi ha rinunciato, spiega sempre Sciarra, “parecchi se ne sono andati senza poter entrare, in diversi hanno preferito mostrare i risultati dei tamponi e non le vaccinazioni mentre altri turisti erano scoraggiati per non aver trovato una farmacia disponibile ad effettuare test rapidi almeno fino al 7 agosto perché con turni completi”. Operativamente non sono mancati i problemi, “tra verifica del green-pass, documenti, prenotazione e biglietti cumulativi, pagamenti con il POS, la fila all’ingresso non sempre è stata scorrevole, nonostante abbiamo assistito ad un brusco calo di visitatori. Chiudiamo con una battuta, gli assembramenti si sono creati per i vari controlli più che all’interno delle sale, ma sicuramente ci si farà l’abitudine presto e tutto tornerà quasi alla normalità, almeno lo speriamo”. Per Tommaso Parodi di Belsito (L’Officina del Gelato), “per noi non è cambiato praticamente nulla anche se siamo pronti con l’app ufficiale visto che tutti vogliono stare fuori e molti consumano al banco, quindi senza alcun obbligo“. Per Maurizio Di Mario (Labirinto di Adriano), “in realtà non abbiamo avuto grandissimi problemi. Chi aveva il green pass ha potuto scegliere se mangiare all’esterno o all’interno, chi non l’aveva lo abbiamo fatto accomodare fuori. Il problema si pone, questo sì, soprattutto con le prenotazioni da APP dove non è specificato se il cliente ha il green pass e quindi è anche difficile organizzare con un certo anticipo la sala.

Insomma, nel complesso, la prima prova possiamo dire che è stata superata anche se con qualche difficoltà. Ora gli operatori, anche altri oltre quelli intervistati, temono che i controlli non saranno stringenti e quindi nel brevissimo periodo spuntino i soliti furbetti che operano border-line a loro vantaggio e a svantaggio, però, di chi opera nel pieno rispetto delle regole sobbarcandosi oneri che in molti contestano per quanto riguarda i controlli delegati agli operatori in maniera esclusiva e con multe piuttosto salate in caso di violazioni sia per il cliente che per il gestore.